Analisi tattiche, Serie A

Come la Lazio ha stravinto il derby di Roma

On Gennaio 16, 2021
By Benedetto Greco | 0 Comments

Il primo derby di Roma della stagione viene vinto dalla Lazio di Simone Inzaghi, grazie a delle buone intuizioni tattiche e alla serata “no” degli uomini di Fonseca.

I biancocelesti giocavano il derby quasi come se fosse un’ultima spiaggia. Una sconfitta, o un pareggio, avrebbero allontanato ancora di più i posti più alti della classifica, mentre la Roma veniva da un buon risultato contro l’Inter e poteva guardare dall’alto i grandi rivali.

Non è chiaro se questo abbia influenzato l’andamento della gara, ma di certo la squadra di Inzaghi è scesa in campo con delle motivazioni in più, ed ha quasi subito messo in chiaro le scelte tattiche dell’allenatore, che hanno letteralmente messo in crisi il sistema di gioco della Roma.

In realtà Inzaghi non ha dovuto inventare nulla di cervellotico, si sa che la sua Lazio è una squadra che rende meglio quando non ha la palla e quando deve gestire gli spazi che ha a disposizione negandoli agli avversari. Quando doveva costruire, la squadra biancoceleste abbassava Leiva fra i centrali, allargando Radu sulla fascia, e creando una linea a 4.

lazio -roma 1

In questo modo Veretout è sempre in bilico. Non sa se andare a pressare in alto Leiva (come in questa lavagna tattica) o lasciare le punte in inferiorità numerica, ma tenere la posizione a centrocampo

Una volta ottenuta la superiorità numerica in fase di costruzione, la Lazio faceva ulteriormente saltare i meccanismi di pressing della squadra di Fonseca utilizzando attivamente Pepe Reina per risalire il campo, o con lanci lunghi, o con passaggi mirati a tagliare le linee. Inzaghi ha volontariamente quasi spezzato la squadra in 2, fra 5 giocatori che costruiscono l’azione, e gli altri 6 che si alzano molto, ad andare a creare un 1 vs. 1 contro i difensori della Roma, e Luis Alberto come perno della squadra, unico che può prendersi la licenza di ricevere la palla e gestire i ritmi della gara a piacimento.

Non è un caso che Pepe Reina sia stato il primo della sua squadra per passaggi tentati (49), e il primo in tutta la partita per lanci lunghi tentati (25), lanci lunghi riusciti (11) ma soprattutto per metri guadagnati verso la porta avversaria attraverso passaggi (1343 m.), come ben riassunto qui da CalcioDatato.

La Roma è andata totalmente nel pallone, non ha saputo gestire queste situazioni, ed è stata anche sfortunata a cadere nel tranello ad inizio match, con il lo scivolone di Smalling prima e Ibanez sull’attacco diretto della Lazio che nasceva da un buon calcio d’angolo creato dalla Roma.

lazio-roma 2

Grottesco che in una situazione del genere nessuno abbia aiutato Ibanez, notevolmente in difficoltà, anche solo richiamando il compagno.

Dal primo gol in poi la squadra di Fonseca non ha saputo reagire, cadendo ancora di più nella trappola ben congeniata da Inzaghi. La Lazio è a proprio agio quando difende con un blocco medio basso, congestiona gli spazi centrali, e riparte in verticale. In effetti Inzaghi ha replicato l’atteggiamento che aveva portato i biancocelesti alla vittoria contro il Borussia Dortmund – allora allenato da Favre – con la Roma che, tristemente, ha finito per vestire i panni dei gialloneri in pieno.

Per quasi tutta la partita la manovra della Roma si è ridotta a questo sterile palleggio, con i braccetti che si allargavano in una posizione laterale ma non avevano altro sbocco che quello di andare in verticale sul quinto (quindi Karsdorp e Spinazzola), che veniva pressato con tranquillità dalla Lazio. Non è un caso che i giocatori che hanno toccato di più la palla fra quelli di Fonseca siano Ibanez (117), Smalling (96) e Mancini (81)

 

Spinazzola decide di andare in conduzione centralmente pur capendo di creare più problemi alla sua squadra in caso di perdita della palla, che problemi a quella avversaria. Da questa decisione scellerata nasce l’azione del 2-0.

Dal 2-0 in poi la Roma va totalmente in crisi. Una crisi che non viene mitigata nell’intervallo, ma che anzi si aggrava, con i giallorossi che non riescono a prendere la porta fino all’occasione che Dzeko ha ormai con la gara arrivata al suo tramonto oltre l’80’. I centrali della Lazio sono stati eccelsi soprattutto nel bloccare le ricezioni del bosniaco, che terminerà la partita con appena 27 tocchi di palla (la sua media, quando gioca titolare, è di 34,2 a partita), e i movimenti di Mkhitaryan, reso inoffensivo, e praticamente mai servito con un po’ di spazio a disposizione dai compagni.

La Lazio ha creato quasi tutte le occasioni più pericolose, poi, attaccando sul lato destro del campo, dove Lazzari ha approfittato del lavoro difensivo praticamente nullo di Spinazzola per puntare Ibanez, andato esageratamente in difficoltà ieri sera, e per creare i presupposti per praticamente tutti i gol della sua squadra.

Conclusioni

La Lazio rientra in piena corsa Champions, accorciando di 3 punti su una rivale diretta, e mettendo in discussione molte certezze della Roma di Fonseca. Ancora una volta è sembrata inadeguata la preparazione del big match, ancora una volta il tecnico portoghese non ha saputo leggere la gara in corsa, provando a cambiare qualcosa con i cambi o cambiando atteggiamento tattico. Fin dall’inizio erano evidenti le falle della Roma, che non è mai sembrata entrare in partita.

 

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