Analisi tattiche, Serie A

Inter – Juventus 1-1: l’analisi del Derby d’Italia

On Ottobre 26, 2021
By Giovanni Cesaroni | 0 Comments

Il derby d’Italia è, da sempre, una tappa cruciale della stagione di Serie A. Questa partita, infatti, porta con sé un carico di tensioni, rivalità, e, molto spesso, anche il brivido della notte che può segnare il futuro del campionato.

Alla vigilia della sfida di domenica sera a San Siro, le squadre arrivavano questa volta con la consapevolezza di non essere ancora la miglior versione di loro stesse. Mettere il marchio sul derby d’Italia avrebbe dunque avuto il duplice risvolto di rilanciarsi in classifica e di rallentare ulteriormente il cammino dei rivali.

L’Inter si trova infatti nel pieno della transizione da Conte a Simone Inzaghi con alti e bassi fisiologici che la lasciano al terzo posto dietro le capoliste Milan e Napoli. La Juventus, invece, si è presentata alla sfida sull’onda di 4 vittorie consecutive e una stabilità difensiva ritrovata dopo un avvio di campionato molto problematico. Logico, dunque, che i due tecnici abbiano cercato di presentare moduli equilibrati e flessibili per adattarsi alle varie situazioni che si sarebbero potute creare nell’arco dei 90 minuti.

Inzaghi ha optato per il classico 3-5-2, con la presenza di Calhanoglu come interno di sinistra a centrocampo e Darmian a dare equilibrio sulla corsia destra invece di Dumfries, ancora non sincronizzato perfettamente con i movimenti difensivi dei compagni. Allegri si è invece affidato a un 4-4-2 che in fase di non possesso diventava un 5-3-2 con Kulusevki e Morata come duo offensivo e Bernardeschi confermato come esterno di sinistra, visto il protrarsi dell’assenza, da quella parte, di Rabiot.

derby d'italia inter juve

In fase di non possesso, il modulo della Juve era un 5-3-2 dove Cuadrado e Alex Sandro erano i quinti e avevano il compito di chiudere gli sbocchi laterali dell’Inter.

In fase di costruzione l’Inter proponeva il classico trio De Vrij-Skriniar-Bastoni responsabile di far iniziare l’azione dal basso con il supporto dell’infaticabile Brozovic che si abbassava per agevolarne l’azione. La Juventus decideva di andare a prendere l’Inter con una pressione applicata da 3 giocatori. Morata a chiudere le linee di passaggio tra i centrali, Kulusevski a seguire Brozovic e McKennie che dalla sua posizione si staccava per pressare Bastoni. Chiaro l’intento da parte della Juve di orientare l’Inter sugli esterni ben presidiati dalla linea difensiva a 5 bianconera ed isolare le due punte Dzeko e Lautaro.

derby d'italia

La pressione della Juve con McKennie in pressione sul terzo centrale Bastoni. Allegri ha cercato, con risultati alterni, di sfruttare le capacità di aggressione in avanti dell’Americano.

Dopo soltanto un quarto d’ora, la Juventus perdeva però Bernardeschi per un colpo alla spalla e sulla situazione susseguente, con la squadra momentaneamente in 10 uomini, si trovava scoperta proprio nella posizione del giocatore uscente con l’Inter abile a crearsi lo spazio per il tiro di Calhanoglu finito sulla traversa e poi ribattuto in rete da Dzeko.

derby d'italia inter juve

Il gol dell’Inter nato da un vuoto creatosi proprio davanti a Calhanoglu per l’uscita di Bernardeschi. Alex Sandro prova a chiudere ma è in ritardo.

Il vantaggio dava forza ed energia all’Inter mentre la Juventus attraversava una chiara difficoltà ad adattarsi, mostrando, in particolare, una costruzione del gioco lenta e macchinosa. Come anche sottolineato da Allegri nel post-match, Bentancur era visibilmente a disagio come esterno sinistro di un 4-4-2, lui che è un destro naturale, in un ruolo inoltre mai ricoperto. In più, la squadra di Allegri si faceva trovare impreparata in alcune situazioni, come nell’immagine seguente, dove ha portato troppi giocatori in zona palla e ha lasciato Brozovic libero di inserirsi nello spazio dove non veniva poi servito dal compagno Dzeko.

Così l’Inter rompeva con efficacia la costruzione dei bianconeri grazie al solito mix di fisicità e aggressività che la contraddistingue e dominava nettamente nei contrasti. Il baricentro della Juventus rimaneva eccessivamente basso anche in situazione di svantaggio e il palleggio non aiutava l’azione bianconera lasciando Morata e Kulusevski soli a combattere contro la retroguardia interista.

Nei primi 20 minuti della ripresa, lo spartito tattico non cambiava con l’Inter più reattiva della Juventus e la partita che scorreva con poche occasioni sia da una parte che dall’altra. In questo frangente, la Juve ha provato ad alzare il baricentro, alzando stabilmente Alex Sandro e Cuadrado a centrocampo e ha poi invertito McKennie con Bentancur che passava alla posizione di interno destro. Queste mosse tattiche non hanno dato la svolta sperata. Si è infatti dovuto attendere fino al 64’ per vedere il contemporaneo ingresso in campo di Dybala e Chiesa che hanno portato qualità e rapidità alla trequarti bianconera.

Quello della Juventus diventava un 4-4-2 a tutti gli effetti e Dybala, ricevendo il pallone tra le linee obbligava uno dei centrali dell’Inter all’uscita mentre Chiesa sfidava Darmian sulla corsia destra. Nella parte finale del match, mentre la Juventus alzava la pressione e costringeva l’Inter a chiudersi a difesa del vantaggio, le energie fisiche dei nerazzurri calavano in maniera vistosa. Il rigore assegnato e trasformato da Dybala a pochi minuti dal termine con l’ausilio del Var chiudeva la sfida sull’1-1 con tanto di recriminazioni da parte di Simone Inzaghi.

Nel complesso, questo derby d’Italia ha mostrato due squadre che devono ancora completare il processo di adattamento tecnico-tattico ricercato. Nei 90 minuti di San Siro, l’Inter è sembrata più avanti in questo senso ma la Juventus si aspetta sicuramente un salto di qualità quando giocatori chiave come Dybala e Chiesa riusciranno a trovare la continuità per giocare insieme e prestare la loro indubbia qualità al servizio della squadra.

I dati del match forniti da INSTAT.

I dati del match fotografano un sostanziale equilibrio, con l’Inter colpevole di non aver messo maggiormente in difficoltà la Juventus nella prima frazione e gli ospiti che sono usciti con un pareggio che ha premiato maggiormente la voglia di non arrendersi che il gioco espresso. Da sottolineare la prova di Dybala che in 30 minuti giocati ha completato 8 dribbling con il 100% di riuscita. Dall’altra parte, partita incolore, per una volta, di Lautaro Martinez, il quale non è riuscito a completare alcun tiro ed è stato poco coinvolto nella manovra nerazzurra con soltanto 9 passaggi completati.

Il focus sugli xG dato da FotMob.

Contrastanti infine i dati sugli Expected Goals, con l’Inter che ha creato di più della Juventus su azione (0.84) che a sua volta si è resa pericolosa soprattutto con i calci piazzati (1.14), anche escludendo il discusso calcio di rigore concesso nel finale.

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