Subito dopo Roma-Sassuolo il discorso è virato sulle polemiche arbitrali. Al di là della direzione arbitrale, che ha comunque condizionato l’andazzo della gara, la sfida fra Fonseca e De Zerbi non è stata colma di temi tattici come ci si aspettava, ma ha comunque reso l’idea del momento che le due squadre stanno attraversando.

Fonseca aveva deciso di confermare Villar come titolare, dopo le buone prestazioni incastonate fra Europa League e Serie A, riportando Dzeko al centro dell’attacco, e scegliendo ancora una volta di affrontare l’emergenza difensiva piazzando Cristante centrale, Kumbulla a destra e Ibanez a sinistra.

De Zerbi invece aveva scelto il falso centravanti, ovvero Djuricic, con Maxime Lopez avanzato nella posizione di trequartista, ed Obiang in mediana affiancato a Locatelli.

I giallorossi dopo i primi 10 minuti in cui hanno provato ad impostare il gioco con più continuità, utilizzando come di consueto i tre centrali e un mediano (in questo caso il giovane Villar) e i movimenti alternati di Pellegrini e Mkhitaryan, che venivano incontro al gioco per provare a dare una soluzione di passaggio alternativa.

I piani di possesso della squadra di Fonseca si sono arenati, appunto, dopo appena 10 minuti. Il Sassuolo ha ripreso il possesso del pallone, come di consueto, e ha provato a tessere la propria tela, provando a trovare lo spazio fra le strette linee della Roma, ma non trovando mai la porta con pericolosità.

La Roma non pressava i due centrali neroverdi, bensì oscurava le linee di passaggio verso i mediani Locatelli ed Obiang, con Dzeko e Pedro, mentre Mkhitaryan andava a mettersi in linea con Villar e Pellegrini come una vera e propria mezzala.

3 - Roma-Sassuolo

Il blocco centrale della Roma che ostacolava e ostruiva le linee di passaggio verso Obiang e Locatelli

L’espulsione di Pedro, a dir la verità, ha cambiato poche cose per i giallorossi. L’atteggiamento attendista non è stato accentuato, tanto che la Roma nel primo tempo aveva totalizzato un 40% di possesso palla, aumentato nella seconda frazione a 47%. I giallorossi hanno avuto il controllo dei ritmi della gara e, a dirla tutta, sono stati pure quelli più vicini a vincerla.

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Il 5-3-2 della Roma in fase di non possesso

Le buone note per Fonseca arrivano ancora dal sistema difensivo. La Roma non sembra perdere mai la bussola, è ordinata nel coprire il centro e ha ritrovato i meccanismi di raddoppio sulle fasce (meccanismi che aveva perso a Napoli). Gli Expected Goals finali parlano abbastanza chiaramente… il Sassuolo, nonostante la superiorità numerica ha prodotto un misero 0,20, mentre la Roma è arrivata a 1,28 xG, con Edin Dzeko che è tornato alle consuete medie di tiro (oggi è arrivato a 6) con uno 0,81 di xG ottenuto dal bosniaco.

Una volta espulso Pedro, la Roma ha difeso con un 5-3-1, una sorta di rombo centrale con Villar come vertice basso e Dzeko vertice alto

De Zerbi a fine gara ha commentato la gara dicendo di non essere contento: “Abbiamo avuto troppa poca voglia di vincere la partita“. In effetti per la qualità offensiva che il Sassuolo aveva messo in campo, era lecito aspettarsi qualcosa in più, ma se i neroverdi non hanno avuto la possibilità di portare a casa i 3 punti è stato soprattutto per merito dei giocatori di Fonseca che, nonostante la partita si sia incattivita, non hanno mai perso la concentrazione e l’unione.

Un buon viatico per la Roma, che adesso affronterà due partite con contesti tattici totalmente diversi: prima il Bologna, poi il Torino. Punti importanti in palio, per risollevarsi dopo la battuta d’arresto di Napoli e questo pari casalingo.

 

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