Roma-Spezia: i giallorossi la spuntano all’ultimo respiro
La Roma ritorna alla vittoria dopo una settimana intensamente difficile, nonostante le difficoltà nella formazione e i continui errori dei singoli in difesa.
Roma–Spezia è stata una partita figlia dell’assurda gara di Coppa Italia, giocata martedì e alla fine terminata con lo 0-3 a tavolino per i liguri. Le tensioni sviluppatesi nei giorni seguenti nello spogliatoio dei giallorossi hanno caricato questa gara di ulteriori significati, che hanno dato quindi a questo anticipo una tensione perenne, che si è riflessa nelle varie fasi della gara.
La principale novità tattica della Roma si è notata in fase di non possesso: solo Perez accompagna Mayoral nella prima linea in pressione, mentre Pellegrini scala sulla linea dei centrocampisti in fase di non possesso, sul centro sinistra. Un 5-3-2 abbastanza vigile che rinunciava alla pressione alta, orientata a uomo, e che tendeva a creare densità centrale, mantenendo la linea difensiva comunque alta.
In fase di costruzione è fondamentale per la Roma il movimento di Villar, che si abbassava principalmente nella posizione di centrale destro, per poter azionare la manovra. Lo Spezia di Italiano ha deciso così di alzare con costanza Estevez (la mezzala destra) in pressione, mentre Agoumè (il vertice centrale del trio di centrocampo spezino) si doveva occuparsi dei movimenti di Pellegrini, e Maggiore di Veretout.
È stato un confronto che la dice molto lunga sullo stato di forma delle due squadre e sulle loro caratteristiche. Entrambe squadre con idee molto evolute e moderne sul come risalire il campo palla al piede, entrambe squadre con enormi lacune difensive. Quelle dello Spezia, a quanto pare però acuite in tutto il reparto, mentre quelle della Roma dipendenti da imbarazzanti errori dei singoli.

Il primo gol della partita nasce da una lettura totalmente errata della linea difensiva dello Spezia. Una costante tattica poi replicata dalla Roma per tutta la prima frazione di gioco (senza la stessa fortuna)
Nell’occasione del gol del vantaggio della Roma notiamo come sia andata in difficoltà l’intera linea difensiva di Italiano nel leggere la palla alta di Spinazzola.
La Roma ha costruito le occasioni migliore quasi sempre sul lato sinistro, quello attaccato principalmente dall’ex Juve e in appoggio da Pellegrini. Sfruttando la velocità e la qualità dell’esterno, e la possibilità del 7 di giocare con tutto il campo aperto sul suo piede forte (il destro) e provando con più costanza il tiro (solo nel primo tempo ha tirato due volte verso la porta, in media è il numero di tiri che fa in 90 minuti, a fine partita totalizzerà 6 tiri totali, 4 di questi andati in porta).

Nell’occasione del pareggio dello Spezia vediamo come i liguri siano più reattivi, qui portano tre uomini sulla seconda palla, mentre altri 3 stanno attaccando la linea difensiva della Roma
Ad inizio secondo tempo arrivano subito due gol della Roma, su situazioni di gioco differenti fra loro. Il gol di Mayoral, su un’azione manovrata, ripulita e finalizzata dallo spagnolo, e il gol di Karsdorp, ancora una volta sviluppata sul lato sinistro del campo, ma finalizzata da Karsdorp, in una classica azione da esterno a esterno.

L’azione del 3-1 nasce da una giocata di tacco di Mayoral che si sposta sul lato sinistro e asseconda la conduzione perfetta di Spinazzola

L’esterno sinistro, chiude poi per l’esterno destro, Karsdorp, che ha accompagnato l’azione con una sovrapposizione perfetta.
Dal 3-1 in poi è francamente difficile provare a dare una spiegazione agli eventi di campo. Come con sempre più frequenza sta accadendo in questo calcio pandemico, ma direi anche come spesso accade nella storia della Roma, la partita è entrata in un loop stranissimo, con due squadre che hanno mollato molte delle accortezze difensive prese nell’ora precedente e, complici anche i continui cambi, hanno dato alla gara un’impronta casuale.
Una volta segnato il gol del 3-2 lo Spezia ha portato più uomini in attacco, aprendo delle vere e proprie praterie per la Roma. I giallorossi hanno generato tantissime occasioni per segnare il 4-2 definitivo soprattutto sul lato destro del campo. Una volta arrivato l’incredibile pareggio dello Spezia (ancora una volta decisivo un errore individuale incredibile), i giallorossi hanno però avuto la forza di provare l’ultimo attacco – sempre sul lato destro – e arrivare al quattordicesimo tiro, quello decisivo, firmato da Pellegrini.
La Roma ha vinto con i nervi e la voglia una partita iniziata con paura e tanta accortezza, chiusa in maniera rocambolesca. Si è aggrappata alle giocate di Spinazzola e Pellegrini, guadagnando 3 punti preziosissimi in vista delle due sfide difficili in arrivo, contro Verona e Juventus. In attesa di capire l’entità degli infortuni di Mkhitaryan e Pedro, Fonseca dovrà di certo chiedersi se continuare a puntare su Borja Mayoral o provare a ricucire il rapporto con Dzeko inserendolo di nuovo in campo.
Lo Spezia esce da queste trasferte a Roma con una storica qualificazione ai quarti di Coppa Italia, e un po’ di amaro in bocca per quanto accaduto in campionato, ma la squadra di Italiano continua a dare la sensazione di poter mettere in difficoltà chiunque e quindi di poter costruire su prestazioni come queste la propria salvezza.
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