Liverpool-Manchester City: spettacolo e gol ad Anfield
Liverpool contro Manchester City ha messo nuovamente di fronte le due squadre vincitrici delle ultime 4 stagioni della Premier League. Un duello, quello tra i tecnici Klopp e Guardiola, che ha profondamente segnato l’ultimo quadriennio, a colpi di intuizioni geniali e, soprattutto, emozioni e spettacolo in campo. Se il computo dei titoli ha finora favorito il City che ha alzato il trofeo di campioni d’Inghilterra per 3 volte a 1, lo score negli scontri diretti tra i due allenatori (che si affrontarono anche in Bundesliga quando erano alla guida di Borussia Dortmund e Bayern Monaco) è in totale parità con 9 vittorie a testa e 4 pareggi totali.

Il dominio di Liverpool e City in numeri dall’agosto 2018 – Copyright Sky Sports
LE SCELTE DI FORMAZIONE
Ad accogliere le due squadre si è presentato un Anfield completamente gremito che ha generato un’atmosfera unica come ai tempi pre-pandemia. Il Liverpool rinvigorito di questa stagione è arrivato alla sfida come unica squadra senza sconfitte in campionato e Klopp ha schierato il classico 4-3-3 con lo stesso undici messo in campo nell’ultima, vittoriosa, sfida di Champions League in casa del Porto: assente Alexander-Arnold sulla corsia destra, rimpiazzato da Milner mentre in attacco fiducia ancora a Jota come sempre affiancato dai soliti Salah e Mané. Per il Manchester City stesso undici della settimana precedente, quando, con una prestazione convincente, aveva battuto il Chelsea a domicilio: per il terzo impegno di fuoco della settimana (dopo le trasferte con il Chelsea e il Psg), Guardiola si è affidato dunque al trio Foden-Grealish-Gabriel Jesus a guidare il suo 4-3-3.
La variazione tattica di Guardiola è stata subito visibile ad inizio partita: Grealish è partito in posizione centrale come falso nove mentre Foden e Gabriel Jesus hanno agito ai suoi lati in posizione di attaccanti esterni. L’inglese ha sofferto il fatto di giocare spesso spalle alle porta e la pressione dei centrali avversari Matip-Van Dijk l’ha portato spesso a cambiare posizione. Foden, riportato invece nel suo ruolo naturale, ha potuto mettere in difficoltà la retroguardia reds con i suoi strappi.
Il Liverpool, sin da subito, ha provato a imprimere un’accelerazione al match come spesso succede ad Anfield e, nel primo quarto d’ora, si è visto il classico stile diretto e arrembante degli uomini di Klopp mentre dall’altra parte il palleggio del City rimaneva più compassato e articolato. Come si nota dall’esempio seguente, Jota, in posizione centrale, viene incontro per ricevere il passaggio direttamente dal centrale Matip, il quale salta il centrocampo con la sua verticalizzazione.

Jota, venendo incontro e ricevendo il pallone da Matip, crea lo spazio alle sue spalle per i tagli verso il centro di Mané e Salah. Walker avrebbe il passo per stare dietro al senegalese ma Mané va verso le zolle di Dias, meno rapido di Walker nello sprint. Il gol, nel secondo tempo, dello stesso Mané nasce infatti da un movimento analogo.
IL PIANO DI GUARDIOLA
Superata la prima mezzora, è stato però il City a prendere il comando delle operazioni. Grazie alla perfetta esecuzione di tre principi cardine di Guardiola, il City ha dominato il possesso palla e creato le prime importanti occasioni del match mancando soltanto nella finalizzazione:
1 – In primis, l’occupazione degli half spaces: come vediamo anche dall’immagine selezionata, c’è sempre un uomo a occupare lo spazio intermedio che sta, in termini approssimativi, tra la fascia laterale e centrale del campo. Questo crea triangoli nei quali i giocatori occupano sempre posizioni volutamente sfalsate (mai sulla stessa linea, sia orizzontalmente che verticalmente) e riescono ad avanzare il pallone evitando l’intercetto avversario.

Il City cerca e trova l’ampiezza con Bernardo che si allarga a sinistra, Foden va a occupare l’half space e trova lo spazio per un cross verso il secondo palo dove De Bruyne si fa trovare smarcato.
2 – La riaggressione alta viene sempre applicata appena l’avversario riconquista la palla. Anche nel caso appena descritto, è il terzino Cancelo che ha riconquistato la palla successivamente a un intercetto avversario. Nonostante la velocità delle ripartenze reds, il City non retrocedeva mai a protezione della propria metà campo ma anzi approfittava delle posizioni avanzate dei giocatori in fase di possesso per bloccare sul nascere l’azione avversaria.
3 – Anche quando il City doveva ripartire dal basso, ovvero dal portiere Ederson, lo ha fatto sfruttando al massimo ogni parte del campo. Qui entrano in gioco le superlative qualità tecniche di tutti gli 11 in campo, a partire dall’estremo difensore brasiliano, capace di distribuire la palla come un regista, sia sul corto che sul lungo raggio. Come nel caso seguente, dove un suo lancio ha trovato Bernardo oltre la mezzala avversaria che ha provato a tagliare le linee di passaggio. Così facendo, il City manteneva il possesso con continuità e obbligava il Liverpool a un pressing difficile da sostenere.

Passaggi di oltre 40 metri sono la normalità per Ederson e per chiunque lo riceve grazie alle grandi capacità tecniche e alla fiducia riposta in questo tipo di impostazione. La chiave sta nell’angolo del passaggio, quasi mai centrale, e nel saltare uno o più linee di pressione.
SALAH, IL GENIO OLTRE LA TATTICA
Dopo un primo tempo in cui la partita è sembrata non decollare, nella ripresa il livello delle giocate individuale si è alzato notevolmente e la partita si è aperta con conseguenti ribaltamenti di fronte ed entrambe le squadre che hanno concesso spazi da sfruttare. Il Liverpool, che per lunghi tratti aveva arrancato nel primo tempo a causa di uno scarso supporto degli esterni al trio offensivo (l’assenza di Arnold, che gioca in media oltre 80 palloni a partita, si è fatta sentire), ha ritrovato energie e idee grazie a uno scatenato Salah. Il vantaggio dei padroni di casa è nato infatti da un perfetto suggerimento dell’egiziano per Mané che ha convertito in gol l’ennesimo taglio alle spalle di Dias.
Da quel momento, si è concretizzato un doppio botta e risposta tra le due squadre che ha donato spettacolo e giocate di alto livello al match. Dopo il pareggio di Foden, è arrivato il nuovo vantaggio del Liverpool. Un gol che è andato oltre ogni mossa tattica, segnato da Salah con un diagonale chirurgico dopo aver sfidato e battuto in dribbling almeno quattro avversari. A dieci minuti dal termine, De Bruyne ha poi trovato il definitivo 2-2 con una conclusione deviata per un pareggio che ha tutto sommato riflettuto le forze in campo.

Nel finale, Klopp ha cercato di tamponare la difficoltà dei suoi sugli esterni da dove sono nati i maggiori pericoli creati da Foden, stringendo Fabinho che abbandonava la posizione centrale per dare supporto alla mezzala e raddoppiare Foden.
Uno sguardo ai numeri conferma l’equilibrio visto in campo, con il City che ha creato una quantità maggiore di occasioni ma con minore indice di pericolosità medio.

I numeri forniti da FotMob.
Il Liverpool ha infatti tirato la metà delle volte ma le chance avute avevano una maggiore probabilità di essere convertite in reti (xG medio di 0.29 contro 0.11). In parte conseguenza del divergente stile di gioco delle due squadre e delle eccelse qualità degli interpreti in campo, il match ha regalato lunghi tratti durante i quali l’imprevedibilità e lo spettacolo hanno fatto da padroni. In attesa del prossimo capitolo di questa grande sfida.
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