La Roma è l’ultima superstite italiana in Europa. La qualificazione dei giallorossi ai quarti di Europa League era stata consolidata con la larga vittoria dell’andata. Nella gara di Kiev i giallorossi hanno amministrato e vinto di nuovo.
La squadra ucraina non ha cambiato approccio alla gara rispetto all’andata. Ci si poteva aspettare una squadra che premesse sull’acceleratore per cercare di segnare subito e provare a mettere in discesa una strada che era decisamente impervia… invece Castro ha scelto di giocarsela con le sue armi, con i soliti tre uomini offensivi molto vicini sulla trequarti e i terzini molto offensivi.
La Roma dal canto suo ha replicato l’atteggiamento che l’aveva portata alla vittoria di una settimana fa, chiudendo benissimo tutti gli spazi centrali e difendendo con un baricentro medio-alto, che spingesse gli avversari sulle corsie. Il primo palleggio non era pressato.

Il 5-4-1 con cui la Roma attendeva lo Shakhtar. L’attenzione massima è a comprimere gli spazi fra centrocampo e difesa.
Ne è così uscito un primo tempo avaro di occasioni (0,17 – 0,15 per expected goals creati), con lo Shakhtar in totale controllo della palla ma non degli spazi. La squadra ucraina ha provato ad attaccare in particolare sul lato sinistro (il destro della Roma), cercando di puntare sulle doti balistiche di Solomon, che in effetti ha messo un po’ in difficoltà Ibanez, ma non ha mai creato vere e proprie occasioni da gioco.

In questo caso Karsdorp si staccava dalla linea per pressare il terzino dello Shakhtar, su Solomon doveva scalare Ibanez, se la palla però passava velocemente su quel lato il centrale brasiliano andava in difficoltà.
L’onere di provare a velocizzare la gara spettava ai padroni di casa, ma nel secondo tempo è stata la Roma a prendere più iniziativa e a trovare più spazio per le proprie combinazioni nello stretto.
Il primo gol della gara è arrivato al 48′, grazie ad un passaggio in verticale perfetto di Cristante verso Mayoral. Lo spagnolo ha fatto un ottimo lavoro di raccordo, allargando la palla sulla fascia destra, per poi raccogliere il suggerimento finale di Karsdorp.

Il laserpass di Cristante per Mayoral toglie 5 uomini dello Shakhtar e permette alla Roma di attaccare in transizione pur non avendo dei veri presupposti iniziali.
Proprio l’attacco dei quinti della Roma ha messo in difficoltà lo Shakhtar, che ha difeso per tutti i 180 minuti con un 4-1-4-1, senza saper reagire a questo vantaggio strategico messo in campo da Fonseca e i suoi.
Una volta incassato lo 0-1 la squadra ucraina ha provato a reagire di orgoglio, segnando il gol del pareggio sugli sviluppi di un calcio piazzato, ma non ha mai realmente trovato lo spazio per poter accendere la propria velocità negli spazi centrali, finendo per poi subire l’1-2 su un’azione manovrata benissimo dai giallorossi, partita da dietro, con il coinvolgimento di Calafiori, Pedro e Perez, tutti sul lato sinistro del campo.

Sull’1-1 Fonseca ha dimostrato la volontà di voler vincere comunque la gara. L’ingresso di Pellegrini è stato un segnale, all’inizio dell’azione dell’1-2 i giallorossi occupano la trequarti avversaria con tanti uomini
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