Dopo il pass per le semifinali di Coppa Italia strappato dagli orobici mercoledì pomeriggio, Inzaghi si è preso la sua rivincita, tanto nel risultato quanto sotto l’aspetto tattico, vincendo con la sua Lazio
Partita come sempre spettacolare, del resto quando una squadra che per indole lascia tanto campo alle spalle ne incontra una che fa della verticalità il suo punto di forza per eccellenza, non può essere altrimenti.
Una gara di duelli, corse avanti e all’indietro, poco orizzontale e particolarmente accesa sotto l’aspetto emozionale, visti anche i precedenti scoppiettanti delle ultime stagioni.

Uno dei primi temi tattici dell’incontro, Lucas Leiva che si abbassa tra i centrali in prima costruzione, così da obbligare Freuler ad uscire su di lui e generare 3vs3 alle sue spalle (Milinkovic\Correa\Immobile vs 3 centrali della Dea).
La Lazio ha giocato una partita di grande applicazione psico-fisica, con una strategia ben delineata in mente in tutte le fasi del ciclo del gioco.

In situazione di difesa posizionale nella propria metà campo, il compito dei due braccetti biancocelesti è stato quello di impedire ricezioni frontali ai trequarti bergamaschi, senza paura di rompere.I dati riflettono quella che è stata una gara non particolarmente esaltante per Ilicic e Miranchuk, con lo sloveno primo per palle perse (ben 16), 1 solo tiro a testa verso la porta di Reina e in generale nessuno spunto statistico rilevante (Dribbling, assist, passaggi chiave).
Per la Lazio, il leitmotiv è stato la ricerca costante del riferimento verticale da utilizzare come “muro” per andare dentro, con l’ausilio di un terzo uomo.In transizione positiva questo meccanismo è risultato particolarmente evidente per tutto l’arco dei 90 minuti.

Break, palla avanti, palla dietro, palla alle spalle.
Giocata sistematica, quasi naturale nella strategia di contrapposizione al modello di “non coperture” dell’Atalanta.
In quest’ottica, la differenza l’ha fatta la qualità del terzo uomo nella circostanza, quasi sempre Sergej Milinkovic-Savic, che ha giocato una partita di progressione di altissimo livello.

Giocatore della Lazio con il maggior numero di passaggi riusciti verso l’ultimo terzo di campo e di metri guadagnati attraverso passaggi nella metà campo avversaria. (fonte: CalcioDatato)
L’Atalanta ha ruotato tanto, è rientrato Pasalic dopo lo stop (trovando anche il gol), ha cambiato sistema di gioco e interpreti, ha provato come al solito a sviluppare gioco attraverso le rotazioni delle due figure in zona laterale e l’estro dei suoi fantasisti, senza mai riuscire ad impensierire con costanza la retroguardia biancoceleste (prestazione sottomedia anche in termini di IPO per la Dea, 49p contro i 65 abituali).

Quadrilateri di sviluppo laterali, due vertici.
Disposizione abituale degli uomini di Gasperini in circostanza con palla posizionale.
Alcune disattenzioni banali hanno condizionato in negativo l’andamento della gara per i bergamaschi.Il secondo gol della Lazio nasce da un evidente errore di Djimsiti che esce su Immobile nonostante fosse già il riferimento di Palomino, lasciando campo libero a Correa.

Mancata comunicazione nella risoluzione del 2vs2?
Errore di principio? Errore cognitivo?
La sensazione finale è che la Lazio abbia meritato i 3 punti, in linea con ciò che è emerso dall’analisi dei dati dell’incontro.
Peccato solo che per rivedere queste 2 squadre a confronto, dobbiamo aspettare la prossima stagione.
0 comments on Atalanta-Lazio: la rivincita di Inzaghi