Turchia-Italia 0-3: gli Azzurri dominano e convincono
Nella gara inaugurale di Euro 2020 l’Italia batte in maniera netta e perentoria la Turchia, cominciando subito bene il proprio europeo, dominando una gara dal primo minuto al novantesimo.
Le premesse per il tradizionale debutto abulico e nervoso per l’Italia c’erano tutte: aspettative altissime, partita in casa, avversario rognoso e con un gioco prettamente difensivo, qualche infortunio di troppo che ha un po’ rovinato i piani di Mancini. E invece la nazionale italiana ha rovesciato questa tradizione, vincendo la gara inaugurale dell’Europeo con una dimostrazione di forza impressionante, e con un gioco che poche volte si era visto nella storia degli Azzurri.
Le scelte iniziali
Mancini non ha sorpreso nessuno, scegliendo la formazione che più o meno tutti davano per titolare. Il sistema di gioco di base è sempre il 4-3-3, che in realtà si declina in un 3-2-5, con Florenzi, Bonucci e Chiellini a gestire la prima costruzione, Jorginho che si associa a loro in verticale, Locatelli a fare il vice Verratti sul centro-sinistra, Barella che si alza praticamente vicinissimo alla linea degli attaccanti, Spinazzola largo a sinistra, Insigne-Immobile-Berardi il trio che deve occupare la trequarti e i mezzi spazi.

Locatelli si abbassa quasi nella posizione di terzino per aiutare Chiellini a far uscire la palla sul lato forte del centrale difensivo (che è mancino) e per favorire la manovra su quel lato del campo, notoriamente il più tecnico della nazionale italiana. Non è un caso che la combinazione fra Chiellini e Locatelli sia la più utilizzata a fine partita dagli azzurri, subito dopo quella fra Bonucci e lo stesso Chiellini.
La Turchia dal canto suo è scesa in campo con un 4-1-4-1 prettamente difensivo, con l’evidente intento di chiudere tutti gli spazi centrali all’Italia, e di provare a ripartire con velocità, appogiandosi ad Yilmaz e al grande lavoro spalle alla porta che il centravanti del Lille sa fare. Tutto del piano di Gunes è fallito, principalmente per merito degli Azzurri, che hanno applicato in pieno le lezioni impartite da Mancini in questi anni.
Nella prima mezzora di gara gli Azzurri hanno avuto difficoltà a far ricevere la palla ad Immobile, mentre la più grossa occasione l’ha avuta Insigne, grazie ad una combinazione con Spinazzola sulla sinistra. L’Italia ha sfruttato entrambe le zone laterali del campo per creare azioni pericolose, sfruttando spesso il cambio di gioco sul lato debole per far sfilacciare la linea difensiva turca.
Su queste situazioni si trova sempre a proprio agio Berardi, che è stato all’inizio però molto impreciso e confusionario in rifinitura, per poi letteralmente esplodere nel secondo tempo.

Occupazione della trequarti, la palla è sul lato sinistro, quindi Berardi stringe il campo e gioca nell’halfspace. Così come Insigne stringe la propria posizione per lasciare spazio a Spinazzola. Calhanoglu è praticamente costretto a fare il quinto di difesa per non lasciare iniziativa al giocatore della Roma
Il secondo tempo dell’Italia
Nel primo tempo l’Italia ha cominciato a creare occasioni in successione solo nella parte finale, quasi per prepararsi allo spettacolo della seconda frazione di gioco. Mancini comincia con un cambio: fuori Florenzi per Di Lorenzo. Un cambio che sembra speculare, ma che nasconde la volontà del CT azzurro di voler spingere con più forza e fisicità su quel lato, per liberare un uomo e permettere anche a Berardi di fare la differenza.
Il gol dell’1-0 arriva così dopo altri 5-6 minuti di dominio totale degli azzurri, che hanno rischiato solo una volta in tutta la gara (sul contropiede finalizzato male da Cengiz Under). Il gol del vantaggio è un buon concentrato delle qualità dei principi di gioco della squadra.
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La squadra si muove sul lato sinistro del campo creando sempre triangoli o rombi per far progredire la palla, attrae gli avversari, verticalizza quando si apre lo spazio giusto alle spalle del centrocampo avversario. L’autogol di Demiral non è un episodio sfortunato, l’Italia sembra veramente giocare con il vento che le soffia alle spalle e per tutta la gara la sensazione più chiara era quella che un gol sarebbe arrivato… prima o poi.

Il gol dello 0-2 nasce da un pallone rubato da Barella e Jorginho a centrocampo, poi verticalizzato con efficacia dal centrocampista interista per Locatelli

Anche nell’occasione dello 0-2, Barella ha tutto lo spazio per ricevere alle spalle del centrocampo
Quello che alla vigilia sembrava quasi un muro invalicabile (la temibile fase difensiva della Turchia) è stato scalfito con tranquillità dagli Azzurri, una volta segnato il gol del vantaggio. La squadra di Mancini non ha mai perso l’equilibrio, dominando il possesso del pallone ma senza mai essere lenta o troppo orizzontale: anzi, ha trovato i momenti migliori, più brillanti, quando ha deciso di verticalizzare e punire gli avversari con le ricezioni alle loro spalle, creando continuamente scompensi nella difesa di Gunes.
Senza palla la partita della squadra di Mancini è stata abbastanza semplice. Chiellini e Bonucci hanno gestito egregiamente le preventive, anche quando nel secondo tempo non avevano più un supporto continuo con la sostituzione di Florenzi (che di solito restava basso a destra, proprio per prevenire le transizioni offensive avversarie).
L’Italia ha brillato poi nella riconquista alta di tanti palloni, nella riaggressione e nella gestione delle transizioni offensive, con un gran lavoro invisibile fatto da Jorginho, ma anche dall’apporto totale di Immobile e Berardi.

L’azione dello 0-3 finale nasce sì da un rinvio sbagliato del portiere, ma anche dalla caparbietà degli Azzurri, che indirizzano sempre con precisione la pressione sui centrali difensivi e mettono in difficoltà l’uscita bassa dei turchi

Qui invece una bella immagine dall’alto del 4-5-1 difensivo dell’Italia, con la linea altissima.
Diamo qualche numero

Dati Opta (FotMob)
I dati sugli Expected Goals sono abbastanza eloquenti. La squadra di Mancini ha dominato il match, l’unico picco che notiamo per la Turchia è nel secondo tempo, quando è andata vicina al gol del vantaggio con Under e ha creato qualche occasione quando l’Italia era ormai in vantaggio di 2 reti.

Le heatmaps di ogni singolo giocatore entrato in campo.
Gli spunti più interessanti arrivano dal modo in cui Immobile ha occupato il campo, il posto in cui ha toccato i palloni. Principalmente pochi dentro l’area di rigore, ma facendo un grande lavoro di raccordo a centrocampo.
Infine chiudiamo con una mappa dei passaggi elaborata da 11tegen11. Possiamo notare tutti i passaggi partiti dalla zona 14, notoriamente la zona centrale della trequarti campo. L’obiettivo della squadra di Mancini, in effetti, è stato sempre quello di raggiungere la zona di rifinitura per poi creare la maggior parte delle occasioni pericolose partendo da lì.
Conclusioni
Insomma, il trionfo è stato netto. Mancini ha dichiarato a fine partita di aspettarsi che sarebbe stata una serata bella… ma non così bella. In effetti la nazionale italiana non ha solo vinto per 3-0, ha dominato la gara e dato la sensazione di essere una squadra completa, ben allenata e paziente. Ma bisognerà stare attenti a non accendere troppo gli entusiasmi, perché mercoledì arriverà all’Olimpico un altro avversario alla portata, ma di livello, come la Svizzera, e la strada per Wembley è ancora molto lunga per potersi illudere.
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