Analisi tattiche, Liga

Real Madrid-Barcellona, l’analisi tattica del Clasico

On Aprile 12, 2021
By Marco Roberti | 0 Comments

C’è stato un momento della sfida tra Real Madrid e Barcellona in cui sembrava che davvero le condizioni metereologiche potessero prendere il sopravvento: folate di forte vento e pioggia fittissima bagnavano i 22 in campo compreso Zidane, costretto a rifugiarsi sotto la tettoia della panchina per asciugarsi con la prima felpa trovata e tornare dritto sul ponte di comando, come un nocchiero in mezzo a una tempesta.

Eppure la qualità, strabordante da qualsiasi giocatore presente sul terreno di gioco, ha fatto sì che ci dimenticassimo di assistere a una gara giocata in tale situazione: a ulteriore riprova di un Clasico che verrà ricordato, oltre che per l’altissima posta in palio, per le giocate tecniche presenti e per l’altalena di emozioni che ci ha accompagnato fino alla fine.

Zidane deve fare a meno ancora dei suoi due centrali difensivi titolari e conferma in toto la squadra che ha battuto il Liverpool in settimana con un’unica sostanziale differenza: Fede Valverde al posto di Marcos Asensio. Koeman, invece, continua a dare fiducia alla difesa a 3, ma componendola con Mingueza, Araujo e Lenglet (lasciando in panchina il rientrante Pique), avanzando De Jong a centrocampo e rinunciando a Griezmann in avanti.

Gli spazi del Barcellona e le contromosse del Real

Come detto, l’unica novità dei blancos rispetto alla gara di Champions è stata Valverde al posto di Asensio. Una mossa attentamente studiata da Zidane che ha affidato all’uruguaiano compiti diversi a seconda dell’altezza del campo a cui si attestava il Real.

Quando i padroni di casa facevano partire il pressing alto, solitamente un trigger possibile è un passaggio all’indietro verso il portiere, Valverde si è alzato su Lenglet, braccetto di sinistra

Il Real si alza in pressione e Valverde si alza su Lenglet con Vazquez che si alza su Jordi Alba

Nelle fasi di difesa posizionale, Valverde ha avuto il delicato ruolo di coprire l’ampiezza e di rimanere sulle tracce di Jordi Alba

Real Madrid

Valverde si abbassa fin sulla linea dei difensori per non concedere l’ampiezza a Jordi Alba: Vazquez così può rimanere più attaccato ai centrali e uscire in maniera aggressiva su Pedri

In questo senso l’uruguaiano dà maggiori garanzie di Asensio che, sebbene sia cresciuto molto in fase difensiva, già nel Clasico di andata aveva avuto grandi difficoltà nel seguire i movimenti di Jordi Alba.

Soprattutto nel primo tempo per il Barcellona è stato molto difficile aver ragione di questa linea a 5 del Real Madrid che si formava: l’ampiezza era ben protetta da Valverde sulla destra e da Mendy (partita ai limiti della perfezione quella del francese) sulla sinistra, mentre nella porzione centrale i portatori di palla venivano sempre aggrediti e tenuti spalle alla porta dall’atteggiamento aggressivo dei centrali difensivi e da Vazquez che, come visto, poteva trovarsi a giocare più centralmente.

Il Barcellona ha trovato spazi solamente in rare occasioni dove i blancos si sono allungati sul terreno di gioco concedendo a Messi facili ricezioni sul centrosinistra

Messi può ricevere palla abbastanza liberamente al lato di Casemiro

E si può girare puntando verso la linea difensiva avversaria che deve retrocedere rapidamente

Però il Real Madrid si è sempre riuscito a compattare bene intasando gli spazi centrali

La migliore occasione dei blaugrana nel primo tempo nasce da una situazione simile

Real Madrid

Poco dopo ancora Messi può ricevere tra le linee e girarsi con grande facilità

E trovare Jordi Alba il cui cross verso Dembele è protetto da un grande intervento di Courtois

Le ripartenze del Real Madrid

Come contro il Liverpool, il Real Madrid è salito in cattedra dopo una primissima fase di partita in cui sembrava dormiente e ha saputo colpire con cinismo e determinazione legittimando alla fine la sua superiorità.

Della squadra di Zidane ha impressionato ancora una volta la capacità di attaccare in campo aperto con un Vinicius in grandissima forma che è stato un fattore determinante come nell’occasione che ha portato al secondo gol di Toni Kroos

Barcellona

Appena il Real Madrid conquista palla, Vinicius è pronto a scattare in avanti con Casemiro che lo serve subito

Vinicius riesce a saltare facilmente Mingueza e a puntare verso la porta avversaria

Viene steso al limite (e Kroos trasformerà la punizione) dopo aver portato palla per oltre 50 metri

E ancor di più nel secondo tempo quando il Barcellona ha cinto d’assedio il Real, la lucidità di far partire subito il contrattacco è stata fondamentale, anche per spaventare gli avversari e costringerli a essere maggiormente prudenti

Barcellona

Ancora una volta, non appena la palla viene recuperata, Vinicius parte pronto a essere servito

Mentre Modric e Kroos lavorano per liberare il terzo uomo, Benzema, dall’altra parte Vinicius ha abbassato la difesa blaugrana con il suo movimento

Kroos riesce a ritagliarsi lo spazio a rimorchio proprio grazie all’attacco della profondità di Vinicius che ha attirato due difensori catalani

Nonostante un buon secondo tempo da parte del Barça, comunque, il doppio vantaggio ha messo il Real in una posizione di netta superiorità. Il gol di Mingueza ha riaperto la sfida e l’ha mantenuta in bilico fino al fischio finale, fino praticamente alla traversa del subentrante classe ’03 Ilaix Moriba che ha tirato dal fuori dal cilindro un gesto tecnico che per poco non si è iscritto all’albo delle miglior giocate del Clasico.

In una settimana chiave per la propria stagione, i blancos vincono così due partite fondamentali per credere a entrambi gli obbiettivi per cui sono ancora in corsa: e lo fanno senza centrali difensivi titolari, ma con una prova maiuscola di squadra (in particolare del centrocampo che ricorda a tutti di essere di classe mondiale).

Il Barcellona occupa la seconda piazza ma vede la testa della classifica allontanarsi di un solo punto: la squadra di Koeman rimane ampiamente in corsa e, se saprà sfruttare gli impegni europei dei blancos (che potrebbero levar loro punti) e la stanchezza dell’Atletico, potrebbero portare a casa un titolo che, solo fino a qualche mese fa, sembrava pura utopia.

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