Analisi tattiche, Champions League

Liverpool-Lipsia, l’analisi tattica

On Marzo 12, 2021
By Francesco Mascaro | 0 Comments

Liverpool e Red Bull Lipsia si affrontano nella gara di ritorno degli ottavi di Champions League: la partita si gioca alla Puskas Arena di Budapest, stadio che aveva ospitato anche la gara di andata, condizione insolita che contribuisce a rendere ancor più anomala questa stagione calcistica. La squadra di Nagelsmann parte da una condizione di netto svantaggio in seguito allo 0-2 della gara di andata, il cui andamento, unito alla crisi di risultati che sta vivendo il club campione d’Inghilterra in carica, lascia però speranze di rimonta ai tedeschi.

Nel primo tempo il giovane tecnico sceglie uno schieramento 3+2 in fase di costruzione, con gli esterni Adams e Nkunku ad occupare l’ampiezza e con due trequartisti, Forsberg e Dani Olmo, a supporto della punta centrale Poulsen.

La costruzione del Lipsia è svolta prevalentemente dal difensore centrale Upamecano e ad essa i due centrocampisti centrali contribuiscono con appoggi vicini, spesso spalle alla porta, che hanno lo scopo di attirare la pressione dei centrocampisti avversari: non è insistita, appena è possibile si opta per la soluzione lunga, diretta sugli attaccanti per andare poi a contendere la seconda palla oppure sull’esterno sinistro Nkunku. Se nei primi minuti il Liverpool ha affrontato in modo aggressivo la costruzione del Lipsia, nella seconda parte del primo tempo ha prevalso un atteggiamento attendista pur con un baricentro di squadra medio-alto.

La ricerca dell’esterno francese nello sviluppo del gioco è stata quasi sistematica: la posizione alta in ampiezza garantiva infatti libertà nella ricezione, poichè Alexander Arnold era occupato nel lavoro di reparto della linea difensiva, impegnata dall’attaccante centrale e dal trequartista di parte. A questo va poi aggiunto il fatto che i rientri di Salah non erano rapidi in fase difensiva.

L’intenzione di attaccare il Liverpool sul lato sinistro del campo si evidenzia anche in questa circostanza, nella quale Klostermann si alza in conseguenza del movimento ad arretrare di Nkunku.

La squadra tedesca è decisamente mancata nella fase di rifinitura, in particolare nell’utilizzo della zona centrale a ridosso dell’area di rigore, aspetto nel quale in Bundesliga ha invece più volte dimostrato di eccellere, riuscendo ad aprire i blocchi difensivi avversari.

Il Liverpool ha affrontato questa gara adottando i principi cardine del proprio modello di gioco: in primis l’immediata riaggressione su palla persa che, soprattutto nei primi minuti, ha consentito al Liverpool di controllare il gioco. Qui un esempio di recupero palla di Fabinho in copertura preventiva a seguito di riaggressione.

Al minuto 23 il Liverpool ha avuto una nitida occasione gol mettendo in atto il suo formidabile potenziale nelle transizioni offensive, in questo caso complice una pigra transizione difensiva del Lipsia. Nel tridente d’attacco ha svolto brillantemente il compito di vice-Firmino il portoghese Diogo Jota: in considerazione della inferiorità numerica centrale e della disparità fisica rispetto alla coppia Mukiele-Upamecano, l’attaccante ha svolto la funzione di collegamento ai tre centrocampisti, andando a generare superiorità numerica in zona palla. Il terzetto di centrocampo ha vinto il duello nei confronti del reparto avversario, garantendo anche un’efficace copertura della zona centrale a protezione della linea difensiva.

liverpool lipsia

 

Un’altra caratteristica della squadra di Klopp è l’importanza dei due terzini nella manovra offensiva: Alexander-Arnold e Robertson sono primi per numero di passaggi tentati nel corso della gara.

All’intervallo Nagelsmann effettua una modifica tattica: entra Sorloth al posto di Kampl, la squadra si dispone ora con un più offensivo 352, probabilmente per aumentare lo sviluppo in zone centrali in alternativa alla soluzione Nkunku sul lato sinistro.

liverpool lipsia

Al minuto 60 ulteriore doppia sostituzione nel Lipsia con inserimento in fascia sinistra di Kluivert e conseguente accentramento di Nkunku ed il cambio in attacco Hwang x Poulsen. Proprio da quel lato arrivano le principali occasioni dei tedeschi, prima della ripartenza lunga che porta alla rete di Salah. Il gol è immediatamente seguito da un doppio cambio con cui Klopp immette forze fresche che irrobustiscono la squadra: Origi entra al posto di Diogo Jota come prima punta più strutturata mentre l’ex Keità prende il posto di Thiago a centrocampo. Proprio il neo entrato Origi realizza poco dopo il traversone per Manè che chiude il discorso qualificazione.

liverpool lipsia

Come accaduto nella partita di andata, anche in questa le due squadre si sono pressochè equivalse nel numero di tiri in porta ( 12 Liverpool, 11 Lipsia) ma le conclusioni dei Reds sono state più significative, come si può vedere dalla distribuzione zonale. Anche gli XG, calcolati da fbreff.com, attribuiscono una netta superiorità agli inglesi (Liverpool 2,3 Lipsia 1,0).

Al termine di un doppio confronto più equilibrato di quanto dica lo score finale si può infine affermare che il verdetto espresso dal campo è giusto, tenendo comunque presente quanto gli episodi influenzino l’esito della Champions League. Il colpo di testa di Sorloth, fermato dalla traversa al minuto 65 sul risultato di 0-0, avrebbe potuto riaprire il discorso qualificazione e regalarci un’ultima parte di gara più emozionante, così come accaduto nella gara tra Juventus e Porto.

Col passaggio ai quarti di finale il Liverpool mantiene così viva la propria stagione nella quale al momento non è per nulla certa la qualificazione alla prossima Champions. Il Lipsia, pur eliminato, compie comunque un altro passo nel consolidamento di un’identità internazionale dopo la semifinale dello scorso agosto e può ora concentrarsi sulla difficile ma non impossibile rimonta in Bundesliga nei confronti del Bayern primo in classifica avendo inoltre la chance di alzare il primo trofeo della propria giovane storia, la Coppa di Germania.

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