Il Bologna ritrova i tre punti contro il Verona
Allo stadio Dall’Ara si sono affrontate Bologna e Verona, le due squadre che, dopo la Juve, hanno il più basso valore di PPDA nelle 17 giornate di campionato finora disputate. Probabilmente la tendenza ad attuare un pressing alto, comune alle due compagini, ha portato entrambe i mister a decidere di rinunciare alla costruzione corta dal basso; sin dai primi minuti si è infatti visto che il portiere dei gialloblu Silvestri iniziava l’azione con un lancio lungo mentre il Bologna muoveva palla una prima volta per poi alzare con Danilo o De Silvestri in fascia destra. Il basso valore finale della precisione dei passaggi (B 73% ; V 77% ) è ulteriore testimonianza di queste caratteristiche.
La fase offensiva del Bologna è stata caratterizzata da due costanti principali:
- l’attacco sistematico alla profondità, portato in ogni azione rossoblu da Orsolini, Barrow e, soprattutto ad inizio gara, Soriano, che combinavano tra loro i movimenti, volti a spostare i centrali difensivi avversari, reparto che lavora con marcature individuali.
- l’interscambio sul lato sinistro tra l’attaccante esterno Vignato che si abbassava in costruzione del gioco ed il terzino Dijks che si alzava in fascia.
Fin dai primi minuti la squadra di Mihajlovic ha messo in evidenza un’efficace riaggressione immediata su palla persa nonchè i corretti comportamenti preventivi sulle transizioni difensive, dove hanno spiccato il centrocampista difensivo Schouten ed il centrale giapponese Tomiyasu che ha costantemente anticipato la punta avversaria Kalinic.
L’azione che porta al vantaggio rossoblu, gol che risulterà decisivo per il punteggio finale, mette in evidenza gli aspetti citati sopra: rinvio lungo di Silvestri, due successivi duelli aerei e immediata verticalizzazione di Schouten per il movimento in profondità di Orsolini liberato davanti al portiere. Il tiro dell’attaccante esterno verrà respinto e Soriano sarà il più veloce a recuperare palla: su di lui Silvestri commetterà fallo in area di rigore.
La prima mezzora di gioco è stata caratterizzata dal dominio territoriale della squadra di Mihajlovic (possesso palla 58%) ; sugli scudi Soriano che ha progressivamente cambiato il proprio gioco, ampliando il proprio raggio d’azione e partecipando maggiormente alla manovra, tanto che al termine della partita risulterà il rossoblu che ha toccato il maggior numero di palloni, 83, ed il migliore della gara per passaggi riusciti in zona trequarti, 17.
Nelle situazioni in cui il Verona poteva costruire palla a terra da dietro, l’uscita avveniva prevalentemente sul lato sinistro, dove DiMarco godeva dello spazio creato dalla posizione intermedia di Zaccagni nell’half space di centro sinistra, che in questo modo impegnava sia Schouten che De Silvestri. Proprio dalla coppia di sinistra è nata l’unica potenziale opportunità degli ospiti nel primo tempo, grazie allo smarcamento fuori linea del terzino su Orsolini.
Nella parte finale del primo tempo il Bologna ha adottato una tattica più attendista, nella quale Soriano ha abbassato la propria posizione sulla linea dei centrocampisti e si è spesso notato Schouten scalare all’indietro a supporto della coppia centrale difensiva, sempre dedicando particolare attenzione al talentuoso Zaccagni.
I due allenatori hanno poi effettuato i seguenti interventi in corsa:
- all’intervallo Juric ha invertito le posizioni dei centrali difensivi Magnani e Dawidowicz, uno dei due si trovava comunque a costruire sul proprio piede debole, anche se il polacco è sembrato avere qualche difficoltà in meno;
- al 69′ Juric ha sostituito Kalinic con Di Carmine; l’attaccante croato aveva da poco sprecato una clamorosa occasione da gol, nata da un fortunoso rimpallo, che resterà anche l’unico tiro in porta degli ospiti;
- al 72′ Juric ha inserito l’attaccante Colley, arretrando Barak nella posizione di centrocampista centrale ed allargando Lazovic a sinistra;
- Mihajlovic evidentemente ed a ragione soddisfatto della prestazione dei suoi, ha modificato la formazione solo dopo 75 minuti, con un triplo cambio che ha coinvolto Dominguez Barrow ed Orsolini, sostituiti rispettivamente da Svamberg, Palacio e Skov Olsen. Inoltre ha messo in campo Sansone per Vignato dopo altri 8 minuti.
In fase offensiva, ancor più col passare dei minuti, l’Hellas Verona ha messo in evidenza poca capacità di creare superiorità numerica, sia con dribbling (fatta eccezione per Zaccagni), sia con passaggi filtranti e negli ultimi 25 minuti i giocatori di Juric hanno più volte tentato il tiro da lunga distanza, con esiti disastrosi. Per migliorare la fluidità di costruzione, negli ultimi minuti il tecnico croato ha tolto il difensore Dawidowicz ed ha arretrato al suo posto Ilic, inserendo il centrocampista Bessa. La mossa poteva forse essere anticipata di qualche minuto poichè il Bologna aveva decisamente ceduto il controllo del gioco agli avversari. (P.P. Bologna 25% nell’ultimo terzo di gara).
Il dato di understat relativo agli XG (B 2,59 – V 0,70) , seppur influenzato dal calcio di rigore assegnato ai rossoblu, evidenzia come la produzione offensiva della squadra sia stata superiore e legittima ancor più la vittoria del Bologna. Prestazione positiva degli uomini di Mihajlovic, che non avevano ancora battuto, in questo campionato, squadre appartenenenti alla fascia medio-alta della classifica.
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