Spesso capita di sentire o leggere certe frasi come “Il presidente deve cacciare i soldi, servono nuovi giocatori” oppure “se il presidente non spende… non andiamo da nessuna parte” ecc…
Ma siamo proprio sicuri che basti così “poco“, un versamento di denaro, per poter risollevare le sorti di una squadra?
Innanzitutto una precisazione: ogni caso andrebbe analizzato a parte, infatti il “margine di manovra” della proprietà di una squadra di calcio è direttamente legata a 3 fattori:
– potenza economica della proprietà e dimensioni della società sportiva: se la proprietà ha un patrimonio 50x rispetto a quello della società sportiva, gli aumenti di capitale avranno maggiore impatto sulla controllata;
– situazione patrimoniale, economica e finanziaria della società sportiva: se la società ha un bilancio equilibrato a livello patrimoniale (rapporto investimenti/liquidità e debiti/capitale proprio) allora potrà assumere ulteriori debiti per finanziare nuovi investimenti; se la società chiude ogni anno il bilancio in “verde”, allora potrà aumentare i costi senza troppi patemi; se la società non ha un ammontare di debiti così elevato da generare uscite di cassa insostenibili, allora potrà aumentare le uscite di cassa senza generare delle crisi di liquidità;
– competizione a cui partecipa la società sportiva e i suoi obiettivi a breve termine.
Detto ciò, proverò a fare un esempio per dimostrare quanto a volte sia ben più complicato investire per riportare una società sportiva ai vertici del calcio nazionale e europeo.
La AS Roma è stata recentemente acquistata dalla famiglia Friedkin e nell’ultima finestra di calciomercato è stata molto attiva.
Ora la domanda sorge spontanea: perchè la Roma ha potuto investire così tanto nel mercato, nonostante una situazione di bilancio non “perfetta“?
La prima risposta che ti viene data se poni questa domanda al “bar” sarà, nel 99% dei casi: “sono arrivati gli americani con i soldi, finalmente!”
…
Ma questa frase corrisponde al vero?

I Friedkin proprietari dell’As Roma.
Doveroso fare una breve premessa, prima di rispondere:
A -Molte società sportive, in particolare in questo periodo di pandemia, hanno un bisogno costante di liquidità e chiudono ogni bilancio in negativo.
Questo discorso vale anche la As Roma: per dare un’idea della situazione, al 31 marzo 2021 la società registra una perdita (differenza costi – ricavi) pari a 108,3 milioni di euro per il periodo Luglio 2020 – Marzo 2021 (previsione per fine giugno 2021 dunque intorno ai -130 milioni).
Il patrimonio netto (capitale proprio della società + riserve +/- utile o perdita) al 31 marzo 2021, per via delle perdite in corso, è negativo di 42 milioni di euro: al 30 giugno 2020 era di -88 milioni, ciò significa che la nuova proprietà ha già versato parecchi soldi per poter migliorare la situazione patrimoniale della società (nella relazione di fine anno 2020 si parla di un versamento di circa 154 milioni).
B – Situazione debitoria: la Roma al 31 maggio registrava un indebitamento finanziario netto di 303,6 milioni di euro, in aumento di circa 50 milioni rispetto al 2020: ciò è dovuto ai nuovi finanziamenti aperti per far fronte alle esigenze di cassa, tutti erogati direttamente dalla proprietà la quale, in futuro, provvederà a convertirli in capitale sociale.
C – Per concludere, ricordiamo un concetto fondamentale: come abbiamo spiegato nell’articolo sul Milan, quando si acquista il cartellino di un giocatore avvengono 3 cambiamenti nel bilancio della società acquirente:
– aumento debiti per quanto dovuto per l’acquisto del cartellino;
– aumento costi per quote ammortamento e stipendio;
– uscite di cassa varie per commissioni e pagamento quota parte del cartellino.
Gli acquisti in questo mercato sono stati parecchi (per un investimento totale di poco meno di 100 milioni di euro solo per i cartellini, senza contare gli stipendi) a fronte di cessioni quasi gratuite (solo risparmio sull’ingaggio, vedi le cessioni di Dzeko e Under)…
Terminata la premessa, possiamo dire che la nuova proprietà ha “messo i soldi” per costruire la squadra?
La risposta, alla luce di quanto qui sopra illustrato è: si, la nuova proprietà ha investito parecchio, ma già lo stava facendo prima dell’inizio del mercato, anche soltanto per evitare di dover ridimensionare la società disinvestendo il patrimonio già in essere.
La proprietà già ora infatti versa qualcosa come 200 milioni di euro l’anno per tenere in equilibrio economico la società, ma nonostante ciò ha fatto una scelta molto forte e coraggiosa in questo mercato, preferendo aumentare ulteriormente le iniezioni di capitale per provare a colmare il gap con le altre società da un punto di vista sportivo mentre, dal punto di vista economico, la speranza è quella che la combinazione fine della pandemia + migliori risultati sportivi possa alleggerire il fabbisogno di liquidità costante e in aumento della AS Roma.
E’ proprio sull’ultima frase che bisogna porre l’attenzione: se si decide di fare un investimento importante, come ad esempio quello per Abraham, bisogna tenere bene a mente che l’aumento dei costi si rifletterà su più anni, in crescendo, generando un ulteriore aumento del fabbisogno di denaro della società in perdita.
Non basta prendere 40 milioni dal proprio conto corrente e versarli al Chelsea per poter comprare un nuovo attaccante, tutto fa parte di un piano pluriennale ben più ambizioso e già di base molto costoso, che era nei piani della società già ben prima dell’estate.
Funzionerà? La Roma tornerà a lottare per lo scudetto o per le prime 4 posizioni? La situazione economica e finanziaria della società tornerà a essere più sostenibile?
Il tempo ci darà le risposte a queste domande.
Link al sito aziendale: https://www.asroma.com/it/
0 comments on La Roma e gli sforzi della nuova proprietà