L’Arsenal di Arteta non riesce più a risollevarsi. Dopo un inizio di stagione che sembrava incoraggiante, iniziato con la vittoria del Community Shield e due buone vittorie in campionato contro Fulham e West Ham, i Gunners sono entrati in un periodo di crisi di risultati indefinito. Nelle ultime 12 partite la squadra di Arteta ha vinto solo due volte: contro lo Sheffield United ad inizio ottobre e contro il Manchester United ad inizio novembre. Dopodiché l’abisso, Europa League a parte.
La squadra londinese ha grossi problemi difensivi, che nascono probabilmente da alcune lacune della rosa, ma anche dall’atteggiamento in campo dei giocatori, i continui cambi dell’allenatore e le idee poche chiare dello stesso.
La fase difensiva è la principale causa dei risultati negativi dell’Arsenal. Arteta ha scelto di ricominciare in questa stagione da un sistema difensivo a 5, con 3 centrali puri, ovvero David Luiz e Holding, e spesso schierando Tierney (che in realtà è un terzino sinistro di ruolo) come centrale di sinistra. Con l’inserimento di Gabriel (forse una delle poche sorprese positive di questa stagione) il disastroso David Luiz è stato relegato alla panchina.
Sulle fasce a sorpresa è stato scelto Saka sul lato sinistro, e Bellerin sul lato destro. Un modo forse troppo spregiudicato di pensare di affrontare un campionato variopinto e problematico come la Premier League. Nelle ultime partite Arteta è persino tornato a 4, per provare a creare di più offensivamente, scegliendo di inserire in maniera più naturale Tierney come terzino, ma la coppia difensiva Gabriel-Holding ha fatto letteralmente acqua da tutte le parti.

Qui andiamo a vedere il gol subito contro il Southampton. L’Arsenal difendeva a 5, qui Gabriel esce sull’avversario in maniera aggressiva rompendo la linea, ma si fa superare e lascia campo aperto per i Saints, con Walcott che scatta alle spalle di Tierney, e se lo perde totalmente.
Sul reparto difensivo l’alone del fallimento aleggia. Nel mercato della stagione 2019-20 l’Arsenal spendeva 28 milioni di euro per William Saliba, che sembrava uno dei più importanti prospetti del calcio francese. Dopo l’anno al Saint-Etienne il giovane francese sembrava pronto quantomeno a rientrare nel roster dei Gunners, e invece sta giocando con la squadra Under-23. Sokratis Papastathopoulos è finito fuori rosa (e forse avrebbe persino fatto comodo in questo momento), così i Gunners si sono presentati ai nastri di partenza con una rosa che a livello difensivo sembra mal costruita, dal punto di vista dell’esperienza ma anche delle qualità tecnico-tattiche.
Il vero grosso problema tuttavia l’Arsenal ce l’ha a centrocampo. Sembra assurdo pensare che questa squadra si sia liberata in fretta e furia di Lucas Torreira (che brillava in Serie A alla Sampdoria) per puntare tutto su Thomas Partey, spendendo 50 milioni di euro, per poi ritrovarsi a giocare con Ceballos e El Neny, o Ceballos e Xhaka, con il ghanese che non viene convocato da più di un mese.
A centrocampo manca filtro, manca pulizia nella costruzione del gioco, manca attenzione nel ricoprire gli spazi, manca praticamente tutto quello che servirebbe ad una squadra per giocare con un 3-4-3 o con un 4-2-3-1, i due moduli scelti da Arteta.

Il primo gol subito contro l’Everton. La squadra è schiacciata, sta difendendo con due linee, ma è sostanzialmente passiva. David Luiz guarda la palla e non segue l’inserimento di Calvert-Lewin alle sue spalle. Sarà poi l’attaccante inglese a siglare il gol di testa.
A livello offensivo invece si apre il paradosso più grande di questa squadra. Qualcosa che forse ha anche a fare con la storia recente dell’Arsenal.
I Gunners sono sempre stati una squadra che da spettacolo, che compra giocatori offensivi, che ne sviluppa di importanti, questo anche a discapito del rendimento difensivo della squadra. Finora invece in Premier League l’Arsenal è quart’ultimo per reti fatte, solo il WBA, il Burnley e lo Sheffield hanno fatto peggio, ma la cosa peggiore la si può notare anche confrontando i numeri dei gol fatti con gli expected goals.
Guardando i numeri di Understats la squadra di Arteta non è in underperfomance come ci si potrebbe aspettare. Sì, avrebbe potuto avere un po’ più di fortuna e di precisione (15,49 gli xG raccolti, 12 i gol fatti) ma non in maniera poi così clamorosa. Insomma, questo è l’Arsenal, una squadra che produce poco, segna ancora di meno, e non ha idea di come attaccare l’area di rigore avversaria.
Continuando a parlare di numeri, molto ha a che fare con Aubameyang. Il Capitano e trascinatore fino a pochi mesi fa della squadra ha avuto un calo di rendimento vistoso.

Questa stagione è letteralmente un incubo a livello realizzativo per l’ex-Dortmund. Tutti i numeri sono andati a picco, tranne quelli delle chance create – Dati Soccerment
Forse sarebbe il caso di reinserire Aubameyang nel suo ruolo naturale, di prima punta centrale? Certo, bisognerebbe finalmente capire come integrarlo al massimo con Alexandre Lacazette, ormai l’ombra del grandissimo attaccante visto a Lione, ma pur sempre una fonte limpida di occasioni da rete.

Fanno impressione anche i numeri di Lacazette, ma la luce in fondo al tunnel è quel dato sulle chance create.
Se Arteta vorrà tenersi il posto, molto dipenderà dalle scelte offensive (e non ho per niente toccato altri argomenti caldi come Ozil, Pepe e Willian). Per tenersi la panchina, e riprendere un po’ di entusiasmo, l’allenatore spagnolo dovrà tornare all’antica vocazione dei Gunners. Lo spettacolo prima di tutto… i gol, il divertimento, quando torneranno quelli, probabilmente vedremo un Arsenal pronto per tornare in zone di classifica più alte, anche se ormai le speranze di andare in Champions League sembrano lontanissime
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