Atalanta-Lazio, la sfida a scacchi fra Sarri e Gasp
Atalanta – Lazio è stata una delle migliori gare di questo primo terzo di campionato. Ad affrontarsi due delle squadre più interessanti della Serie A, ma soprattutto due degli allenatori più influenti e importanti degli ultimi anni. Il pareggio finale è sembrato il risultato più giusto per una gara così carica di contenuti tattici e tecnici. Andiamo a vedere come si sono svolti i 90 minuti.
LE SCELTE INIZIALI
Gasperini ancora in emergenza in difesa, sceglie di confermare de Roon come braccetto destro, con Demiral al centro e Lovato a sinistra. A centrocampo al posto dell’olandese è confermato il connazionale Koopmeiners, mentre ai lati Maehle agisce a sinistra e Zappacosta a destra. In attacco, panchina per Malinovski, spazio a Pasalic, e davanti la coppia Zapata-Ilicic.
4-3-3 consueto per Maurizio Sarri, che accontenta i molti che gli hanno chiesto novità, inserendo insieme Milinkovic Savic e Luis Alberto, con Cataldi a giocare davanti la difesa. Panchina per Lazzari, mentre il tridente offensivo Anderson-Immobile-Pedro è confermato.
🏆 Serie A
Atalanta 🆚 Lazio
⏰ 16:00
🇹🇷 Merih Demiral ilk 11’de. pic.twitter.com/Oi9LWfGGNZ
— mackolik (@mackolik) October 30, 2021
La Lazio ha sorpreso l’Atalanta subito con un gioco aggressivo e diretto. Sarri ha deciso di far saltare il pressing sistematico della squadra di Gasperini, attraendo più uomini possibili verso la propria area di rigore, per poi guadagnare campo con dei lanci diretti verso Milinkovic Savic, o in alternativa affidandosi alla classe e la gestione ottimale palla al piede sia di Cataldi, che di Luis Alberto.

Reina è sempre a suo agio con la palla fra i piedi, l’Atalanta pressa i giocatori della Lazio fin dentro l’area di rigore, Cataldi è seguito da Pasalic, Luis Alberto da Freuler, ma è tutto voluto da Sarri, per creare dei duelli in attacco e sulle seconde palle.
La squadra biancoceleste, una volta conquistato lo spazio, sviluppava le sue azioni seguendo i principi di gioco di Maurizio Sarri, creando densità da un lato del campo per poi attaccare il lato debole, affidandosi ai suoi giocatori migliori e alle associazioni naturali fra di loro. Lo 0-1, seppur un gol generato quasi in maniera casuale da un paio di errori dei giocatori della Dea, nasce proprio da questa idea.

Felipe Anderson, Cataldi, Marusic e Savic cercano di attrarre a sé più uomini possibili con il palleggio, Pedro si posiziona in verticale rispetto ad Immobile.

Una volta che la palla va indietro verso Cataldi, si va subito in verticale, con Immobile sempre pronto ad attaccare la profondità
L’Atalanta non è mai veramente uscita dalla partita, ma è sembrata in affanno nel rincorrere il risultato in entrambe le occasioni. Gli uomini di Gasp hanno utilizzato soprattutto le fasce per creare superiorità numerica e poi attaccare l’area con diversi traversoni. La retroguardia laziale, comandata egregiamente da Acerbi, è stata quasi del tutto impeccabile.
La Dea ha avuto la meglio dal punto di vista del possesso palla, anche se la Lazio ha sembrato avere quasi sempre il controllo della situazione. La squadra di Sarri ha toccato la percentuale di palla più bassa da quando il toscano è sulla panchina capitolina (insieme alla gara di Europa League contro l’OM), ma è sembrata molto più una strategia che un predominio dei padroni di casa.

Tante le potenziali chance create dall’Atalanta, ma la conta degli xG sorride alla Lazio
L’Atalanta ha colpito, nel primo tempo, soprattutto grazie ai movimenti interno-esterno di Zapata, quasi sempre impossibile da fermare in queste situazioni in cui da la meglio, con la sua velocità e il suo senso della posizione. Quando il colombiano svuotava l’area di rigore l’Atalanta era sempre brava a riempire l’area di rigore di uomini, con Maehle che si sovrapponeva internamente e creava problemi alla retroguardia di Sarri.
La squadra di Gasperini si è messa in mostra anche e soprattutto per la solita varietà nella proposta offensiva, fin dalla costruzione del gioco da dietro. Nonostante l’emergenza, i giocatori dell’Atalanta hanno ben immedesimato i principi dell’allenatore muovendosi all’unisono per portare la palla nelle zone pericolose del campo.
Nel video sopra ho messo in evidenza le rotazioni dell’Atalanta. Da un classico movimento da difesa a 3, vediamo come Lovato e de Roon si muovano in avanti, per lasciare spazio a Freuler dietro, e per poi associarsi alla squadra nella tradizionale creazione di triangoli sulle fasce. Dal centro del campo si passa quasi solo ed esclusivamente per far viaggiare la palla da un lato all’altro del rettangolo di gioco.
È vero che la gara è stata decisa da una serie di episodi, ma in campo abbiamo visto due squadre quasi telecomandate dagli allenatori, scese sul rettangolo di gioco con le idee chiare su cosa fare, su come difendersi, ma soprattutto su come attaccare al meglio gli avversari.
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