La Lazio battendo in rimonta il Sassuolo con le reti di Milinkovic Savic e del solito Immobile, torna a respirare aria di alta classifica e da seguito alla vittoria del derby e di Parma. Al termine di una gara molto intensa, gli uomini di Inzaghi hanno la meglio sugli 11 di De Zerbi, rei di non aver gestito al meglio il vantaggio iniziale di Ciccio Caputo.

Tra le tante assenze, spiccano quelle di Luis Alberto Berardi. Questi gli 11 iniziali:

Lazio (3-5-2): Reina; Patric, Acerbi, Radu; Lazzari, Milinkovic Savic, Lucas Leiva, Akpa Akpro, Marusic; Correa, Immobile.

Sassuolo (4-2-3-1): Consigli; Muldur, Marlon, Ferrari, Rogerio; Locatelli, Obiang; Defrel, Djuricic, Traorè; Caputo.

Fase offensiva Lazio

La PassMap di Calcio Datato ci aiuta a capire le posizioni medie e le combinazioni più ricercate.

Molto interessante nella costruzione della Lazio l’ asse Milinkovic Savic – Reina. Lucas Leiva abbassandosi quasi sulla linea di Acerbi, riusciva spesso ad attirare i centrocampisti del Sassuolo, svuotando di fatto il centrocampo e liberando lo spazio dove il centrocampista serbo poteva ricevere i suggerimenti del portiere spagnolo.

I continui scambi di posizione tra Acerbi e Lucas Leiva appunto, ci ricordano ancora una volta come i ruoli stiano sempre più lasciando spazio alle funzioni.Di fatto, la posizione molto arretrata del brasiliano e le caratteristiche non certo da costruttore di Akpa Akpro, hanno consegnato le chiavi del centrocampo a Milinkovic Savic. Lui sull’ half space di destra e Correa su quello di sinistra (in maniera molto più intermittente) erano gli uomini scelti da Inzaghi per legare il gioco, innescando ora gli esterni in ampiezza, ora Immobile in profondità.

Molto bene Marusic a sinistra, trovato un paio di volte proprio dal serbo alle spalle di Muldur nel primo tempo e autore dell’assist del 2-1 nel secondo. Meno brillante Lazzari, che ha sfruttato poco le interessanti superiorità numeriche che venivano a crearsi con il serbo dalla sua parte, ostinandosi ad effettuare troppi traversoni dalla 3/4 e calciando un paio di volte da fuori in maniera non impeccabile.

Molto bravi i difensori centrali del Sassuolo a non concedere spazio alle loro spalle, molto meno i centrocampisti neroverdi a non perdere sanguinose palle in uscita, causando ficcanti transizioni offensive laziali, tra le quali spicca al primo tempo quella terminata con la sfortunata conclusione di Correa, servito neanche a dirlo da Milinkovic Savic.

Fase difensiva

lazioLasciando liberi di fraseggiare i due difensori centrali con gli esterni bassi, la Lazio in prima pressione, un po’ come successo nel derby con la Roma, si è preoccupata di infoltire la zona centrale del campo permettendo di fatto un possesso sterile al Sassuolo nella propria metà campo, schermando e poi aggredendo il vero play (Locatelli) quando innescato.

Forte di un uomo assai abile nel pressing (Akpa Akpro), l’unico a creare qualche grattacapo alla mediana biancoceleste è stato Djuricic, soprattutto quando riusciva a galleggiare nella terra di mezzo tra Lucas Leiva e Patric. Così è nato il gol dello 0-1. Sempre in quella porzione di campo sono nate altre interessanti occasioni per gli ospiti, non precisissimi nell’ultimo passaggio.

lazioGli esterni hanno dato un grande contributo alla fase difensiva, rimanendo sempre ben collegati ai 3 centrali e non concedendo quasi mai superiorità numerica sulle corsie esterne al Sassuolo, aiutando e non poco i braccetti Patric e Radu. Ottima la prova di Acerbi (non è una novità) che gol a freddo a parte, ha speso tutti i suoi 90 minuti seguendo ovunque Ciccio Caputo ed uscendo molto spesso vincitore dai duelli col bomber di Altamura.

Conclusioni

Nonostante lo svantaggio iniziale, La Lazio ha saputo ribaltare la situazione mostrando grande maturità. Con una prova di forza, ha ampiamente meritato il 2-1 finale impensierendo più di una volta l’estremo portiere neroverde. Al contrario, il Sassuolo mostrando buone trame e la solita maestria in fase di possesso ha concesso troppo, creando troppo poco. Il primo quarto d’ora lasciava bene sperare, ma forse le assenze di Berardi e Boga (inizialmente) hanno pesato più del dovuto negli ultimi 20 metri.

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