Era il match più atteso degli ultimi tempi, e si è rilevata una partita piena di emozioni, ma soprattutto con temi tattici da approfondire, e che potrebbero aprire larghe discussioni sul proseguo del campionato. L’Inter di Conte ha avuto la meglio della Juventus di Pirlo su tutti i piani.
La Juventus è la squadra che ha la percentuale di possesso palla più alta di tutta la Serie A. Pirlo ha scelto di ordinare la sua squadra cercando di avere sempre la palla, e si è presentata a San Siro senza snaturarsi. Conte, dal canto suo, ha accettato il contesto, ed ha accentuato alcune caratteristiche dell’Inter… una squadra che può essere devastante con tanto campo da attaccare, nonostante l’ex tecnico del Chelsea abbia provato comunque a dare un’altra identità alla squadra milanese.

Come di consueto, Danilo si occupa della costruzione della manovra rimanendo bloccato vicino ai due centrali difensivi, con Frabotta che invece va ad occupare l’ampiezza sul lato sinistro. In questo caso a centrocampo vediamo Bentancur più vicino a Bonucci, mentre Rabiot è vicino al lato destro del campo, quello che la Juve utilizza con più insistenza per costruire le azioni più pericolose
La Juventus si è trovata subito in difficoltà a creare delle azioni offensive degne di nota. La circolazione della palla della Juventus è diventata da subito perimetrale, con la squadra di Pirlo che non riusciva mai a trovare dei punti di riferimento in verticale utili per far progredire la manovra. Alla fine questo sviluppo della gara non ha fatto altro che favorire l’Inter.

Chiesa tiene la sua posizione vicino alla linea laterale, ma non ci sono movimenti senza palla dei compagni. Per l’Inter così diventa un gioco da ragazzi indirizzare la Juve verso la fascia per poi pressarla con decisione. Anche Ronaldo si spostava spesso sul lato destro del campo… togliendo però la possibilità alla Juventus di generare spazi grazie alla sua presenza in area, o sulla trequarti
Alla fine, il gioco della Juventus non ha trovato modi per andare in verticale, se non in maniera forzata e frettolosa. Questo atteggiamento si è accentuato anche quando Ronaldo aveva la palla; il portoghese non ha avuto influenza sul gioco, finendo per toccare la palla poche volte e tutte le volte fuori dall’area (se si esclude un tocco fatto in fuorigioco a fine primo tempo), e di conseguenza per provare il tiro da fuori sempre senza avere mai successo.
Ma i problemi più grossi evidenziati dalla Juventus (e quelli che hanno portato alla sconfitta) si sono palesati in fase di non possesso. I bianconeri non hanno mai trovato il giusto compromesso per pressare bene l’inizio azione dell’Inter.
Con Morata e Ronaldo sempre in inferiorità numerica contro i 3 “costruttori” dell’Inter, Ramsey e Chiesa impegnati a non far ricevere la palla ai quinti dell’Inter, è stato troppo semplice per Handanovic e compagni trovare Brozovic fra le linee.

L’Inter impostava l’azione con il movimento tipico di de Vrij verso centrocampo, per affiancarsi a Brozovic, e creare così una sorta di pentagono in fase di costruzione
Nel caso dell’azione dell’1-0 l’Inter copre bene tutto il campo, e attacca con dei continui cambi di gioco, fino a quando non abbassa tanto la linea della Juve, e la squadra di Pirlo non assorbe bene l’inserimento di Vidal. Ma è stato in particolare Barella, con il suo dinamismo e la sua qualità a mettere in crisi la Juventus.
Nel secondo tempo è sembrato persino imbarazzante il modo in cui l’Inter trovava sempre l’uomo libero alle spalle delle linee di pressione, e andasse in crisi sui movimenti del centrocampista sardo sul lato destro del campo.

In questo caso, ad esempio, è semplicissimo per de Vrij trovare Barella fra le linee con un semplice lancio lungo.

Barella ha poi portato palla nell’halfspace fino al limite dell’area di rigore, con Frabotta che non riusciva a scegliere su quale dei due avversari uscire in pressione, per lasciare così fatalmente spazio ad Hakimi sulla destra.
L’importante vittoria ha significato per l’Inter molto più che un modo per allungare sulla Juventus e per prendersi 3 punti fondamentali. Conte ha decisamente dato una lezione di calcio alla Juventus di Pirlo, dando l’ulteriore smussata che serviva alla sua squadra per affrontare questo periodo colmo di impegni.
Con il consolidamento del centrocampo a 3, e un atteggiamento più accorto, sembra che la squadra di Conte sia consapevole finalmente dei propri punti di forza e di debolezza.
Sulla Juventus, invece, si aprono ulteriori interrogativi. Ci vorrà tempo per capire che impatto avrà questa gara nel futuro della squadra di Pirlo, con quest’ultimo che dovrà per forza di cose scendere a compromessi con alcuni suoi principi se non vuol perdere totalmente la bussola.
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