La nuova Fiorentina di Italiano: le novità della stagione 21-22
Fra le squadre più “curiose” del nostro campionato di Serie A, una di quelle che attualmente sembra già a buon punto del percorso iniziato in estate è sicuramente la Fiorentina: le idee portate dal nuovo staff tecnico, guidato da Vincenzo Italiano, unite ad una campagna acquisti finalmente oculata ed efficace, hanno portato di nuovo entusiasmo e ottimismo in casa viola.
Partiamo con una breve cronologia di quanto accaduto quest’estate: ad inizio Giugno il club toscano annuncia Gennaro Gattuso come nuovo allenatore. Dopo pochi giorni, lo stesso tecnico lascia l’incarico a seguito di alcuni screzi con la dirigenza.
Sembra che la stagione sia partita già con il piede sbagliato, come se non bastasse anche quella precedente era stata molto difficile e burrascosa, chiusa con un modesto 13esimo posto a 40 punti, il minimo sindacale per evitare la retrocessione.
Attualmente invece, la Fiorentina è una squadra che gioca un calcio completamente diverso, moderno e, fino a questo momento, efficace.
I CAMBIAMENTI NELLA ROSA DELLA FIORENTINA
Nonostante i viola sembrino una squadra completamente diversa, in realtà i nuovi acquisti sono stati relativamente pochi:
- Nicolas Gonzalez, esterno d’attacco arrivato dallo Stoccarda per ben 23,5 milioni di euro totali;
- Lucas Torreira, mediano ex Arsenal e Atletico Madrid, giunto a Firenze in prestito a 1,5 milioni con diritto di riscatto;
- Matija Nastasic, difensore centrale già in forza alla Fiorentina nel 2012/2013, arrivato per soli 500 mila euro;
- Alvaro Odriozola, terzino scuola Real Madrid, preso in prestito secco.
A questi volti nuovi si aggiungono vari giocatori in rientro dal prestito, fra cui i più coinvolti nel nuovo progetto tecnico sono stati Saponara, Terzic, Benassi e Sottil.
Se scaviamo a fondo nelle varie operazioni di mercato concluse, scopriamo che i maggiori costi imputabili all’anno in corso sono di circa 7 milioni e mezzo mentre le cessioni hanno generato un guadagno che, fra minori costi e plusvalenze, probabilmente toccherà i 20 milioni di euro, in attesa della conferma dei bonus pattuiti. Un bel risparmio se uniamo anche un monte ingaggi leggermente più basso rispetto all’anno precedente (in attesa dei dati ufficiali e degli eventuali rinnovi).
Questi dati danno ancora più lustro al lavoro svolto durante l’estate da Vincenzo Italiano e il resto dello staff.
ANALISI TATTICA STAGIONE 20/21
Andiamo ora ad analizzare qualche immagine sul campo, per evidenziare le differenze con l’anno precedente.
Il campionato 20/21 inizia con Beppe Iachini alla guida della squadra: la base da cui partire è una difesa a 3 classica, coadiuvata da 2 terzini. Non ci sono grandi “novità” da un punto di vista tattico, nel senso che i difensori durante le fasi senza palla attendono in posizione “sulla linea“, per poi scappare all’indietro quando l’avversario cerca la profondità.
In generale possiamo parlare di un 3-5-2 abbastanza scolastico e senza particolarità degne di nota:

Non c’è pressing a centrocampo, dunque i centrali scappano per coprire la profondità.

La squadra attende nella propria metà campo l’avversario, ma il centrocampo è troppo statico sulle sue posizioni e non da’ copertura alla difesa.

Se non c’è pressing sui portatori di palla, quest’ultimi costringono la squadra a schiacciarsi verso la propria porta: la difesa perde il vantaggio di difendere in posizione.
Nonostante il tentativo di fare densità nella propria metà campo, la mancanza di intensità in fase di pressing costringe spesso i centrali a correre all’indietro: si vanificano così gli sforzi fatti nel cercare di rimanere vicini e ordinati. Ad inizio stagione questa difficoltà nel dare copertura alla linea di difesa schierata poteva essere ricondotta a una scarsa condizione atletica, ma nel corso della stagione le cose non sono migliorate molto.
Anche in fase di impostazione è facilmente riconoscibile la difesa a 3, con il classico regista davanti ai centrali in attesa del pallone, facile preda però della marcatura a uomo avversaria:

La difesa a 3 in fase di impostazione e la marcatura sul regista (Amrabat, cerchio viola).
Seppur di semplice applicazione, questo sistema statico non permette di uscire rapidamente dalla difesa palla al piede: spesso i centrali devono dialogare a lungo fra di loro prima di poter verticalizzare con efficacia su una mezz’ala o una punta.

Un altro esempio della fase di impostazione della Fiorentina prima versione 2020: ancora una volta, il regista e i centrocampisti, fermi nelle loro posizioni, sono marcati a uomo.
Dopo sette giornate, Beppe Iachini lascia il posto a Cesare Prandelli: un grande ritorno sulla panchina della Viola. Dal punto di vista tattico si incomincia ad intravedere in campo una linea a 4:

Un primo accenno di cambiamento: ora la Fiorentina difende con due linee da 4.

Ora Vlahovic ha un doppio supporto che arriva dai due esterni d’attacco: spesso dunque si ritrova marcato a uomo (cerchio viola), in una situazione più fruibile, soprattutto se vicino alla porta.
La presenza degli esterni d’attacco, in particolare quando gioca Ribery (che però ha chiuso la stagione con solo 2 gol in 29 presenze), permette di avere maggiore dinamismo e imprevedibilità durante le fasi di attacco. Vlahovic ora viene spesso marcato a uomo e non è più isolato in mezzo a più difensori avversari: durante la gestione Prandelli metterà a segno 8 reti.
Nonostante ciò, in alcune partite, soprattutto quelle più difficili sulla carta, ecco che ritorna la difesa a 3. C’è da dire che essendoci in rosa esterni con grande gamba (Biraghi, Lirola e Callejon in primis) e difensori molto fisici (Pezzella e Milenkovic in primis) sarebbe stato impossibile abbandonare definitivamente, a stagione in corso, la difesa a 3.

Contro una squadra forte, ecco il ritorno del 3-5-2, più compatto e aggressivo (migliore condizione fisica?).
Nonostante questi timidi accenni di cambiamento, i risultati non migliorano più di tanto e dopo la 28esima giornata Prandelli rassegna le dimissioni (le motivazioni sono ancora oggi poco chiare): il ritorno di Iachini porta al ritorno quasi definitivo della difesa a 3, nell’ottica di racimolare i punti necessari per raggiungere l’obiettivo minimo, la salvezza.
In sintesi, quello che, dal nostro punto di vista, è parso mancare ai Viola nella stagione 2020-2021 è stata soprattutto una mentalità più aggressiva, più incline ad esaltare le caratteristiche di giocatori molto forti (almeno sulla carta) dal punto di vista tecnico ma che all’atto pratico sono parsi sempre un po’ troppo statici, troppo legati al loro ruolo in campo.
La squadra ha sempre mantenuto questa linea (al netto dei cambi in panchina), il che ha creato un discreto malumore attorno all’ambiente viola.
ANALISI TATTICA FIORENTINA STAGIONE 21/22
Nella nuova stagione quello che colpisce è il dinamismo ritrovato dei giocatori in campo: aldilà dei risultati, è facile notare come la squadra ora abbia una filosofia diversa, verrebbe da dire più “moderna”.
Partiamo col dire che il nuovo tecnico Vincenzo Italiano si affida sin da subito alla difesa a 4, oltre che a 2 esterni d’attacco a support del bomber della squadra, Dusan Vlahovic.
Il 4-3-3 che disegna l’ex allenatore dello Spezia è molto fluido e audace, un bel cambio di passo rispetto alla stagione 20/21.

In fase di non possesso la squadra accorcia in avanti con più decisione: ci sono 5 giocatori con i piedi nella metà campo avversaria, nonostante la palla sia in movimento e gli avversari siano a una cinquantina di metri dalla porta.
In fase di non possesso, partendo dalla propria posizione, i giocatori cercano spesso l’anticipo accorciando in avanti: nonostante l’Atalanta fosse in possesso palla all’altezza della propria trequarti e con diversi uomini alle spalle del centrocampo viola, Bonaventura (cerchio rosso più in alto) accorcia in avanti con decisione e ruba palla. Questo atteggiamento alza il baricentro della squadra (anche i compagni, vedi Odriozola, lo seguono in avanti).
A volte questo atteggiamento può anche essere dannoso, come nell’azione che porta al rigore poi fallito da Insigne (Fiorentina-Napoli 1-2):

Ci sono 7 giocatori che pressano in avanti: Ruiz con un lancio li supererà tutti e manderà in porta Osimhen.
Aldilà dell’efficacia nel concreto di questa maggiore aggressività senza palla, fa piacere vedere come Italiano sia riuscito in un’estate a cambiare il modo di pensare dei suoi giocatori.
Passiamo ora alla fase di impostazione, un momento ormai chiave nel calcio moderno. Italiano in generale ha disegnato un 4-3-3 per la sua viola: in fase di possesso è facilmente riconoscibile:

Il 4 + 3 rimane anche in fase di possesso ma cambiano i giocatori: in questo istante Gonzalez ha preso il posto di Castrovilli.
Nonostante dunque la struttura base rimanga, innanzitutto la difesa si allarga per sfruttare in ampiezza il campo e favorire la verticalizzazione dei difensori / centrocampisti; quello che è interessante notare è come ci sia un continuo scambio di posizioni fra i giocatori, in questo caso è Nico Gonzalez a abbassarsi e prendere il posto di Duncan (fuori immagine vicino alla punta). Questi scambi favoriscono lo smarcamento e costringono i difensori avversari a fare una scelta: rimango in posizione o seguo il mio diretto avversario? In questo caso Nico Gonzalez sarebbe stato completamente libero di ricevere ed avanzare, ma a ricevere palla fu Bonaventura dal lato opposto.

Anche il portiere riveste un ruolo fondamentale in fase di possesso, attirando a se alcuni attaccanti e aprendo spazio alle spalle della linea di pressing.
Se l’avversario alza il pressing, il portiere è incaricato di tenere palla e diventare il primo playmaker delle squadra: ormai moltissime squadre oggi adottano questa soluzione per allungare la squadra avversaria e per liberare dunque lo spazio per la verticalizzazione sulle punte.
A proposito di verticalizzazione sulle punte, è molto interessante vedere il modo in cui si pongono i 3 giocatori più avanzati della Fiorentina in fase di attacco:

Il lavoro spalle alla porta delle punte, per “dare l’uscita” ai difensori pressati.
Come mostrato in questa immagine, la Fiorentina intenzionalmente attrae gli avversari nella propria trequarti mentre le punte prendono posizione davanti ai difensori: così facendo, si apre la possibilità di verticalizzare in avanti e saltare letteralmente metà della squadra avversaria con un solo passaggio. In questo caso è Vlahovic a ricevere il lancio di Biraghi, che era sotto pressione vicino alla propria area di rigore: se da una punta è facile aspettarsi questo movimento spalle alla porta, una cosa che si nota poco nelle altre squadre è vedere lo stesso movimento effettuato dall’esterno. Nella partita con l’Atalanta infatti, a volte era lo stesso Sottil a prendere posizione davanti al difensore, dando una seconda via d’uscita al pressing avversario. Anche nell’immagine qui sopra, la giovane ala viola era davanti all’uomo, in attesa del pallone sui piedi. Da notare infine come la mezzala opposta non perda tempo per accompagnare l’azione, come se già sapesse che il pallone sarebbe arrivato a Vlahovic prima ancora che partisse il lancio.

Un altro esempio dell’uscita dal pressing avversario della Fiorentina.
ALCUNE STATISTICHE INTERESSANTI
Volgiamo ora, per concludere la nostra analisi, uno sguardo ad alcune statistiche rilevanti.
In linea di massima è inutile ribadire che i risultati sono migliorati e, ovviamente, anche i dati sugli Expected Goals ed Expected Assist sono in media più alti in questo inizio stagione rispetto a quelli della passata stagione (calcolati su tutto l’anno). Più interessante è notare come il possesso palla medio sia attualmente superiore al 50%: per dare un’idea del cambiamento avvenuto sul campo, in una sola estate, la Fiorentina tra marzo 2021 e maggio 2021 non ha mai superato il 50% di possesso palla in una singola partita!
Per dare un senso a questo dato sul possesso palla, proviamo a scavare a fondo tra le statistiche individuali: Biraghi (quest’anno capitano dei viola) è il giocatore che quest’anno, in media sui 90 minuti, ha toccato più palloni, circa 76 a partita, contro i 63 dell’anno scorso. In generale, tutti i difensori (compresi i portieri) hanno effettuato più tocchi di palla: un segno evidente di come la costruzione da dietro, attirando gli avversari a sè, abbia coinvolto ovviamente in particolar modo i giocatori del reparto arretrato, senza però pregiudicare i risultati della squadra e la pericolosità degli attaccanti.
A proposito degli attaccanti, non si può non parlare di Dusan Vlahovic: la punta serba anche quest’anno sta tenendo un buon rendimento, i suoi dati sono in linea con quelli dell’anno passato. Aldilà di quello che accadrà in futuro, attualmente rimane il terminale offensivo perfetto per il gioco propositivo “marchio di fabbrica” di Vincenzo Italiano. A far la differenza rispetto al 20/21 però sono stati gli altri giocatori offensivi, il cui rendimento è migliorato sensibilmente: Bonaventura, ad esempio, è finalmente una parte importante del progetto viola, spesso titolare e coinvolto nelle azioni d’attacco.
L’ex centrocampista del Milan ha, in media, migliorato tutti i suoi dati (tocchi di palla, passaggi, Xg e Xa per citarne alcuni).
Fra i nuovi, il più utilizzato è stato l’esterno d’attacco Nicolas Gonzalez, ragazzo giovane ma già molto attivo in questa stagione: l’argentino ha generato l’11% degli Xg e il 16% degli Xa totali di squadra in 6 presenze totali. Sicuramente le aspettative riposte nell’ex Stoccarda erano molto alte, ma non si può certo dire che non le abbia ripagate.
Per concludere, ecco alcune caratteristiche più rilevanti e curiose della squadra di Vincenzo Italiano:
- Nonostante la squadra si disponga con il 4-3-3, la maggior parte delle azioni offensive provengono dal centro del campo (44%), così come i tiri (63%). Questo dato è figlio probabilmente delle verticalizzazioni spesso cercate sin dai primi metri del campo verso gli attaccanti spalle alla porta, oltre alla presenza di esterni d’attacco che giocano “a piede invertito” (Sottil, Gonzalez);
- Escludendo i rigori realizzati (3), 4 gol su 7 sono arrivati dopo una lunga azione manovrata partita da “lontano“;
- Nonostante la costante ricerca del passaggio in verticale per “saltare” il pressing avversario, l’83% dei passaggi totali è stato breve, i cross rappresentano solo il 3%.
Quando leggiamo le statistiche, non dimentichiamoci che si sono disputate solo 7 partite di Serie A 21/22.
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