Analisi tattiche, Serie A

Milan – Inter: l’analisi tattica

On Novembre 9, 2021
By Lorenzo Lauria | 0 Comments

Finisce in perfetta parità il posticipo della 12ma giornata di Serie A, che metteva di fronte Milan e Inter per il primo derby di Milano della stagione. Una partita che ha offerto le emozioni principali tutte nel primo tempo. È stata l’Inter a passare in vantaggio per prima, grazie a un rigore procurato e realizzato da Hakan Calhanoglu, il grande ex di giornata. Dopo che il Milan (padrone di casa) è tornato in partita con un autogol di De Vrij sugli sviluppi di un calcio di punizione, sono ancora i nerazzurri ad avere il match point con un secondo rigore, ma a presentarsi sul dischetto stavolta è Lautaro Martinez che si fa neutralizzare da Tatarusanu. In una gara giocata sempre su ritmi sostenuti e in cui le due avversarie si sono scambiati contrattacchi in transizione, è stata la squadra di Simone Inzaghi a sembrare più in palla per lunghi tratti della partita, arrivando prima sui palloni e vincendo la maggior parte dei duelli fisici. Solo nel finale il Milan ha creato alcuni presupposti per portare a casa la vittoria.

PRIMO TEMPO

Alla vigilia della partita erano pochi i dubbi da sbrogliare per Simone Inzaghi, che nell’unico vero ballottaggio ha preferito l’ex Calhanoglu a Vidal per un posto a centrocampo vicino a Brozovic e Barella. Pioli conferma quasi in blocco la formazione tipo ma lancia Brahim Diaz in un’insolita posizione di ala destra, predisponendo Krunic nel ruolo di trequartista tattico in marcatura stretta su Brozovic.

Nei primi minuti di gara è il Milan padrone di casa a mostrare l’approccio più propositivo, seguendo come di consueto in pressing uomo su uomo gli avversari fin nella trequarti avversaria. L’Inter di Inzaghi mostra un atteggiamento più conservativo, cercando di appoggiarsi su Dzeko per risalire il campo velocemente e colpire i rossoneri in transizione.

Nei primi minuti le due punte dell’Inter hanno trovato difficoltà a indirizzare il possesso milanista perché erano in inferiorità numerica. I centrocampisti di Inzaghi non rompono la linea e lasciano liberi Kessié e Tonali di ricevere e impostare.

 

Il Milan al contrario cerca di accoppiarsi a uomo fin nella metà campo avversaria, col rischio però di lasciare sfoghi sugli esterni come Barella in foto (Brozovic in questo caso non può raggiungerlo).

 

Inaspettatamente, è l’Inter a passare in vantaggio. Sfruttando un clamoroso errore in disimpegno di Kessié, Calhanoglu strappa il possesso all’ivoriano e guadagna un calcio di rigore, che lo stesso numero 20 realizza spiazzando Tatarusanu.

 

Pur essendo il vantaggio nato da un errore singolo, è curioso notare come nell’azione del rigore l’Inter risalga il campo con due passaggi, sfruttando l’errore del Milan nello scalare dopo essere stato superato nel primo pressing. Brozovic trasmette a Perisic dopo aver attirato Calabria, lo stesso croato ribalta direttamente su Darmian che ha campo libero da aggredire.

 

Nei minuti seguenti il Milan non perde lucidità e rimette la gara in situazione di parità. Su un calcio di punizione battuto da Tonali, De Vrij ostacolato da Tomori colpisce male e infila il suo portiere Handanovic. Si nota come nell’occasione nella quale il Milan ha conquistato il calcio di punizione venga premiato il pressing dei rossoneri.

 

 

Nella parte centrale del primo tempo l’Inter sembra prendere le misure in fase di pressing al Milan, mentre i rossoneri di Pioli abbassano la soglia dell’intensità. Al minuto 25 arriva un altro errore di valutazione tecnica di un giocatore del Milan (stavolta Ballo-Touré, che sostituisce lo squalificato Hernandez) che porta a un secondo penalty per l’Inter. L’azione nasce da un rinvio di Handanovic direttamente verso le due punte (strette nel cuore del campo), e da una giocata conservativa di Tomori che rimane staccato invece di contrastare Lautaro, che ha lo spazio prima di spondare per Dzeko e poi per lanciare Darmian nello spazio. Proprio l’attaccante argentino si presenta sul dischetto, ma grazia gli avversari con un rigore angolato ma debole e parato da Tatarusanu.

 

 

Prima della fine del primo tempo l’Inter costruisce un’altra occasione per il vantaggio: Bastoni viene servito in corsa dopo un taglio interno da Perisic, conduce verso il fondo e crossa per Barella, il cui tiro viene respinto in extremis sulla linea da Ballo-Touré.

 

Interessante è la costruzione inziale dell’azione. L’Inter ha aggirato per tutta la gara il pressing del Milan spostando i rossoneri su una porzione di campo e trovando un uomo libero sul ribaltamento (a destra spesso è stato Barella). Bastoni con un movimento intelligente sposta Krunic e lascia la traccia libera a Brozovic.

 

SECONDO TEMPO

Il secondo tempo inizia con un solo cambio: Kalulu prende il posto a sinistra di Fode Ballo-Touré (ammonito e condizionato dall’errore nell’occasione del rigore). In questa fase è l’Inter a essere più pimpante e aggredire il Milan sulla prima costruzione, rimanendo diversi minuti nella metà campo rossonera.

 

 

Tutte quelle volte che uno tra Dzeko e Lautaro si sono abbassati per cucire il gioco hanno trovato trame interessanti e spazi da attaccare, disordinando la linea di difesa del Milan in ritardo sulle uscite.

Pioli corre ai ripari e all’ora di gioco cambia gli esterni offensivi, Rebic e Saelemaekers prendono il posto di Leao e Diaz. Ma sono i cambi forzati di Inzaghi a cambiare la partita. Prima Barella e poi Dzeko danno forfait per problemi muscolari, e senza le due principali leve per risalire il campo l’Inter fatica ad affacciarsi dalle parti di Tatarusanu.

Nell’ultimo quarto d’ora la squadra di Pioli esce dal guscio e costringe l’Inter alla ritirata nella propria metà campo. Allo scoccare del 90° avrebbe anche l’occasione per portare a casa l’intera posta, ma un rasoterra di Saelemaekers dopo una conduzione centrale si stampa sul palo, e Kessié non riesce a ribadire in rete sulla ribattuta.

 

Degna di menzione è l’intelligenza del movimento di Saelemaekers, che già sul rinvio di Handanovic vede il corridoio libero e si predispone a raccogliere la respinta di Tomori.

 

Finisce quindi in parità la partita, dopo un secondo tempo in cui la qualità delle transizioni e delle uscite in costruzione ha lasciato spazio a duelli fisici e la gara si è fatta più spigolosa e spezzettata.

CONCLUSIONE

È stata una partita che non ha avuto un padrone indiscusso per tutta la durata della gara, ma che ha visto avvicendarsi le due squadre in una posizione di vantaggio territoriale. Se è vero che il Milan ha aperto e chiuso la partita in maniera più convincente, per lunghi tratti della fase centrale del match è stata l’Inter a controllare le operazioni e creare diversi presupposti per il vantaggio. È ragionevole pensare che la squadra di Pioli sia rimasta intimorita dai due rigori causati da due errori tecnici individuali, e si sia sciolta dalla tensione solo nel finale. Il derby d’andata ha dato quindi restituito l’immagine di due squadre che hanno approcciato all’appuntamento con intensità e chiarezza nell’identità di gioco, ma nessuna delle due ha avuto la necessaria convinzione per concretizzare i momenti di vantaggio durante la partita.

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