Torino – Juventus: l’analisi tattica del derby
La Juventus esce dal derby con un pareggio riacciuffato negli ultimi minuti di gara, ma soprattutto con molti malumori nell’ambiente. Il risultato ottenuto con il Torino, sancisce l’uscita definitiva dalla corsa scudetto, e soprattutto lascia grande delusione nei tifosi che dopo 9 scudetti consecutivi, quest’anno non hanno mai visto una squadra in grado di dare continuità di gioco, ma che spesso si è affidata alle giocate dei singoli campioni. Non si vede più la Juventus feroce degli ultimi anni che metteva in campo sempre la voglia di vincere.
Dall’altra parte gli uomini di Pirlo hanno trovato un Torino molto organizzato che ha saputo fare una prestazione di grande dedizione tattica e cuore. Gli undici di Nicola sono in piena lotta per non retrocedere, ma da gennaio dall’arrivo del nuovo tecnico al posto di Giampaolo, sembrano essersi calati nella parte, ed aver capito l’importanza di saper soffrire se si vuole raggiungere punti importanti.
Pirlo decide di partire con la coppia di centrocampisti Bentancur-Danilo, lasciando in panchina giocatori di ruolo come Ramsey e Rabiot. Chiesa – Kulusevski sono ad agire sugli esterni, con lo svedese chiamato a fare ormai la classica rotazione di posizione richiesta da Pirlo in fase di possesso palla, accentrandosi per lasciare spazio sulla fascia destra a Cuadrado, passando da un 4-4-2 in fase difensiva a un 3-4-3 in fase offensiva.
Nel Torino c’era curiosità prima della partita nel sapere la posizione di Verdi, alla fine Nicola lo ha schierato come mezz’ala sinistra nel centrocampo a 3, affiancando Mandragora e Rincon. I granata si schierano con un 3-5-2, con gli esterni pronti ad abbassarsi per formare una linea a 5 in fase di non possesso, con le due punte Belotti e Sanabria, grande protagonista del derby, pronti in avanti a fare a sportellate con i centrali della Juventus per far respirare la squadra.
La partenza è di marca bianconera con il Torino che inizia questo derby in maniera molto passiva, un 5-3-2 molto basso, lasciando il possesso palla alla Juventus, ma la carenza del toro è soprattutto nei singoli duelli. Le iniziative di Chiesa sulla fascia sinistra sono il vero motore dei bianconeri per i primi 20 minuti con ben 3 conclusioni verso Sirigu, di cui uno il gol del vantaggio. L’esterno bianconero è scatenato, ed è l’unico giocatore della juventus ad avere quella foga agonistica da campione.
Il gol subìto dà la carica al Torino, che inizia a prendere coraggio e campo, grazie anche ad una fase difensiva juventina troppo attendista e a marcature distanti dagli uomini granata. Il 3v2 dei centrocampisti centrali inizia a pesare nell’economia della partita. I due centrali bianconeri non riescono a prendere le misure sugli avversari e i tre centrocampisti del toro si ritrovano con molta libertà di manovra.
Il Torino inizia a dare continuità di manovra offensiva, conquistando 5 calci d’angolo e arrivando al pareggio. Mandrogora chiude il primo tempo con il 100% di precisione nei passaggi, e Verdi risulta essere il giocatore che ha toccato più palloni.

I 3 centrocampisti del Torino hanno fatto una grande partita di spessore tattico. Hanno saputo sfruttare la superiorità numerica centralmente. Mandragora con il compito di dare inizio all’azione, Verdi di svariare in fase offensiva e Rincon pronto a bloccare le ripartenze bianconere.
Il 5-3-2 difensivo del Torino è perfettamente organizzato e costringe la Juventus a cercare solo azioni sugli esterni. La catena di destra Cuadraro – Kulusevski non ha i giusti meccanismi, a sinistra è il solo Chiesa a creare pericoli. La mancanza di giocatori di personalità in mezzo al campo in grado di far girare la palla in tutte le direzioni del campo, soprattutto in verticale, rende la partita con il Torino, e in generale tutta la stagione della Juventus molto complicata sul piano del gioco. Pirlo si trova una squadra non in grado di prendere in mano il gioco e poco aggressiva nel pressare l’avversario propria metà campo.
La Juventus concede troppi errori dei singoli agli avversari: Il gol del 2-1 è l’esempio perfetto di come i bianconeri non siano più la macchina da guerra che ha dominato gli ultimi 9 campionati. Un passaggio sbagliato all’indietro, una marcatura di De Light supportato da Chiellini troppo larga su Sanabria, e un Szczesny ancora una volta non perfetto.

Sul retropassaggio sbagliato di Kulusevski, Sanabria ha puntato indisturbato De Light che non è riuscito a contrastarlo, nonostante avesse il supporto di Chiellini. Sanabria non ha fatto altro che puntare il fondo e calciare sul primo palo dove Szczesny si è fatto sorprendere.
I bianconeri ci riprovano, ma il loro possesso palla risulta sempre essere lento e prevedibile. La juventus deve affidarsi spesso alle giocate dei singoli senza una manovra di squadra ben costruita. Sono molti i cross dalla trequarti per la testa di Ronaldo, sempre pericoloso in area di rigore.

Il numero di passaggi maggiori la Juventus lo ha fatto con i propri difensori cercando solo il giro palla orizzontale. I due centrocampisti hanno toccato molti palloni, ma anche loro si sono limitati a dare appoggio per l’uscita della palla con i difensori, i passaggi in verticale sono stati molto pochi.
Nicola è riuscito a regalare ai suoi tifosi una prestazione di grande cuore e di sacrificio. Alla lunga sono venute meno le forze e la Juventus è riuscita a pareggiare, ma va dato grande merito ai giocatori del Torino per la partita fatta. I granata sembrano aver trovato la giusta quadratura e mentalità per affrontare queste ultime partite, e potersi conquistare la salvezza.

Il Torino ha accettato per gran parte della partita il possesso della Juventus, costringendola sempre a fare un giro palla tra i difensori per poi andare a chiudere in maniera molto aggressiva sulla propria trequarti.
La Juventus con molta probabilità chiude il suo straordinario ciclo di 9 scudetti vinti consecutivamente. Pirlo ha dimostrato di avere idee molto interessanti da applicare, ma non sempre i giocatori riescono a mettere in pratica i movimenti richiesti e si trovano spesso ad essere isolati senza compagni con cui poter giocare la palla. Una volta persa palla si scoprono a facili contropiedi e non si vede più la grande cattiveria agonistica in fase difensiva.

Le grandi difficoltà della Juventus sono state nel far possesso di palla nella metà campo offensiva. Qui si vede con palla a Cuadrado, che non ha possibilità di giocare palla in avanti grazie all’ottima posizione del Torino, come non ci sia nessun appoggio centrale di un centrocampista.

La mancanza di gioco corale ha portato diverse volte la Juventus a non essere in grado di accompagnare l’azione in maniera corretta, e spesso l’area avversaria non veniva attaccata da nessuno.

Il momento della Juventus è rinchiuso in questa foto: con Chiesa sconsolato dopo aver pressato da solo Sirigu si volta e non vede nessun compagno aver accompagnato il suo pressing, al 79, 2-1 in svantaggio, in un derby.
Dopo un grande ciclo vincente un calo è fisiologico, le scelte degli ultimi due anni sul mercato hanno condizionato la crescita della squadra, acquistando giocatori non pronti per mantenere alto il livello della squadra. Starà alla società intervenire nella giusta maniera per tornare al massimo livello.
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