Non è stato un Inter-Milan con delle giocate di alta classe, o con un livello tecnico altissimo, ma quello vinto dal Milan è stato un derby intenso, fisico, veloce e molto spettacolare. Una partita quasi dai ritmi inglesi, che ha premiato la squadra più in forma del campionato, nonché la squadra che meglio si adatta a questo gioco, e che ha dettato i tempi della partita… il Milan di Pioli.
La squadra rossonera fin da subito ha imposto il proprio tempo alla gara, aggrovigliando l’Inter in un pressing asfissiante che non permetteva alla squadra di Conte di impostare per bene da dietro, e che allo stesso tempo accorciava il campo, accettando con coraggio l’uno vs. uno fra i due centrali e le due punte.

Inter-Milan: le marcature del Milan sulla costruzione dell’Inter, con particolare attenzione a Bennacer, che marcava Barella, l’uomo che doveva liberarsi alle spalle della pressione milanista. Handanovic qui non ha altra possibilità che lanciare su Lukaku o Martinez.
Così Pioli ha sorpreso Conte, cominciando la partita con il piede sull’acceleratore e colpendo con delle transizioni offensive altrettanto pericolose. Il Milan, dal canto suo, è una squadra che prova a costruire da dietro con i centrali, e con i due mediani, ma che non ha alcun problema ad alzare la palla puntando sul piano B, o forse dovremmo dire il piano Z.
Sono stati 9 i duelli aerei vinti da Zlatan Ibrahimovic sui 13 tentati, un numero mostruoso, che la dice lunga su come abbia dominato la gara nella sua interpretazione della gara, dando sempre un’alternativa alla manovra, dando sì un punto di riferimento da marcare ai centrali dell’Inter, ma allo stesso tempo dando uno spazio enorme da attaccare in profondità a Calhanoglu.

Ibra vince un duello aereo, rimane sul lato destro del campo a scambiare con Calabria e Saelamaekers, nel frattempo Calhanoglu attacca la profondità
Il rigore che sblocca la partita nasce da una transizione offensiva lunga, ma conclusa velocemente e con precisione dal Milan, con l’Inter che svela ancora una volta i problemi che la stanno attanagliando in questo inizio di campionato. Conte sta provando a costruire una squadra ambiziosa, che porta tanti uomini in attacco, che gioca con due quinti di centrocampo che in realtà sono esterni offensivi (Perisic e Hakimi) e che, quando difende, si affida quasi esclusivamente alle doti dei propri centrali difensivi.

Come nasce il primo gol di Inter-Milan? I nerazzurri perdono pallla ed hanno 8 uomini nella trequarti offensiva, il Milan con 3 passaggi in verticale arriva dall’altro lato del campo. Ci mette il suo poi Kolarov, con il goffo fallo da rigore su Ibrahimovic
Anche nell’azione dello 0-2 vediamo una squadra troppo lunga, quella dell’Inter, e una squadra che banchetta negli spazi. In particolare queste situazioni sono adatte a Calhanoglu, che è un trequartista diverso da quello che siamo abituati a vedere. Un giocatore tecnico, ma che gioca a uno-due tocchi, quasi sempre in verticale, quasi sempre con un’intensità che deriva dai suoi anni di crescita (ed esplosione) nel sistema di gegenpressing furioso ed altalenante di Roger Schmidt al Bayer Leverkusen.

Il Milan riparte, c’è troppo spazio fra difesa e centrocampo dell’Inter, Calhanoglu serve Leao che può puntare (e superare) D’Ambrosio.
Non è stata una partita del tutto negativa dal punto di vista offensiva per l’Inter, che ha prodotto 2,6 expected goals – più del Milan, con 2,3 – i nerazzurri sanno arrivare davanti la porta, hanno un potenziale impressionante, le combinazioni Lukaku-Hakimi potenzialmente creano una big chance a partita, ma probabilmente Conte deve rendere più razionale l’occupazione degli ultimi 25 metri di campo.

La parte bella di avere Kolarov come braccetto sinistro. Il serbo si spinge nell’halfspace fino a centrocampo, serve Perisic sulla sinistra, il croato è bravo a crossare nella zona di Lukaku
Barella nelle ultime due gare, nel ruolo di trequartista un po’ atipico, è quasi sempre stato uno dei migliori in campo, è bravissimo ad interpretare il ruolo in tutti e due gli aspetti ormai fondamentali per il gioco.
Pressa, recupera, è importante per le ripartenze corte, ma ovviamente non ha il piede di Eriksen o Sanchez nell’ultimo passaggio. Forse Conte dovrà provare a rivedere questi aspetti, con il danese che sembra ormai sempre di più un emarginato, entra a partita in corso, in un contesto in cui le squadre sono lunghe ed è difficile trovare linee di passaggio utili per lui.

Il ruolo di Barella in Inter-Milan. Servito da Vidal porta palla negli ultimi metri, gioca a muro con Lautaro e chiude un triangolo veloce. Da notare come i due attaccanti dell’Inter siano seguiti a uomo dai centrali del Milan.
Il lascito di questo Inter-Milan
Il Milan continua nel suo straordinario momento di forma, è primo a punteggio pieno, ha subito un gol, e con il ritorno di Ibrahimovic sembra essere una squadra quasi perfetta per i ritmi che stiamo vedendo in questo campionato frenetico. Vedremo come Pioli gestirà la rosa in vista dell’impegno di giovedì in Scozia contro il Celtic, con l’orizzonte aperto su Milan-Roma.
Conte invece riceverà il Borussia Gladbach con tante domande da farsi. Continuare a puntare su Kolarov come difensore? Continuare a dare fiducia a Perisic? Come affinare l’intesa fra i suoi giocatori più importanti, cercando di non sacrificare troppo in avanti per avere equilibrio in difesa?
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