Analisi tattiche

Atletico Madrid-Barcellona, l’analisi tattica

On Novembre 22, 2020
By Marco Roberti | 0 Comments

Per momento della stagione, al ritorno dalla seconda sosta delle nazionali, con già un quarto di campionato di Liga alle spalle, e stato di forma delle due squadre Atletico-Barcellona si presentava come una partita chiamata a dare delle risposte a tutto il campionato. Così, in un certo senso è stato, con l’Atletico Madrid che ha vinto il suo primo vero crocevia stagionale portandosi a nove lunghezze di vantaggio sui blaugrana (non succedeva dagli anni ’90): non irrecuperabili, ovvio, ma tali da far inquadrare il diverso inizio di campionato.

Dalla partita è assente uno degli ex, quello che più recentemente ha fatto il salto della barricata, Luis Suarez a causa della sua positività al covid-19. Per sostituirlo Simeone sceglie Correa con Joao Felix e a supporto. Viene confermata la difesa a 3 con Koke davanti alla difesa, Saul e Marcos Llorente mezz’ali e Carrasco e Trippier esterni. Koeman invece non cambia modulo e conferma Griezmann in attacco, vista l’assenza di Ansu Fati (che ne avrà per un bel po’); Pjanic prende il posto di Busquets in coppia con De Jong in mezzo al campo e Sergi Roberto vince il ballottaggio con Dest, nonostante i tanti minuti giocati con la Spagna negli scorsi giorni.

Atletico-Barcellona, il piano tattico iniziale

A dominare la partita, almeno all’inizio, è stato il Barça, abile a stoppare sul nascere le iniziative avversarie e a giocare a ritmo tambureggiante nei pressi dell’area avversaria. Particolarmente attivo Dembelé costantemente cercato in isolamento contro Carrasco, una situazione preparata a tavolino: il francese è stato bravo, almeno inizialmente a prendere il fondo e a servire dei buoni cross in mezzo (tra cui un’occasionissima per Griezmann), ma poi lo stesso Carrasco, coadiuvato da Hermoso, gli ha preso le misure

Heat map di Dembele durante la partita: chiari i suoi compiti no? – fonte Whoscored

Dopo qualche difficoltà iniziale, invece, l’Atletico Madrid ha cominciato ad avere fasi di possesso palla più prolungate sfruttando le rotazioni posizionali, soprattutto sulla fascia sinistra dove molto spesso Carrasco veniva dentro al campo mentre si allargavano alternativamente Joao Felix o Saul

Qui Joao Felix si allarga per ricevere il rilancio di Oblak: vince il duello di testa e serve Carrasco che si era inserito centralmente

Ma a creare i maggiori problemi alla difesa blaugrana sono stati i continui movimenti degli attaccanti volti a far uscire i centrali dalle loro posizioni per consentire l’inserimento dei centrocampisti: senza punti di riferimento, gli ospiti sono andati in confusione non riuscendo quasi mai a frenare i frequenti scambi nello stretto

Qui è Saul largo, Joao Felix che attira Pique e ancora una volta Carrasco che può buttarsi nello spazio

Avanti-dietro e di prima Koke trova il terzo uomo alle spalle della linea difensiva del Barcellona costretta a rincorrere

Pur mostrando una buonissima fase di attacco posizionale, l’Atletico è passato però in vantaggio alla fine del primo tempo sfruttando un’altra sua arma preziosa, ovvero il contropiede anche perché la velocità di Carrasco, Joao Felix e Correa rendeva possibile anche questa soluzione. E sulla rete che poi ha deciso l’incontro c’è la firma di Ter Stegen, uscito in maniera sconclusionata, ma anche quella del belga che, non appena ha visto il recupero di palla da parte dei suoi, si è sganciato in avanti come un treno, segnale che era una situazione preparata in allenamento.

Barça a velocità ridotta

Il gol arrivato quasi al termine del primo tempo ha ovviamente colpito i catalani che hanno iniziato la ripresa dando l’impressione di poter assediare il fortino dell’Atletico. In realtà questo non è avvenuto e le palle gol più grandi sono state originate da situazioni di palla inattiva e non da azioni manovrate. I colchoneros dal canto loro si sono difesi in maniera molto ordinata non concedendo spazi e arrivando comunque a pungere in contropiede. Dalla panchina Koeman non è riuscito a incidere coi cambi dato che Coutinho, Braithwaite e Trincao non hanno mostrato il cambio di passo necessario per indirizzare diversamente il corso della partita. E così il Barcellona piano piano ha anche affievolito il ritmo dei suoi attacchi concedendo agli avversari momenti di gara in tranquillo possesso palla.

L’Atletico vola, il Barcellona esce con le ossa rotte

L’infortunio di Pique, occorso al 62′, ha levato un po’ di fiducia alla squadra, soprattutto per quel che riguarda l’accorciare in avanti, e rischia di essere la peggior notizia della serata. Ma non ce n’è una realmente buona: Messi ha trotterellato senza trovare l’intuizione giusta e ieri sera ha rallentato l’azione dei suoi; Griezmann rimane il consueto punto interrogativo in coppia con la pulga associandosi poco coi compagni  e cercando ancor meno la profondità (con movimenti verticali che sarebbero stati importantissimi per stirare la difesa avversaria); un centrocampo disordinato che non è riuscito a dare adeguata copertura alla linea difensiva (ma sono problemi che già sottolineavamo per la scorsa gara).

L’Atletico si conferma invece l’unica squadra imbattuta in Liga e lo fa con un’altra prova di carattere e consapevolezza dei propri mezzi. Joao Felix, pur non incantando, ha interpretato benissimo tutte le situazioni di gioco alternando movimenti ad allargarsi e dilatare le maglie della difesa blaugrana e ad accentrarsi per rifinire tra le linee dove viene fuori tutta la sua classe. Se di Carrasco abbiamo già detto, bisogna sottolineare le prove di altri due centrocampisti. Il primo è Koke che davanti alla difesa ha perfettamente adempiuto al ruolo di frangiflutti e in fase di costruzione ha fatto girare il pallone a un tocco, superando le linee di pressione con gran facilità. Il secondo è Marcos Llorente della cui crescita continua ci stupiamo sempre meno.

Situazione simile a quella descritta prima: Correa attira un difensore centrale e Llorente legge lo spazio da attaccare molto prima dei centrocampisti avversari

Llorente arriva praticamente in porta (e prenderà una traversa)

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