Sassuolo-Napoli: la sfida De Zerbi-Gattuso si rinnova
Allo stadio Mapei si sono affrontate Sassuolo e Napoli per la venticinquesima giornata di campionato.
Le squadre guidate da De Zerbi e Gattuso hanno simile disposizione in campo e comune è anche la ricerca insistita della costruzione dal basso. Differenze significative si trovano però nello sviluppo e soprattutto nella rifinitura.
Al fischio di avvio della gara, gli ospiti hanno provato ad emulare quello che il Milan fece con successo sullo stesso campo: una partenza sprint sulla quale però il Sassuolo si è fatto trovare pronto, chiudendo immediatamente gli spazi centrali.
Il buonissimo approccio alla gara della squadra di De Zerbi è stato anche evidenziato dall’efficace pressing ultra offensivo: nel primo terzo di campo si giocava un 7 contro 6 nel quale le punte Caputo e Defrel coprivano la giocata in ampiezza e consentivano quella su Demme e Ruiz, sui quali uscivano prontamente i due centrocampisti centrali Maxime Lopez e Locatelli. A differenza di ciò che più frequentemente si vede in caso di pressing alto, i giocatori del Sassuolo non lavoravano con marcature a uomo ma uscivano nelle rispettive zone di campo.
Inoltre, a differenza di quello che spesso si osserva, la pressione dei neroverdi non risparmiava neanche il portiere Meret, allo scopo di riconquistare immediatamente il pallone. Questa è una prima differenza nella strategia di gara delle due squadre, infatti il Napoli, pur posizionandosi con baricentro medio alto e provando ad attuare anch’esso un pressing offensivo, rinunciava però a contrastare Consigli. Il valore di PPDA molto diverso tra le due squadre (Sassuolo 9,27 – Napoli 21,00) riflette anche questo diverso comportamento.
Come si vede dall’immagine, il numero di giocatori inizialmente alzati nel primo terzo di campo avversario è inferiore rispetto a quanto fatto dal Sassuolo. In fase di non possesso, diversamente da quanto avveniva nella propria metacampo nella quale si schierava con un 451 compatto, Zielinski usciva a contrastare il centrale difensivo di destra Marlon, Dei due centrocampisti centrali, il solo Ruiz si alzava mentre Demme svolgeva il compito di presidiare la zona centrale avanti la linea difensiva. Quando il centrocampista tedesco ha provato ad accompagnare i compagni avanzati nel pressing, il quartetto centrale del Sassuolo (DC Marlon e Ferrari + CC Lopez e Locatelli) è stato abile a tagliarli con un passaggio filtrante a servire gli attaccanti. La poca efficacia del Napoli nel pressing offensivo è testimoniata dall’alto valore generale di PPDA 12,45 : solamente Genoa, Udinese e Cagliari hanno valori maggiori.
Nella fase di costruzione, il Sassuolo ha alternato le soluzioni 4+1 e 3+1: in entrambe i casi, uno dei due centrocampisti prende il posto del terzino alzatosi in ampiezza. La manovra neroverde ha l’obiettivo di attrarre i giocatori avversari per poi tagliarli con un passaggio che liberi un attaccante alle loro spalle. Il “marchio di fabbrica” di De Zerbi è la ricerca continua di superiorità posizionale, ottenuta attraverso l’efficace dislocazione sul campo.
Il Sassuolo ha controllato il gioco per gran parte del primo tempo (54,7% possesso palla) ma, prima del rigore segnato da Berardi allo scadere, dal punto di vista della pericolosità offensiva le due squadre si sono quasi equivalse (XG : S 0,26 – N 0,16 ). Sia la rete del pareggio azzurro che il primo rigore assegnato al Sassuolo nascono entrambe da azioni manovrate: 11 passaggi per il Napoli dalla rimessa laterale sul lato sinistro di Hysaj fino al tiro di Zielinski, 9 quelli del Sassuolo dal retropassaggio di Marlon a Consigli fino alla ricezione di Caputo, impedita dal fallo del terzino sinistro napoletano.
In entrambe i casi si nota un errore nella fase difensiva da parte di giocatori d’attacco: nel primo caso, Berardi per eccesso di foga si fa attirare dal pallone, come peraltro tutti i compagni, andando in opposizione ad un avversario, senza comunicare a Defrel la presenza di Zielinski libero alle spalle. Diversamente, nell’azione che porta al rigore per il Sassuolo Politano, dopo aver partecipato alla fase difensiva in fascia sinistra, è pigro nel fermarsi pur vedendo l’inserimento di Rogelio.
Come detto sopra, significative differenze tra le due squadre si trovano anche nel diverso modo di attaccare la porta: il Sassuolo sviluppa in zone centrali e qui avviene anche prevalentemente la rifinitura, funzione svolta dai talentuosi Berardi (25) e Djuricic (10), il quale solo nominalmente gioca sul lato sinistro ma tende ad accentrarsi costantemente. Fondamentali sono poi i movimenti di smarcamento della punta Caputo, abilissimo nell’attaccare la profondità.
Il Napoli gioca invece maggiormente sulle corsie laterali, la giocata caratteristica in fase di rifinitura è la ricerca del cambio gioco sul lato debole ed è inoltre frequente il ricorso al tiro da fuori area. Da questa giocata arriva anche il rigore del temporaneo vantaggio azzurro.
Relativamente al secondo tempo, De Zerbi ha di che rammaricarsi poichè i propri giocatori non sono riusciti a concretizzare la superiorità di gioco evidenziata: in particolare Djuricic e Caputo hanno avuto chances importanti per aumentare il vantaggio ma è stato invece il Napoli a trovare il gol per merito di una pregevole giocata individuale di Insigne.
Finale di partita rocambolesco: dopo che i due tecnici avevano stravolto le proprie squadre con 9 cambi nell’ultimo quarto d’ora, ben 5 dall’85’ in poi, due interventi ingenui di Haraslin prima e Manolas poi hanno portato alla concessione di due calci di rigore. Nell’ultima azione risulta determinante anche il pallone perso da Bakayoko servito da una rimessa laterale corta di Di Lorenzo.
Se è vero che il 3-3 finale rispecchia fedelmente quanto prodotto dalle due squadre in fase offensiva (XG: S 2,47 N 2,54) va però riconosciuto come la prestazione dei padroni di casa sia stata superiore per quanto visto in campo. Evidente la crescita collettiva e dei singoli giocatori, i quali hanno mostrato di saper controllare il gioco in base alle differenti situazioni che si verificano in campo: un’identità di squadra forte, figlia di un lavoro portato avanti negli anni da De Zerbi. Delusione per il Napoli che al minuto 89 vedeva ormai vicinissima la vittoria che avrebbe potuto avvicinare gli uomini di Gattuso alla zona Champions League, ormai ultimo obiettivo di questa stagione.
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