Analisi tattiche, Premier League

Chelsea – Manchester City: l’analisi tattica

On Settembre 26, 2021
By Giovanni Cesaroni | 0 Comments

Chelsea contro Manchester City è una sfida che ha infiammato la passata stagione, sia in Inghilterra che in Europa, con la finale di Oporto ancora abbastanza fresca nella memoria dei tifosi. Anche nella stagione attuale, le due squadre si sono presentate con le massime ambizioni: il Chelsea di Tuchel è infatti considerato da tanti l’avversario più accreditato per spodestare la banda di Pep Guardiola dal trono della Premier League. La prima sfida stagionale tra le due squadre era quindi senza dubbio la partita di cartello della sesta giornata.

Il Chelsea poderoso di questo inizio di stagione ha evidenziato una solidità e una crescita impressionanti con la decisiva aggiunta di Lukaku, terminale offensivo degno di un club che sembra avere pochi eguali nel panorama europeo. Con pieno merito, infatti, i Blues si presentavano a questa sfida al primo posto in classifica al pari di Liverpool e Manchester United.

Complice un avvio di stagione balbettante, il Manchester City era chiamato a una risposta. Il calendario dei Citizens non poteva essere più probante con la sfida dello Stamford Bridge seguita dalle trasferte di Parigi e Liverpool nello spazio di soli 7 giorni. Arrivato alla sua sesta stagione sulla panchina degli sky blue di Manchester, Guardiola sembrava aver un po’ smarrito la via della continuità, con i suoi autori di alcune prestazioni straordinarie, piene di gol, come di inaspettati passi falsi marcati da una certa mancanza di occasioni create.

Sul prato verde di Stamford Bridge, il contrasto tra gli stili di gioco delle due squadre appariva molto visibile sin dai primi minuti. Il Chelsea si schierava con un 3-5-2 molto compatto con un baricentro piuttosto basso e tanto campo da attaccare per le due punte Lukaku e Werner. Il City, con il suo classico 4-3-3 senza attaccante di ruolo, teneva un atteggiamento aggressivo per applicare pressione alla circolazione di palla del Chelsea e si appoggiava molto sugli esterni per aggirare il compatto centrocampo avversario.

Nel primo tempo lo spartito tattico ha visto il City sempre al comando delle operazioni. Gli uomini di Guardiola hanno fatto registrare quasi il 70% di possesso palla senza però riuscire a creare vere occasioni da gol. È stato l’atteggiamento del Chelsea però a preoccupare: incapace di rompere il ritmo del City e spesso troppo impreciso nelle ripartenze dove Werner e Lukaku si sono trovati isolati contro la difesa avversaria. Il centrocampo, eccessivamente schiacciato, non accompagnava mai l’azione e soffriva il palleggio del City. In particolare Kovacic, il giocatore di collegamento dei Blues tra centrocampo e attacco, non riusciva a fornire supporto. Jorginho rimaneva stazionario al centro mentre Kanté, nel suo ruolo classico di carrilero, è stato spesso preso in mezzo al palleggio del City. Impeccabile invece l’organizzazione degli ospiti in fase di non possesso con Laporte e Dias sempre bravi ad accorciare su Lukaku e Werner, impedendogli di girarsi e puntare la metà campo avversaria.

Come detto in precedenza, chiaro è stato l’intento degli ospiti nel cercare di creare superiorità sugli esterni attraverso i classici triangoli (terzino, mezzala e esterno offensivo) per portare la palla a ridosso dell’area di rigore dove Grealish e Gabriel Jesus in posizione di ala cercavano l’1 contro 1 provando a creare palle gol.

Anche in fase di non possesso, il City invitava il Chelsea a passare dagli esterni, inibendo la palla in verticale per Lukaku e costringendo il Chelsea a un’uscita dal basso complicata. Uno dei triggers senza palla del Guardiolismo è infatti quello di portare la pressione quando l’azione avversaria confluisce sulle corsie esterne come si può apprezzare dall’immagine sottostante.

chelsea

Il Manchester City applicava la pressione coinvolgendo 5 giocatori a formare un pentagono in base al lato dove si sviluppa il possesso avversario con una partecipazione sempre continua e collettiva. Le linee di passaggio del Chelsea erano costantemente chiuse: in questo modo il retropassaggio sul portiere Mendy diventava l’unica opzione a disposizione degli uomini di Tuchel per non rischiare una palla persa in zona pericolosa e far scattare la ripartenza del City.

Nella ripresa, il dominio territoriale del City si è concretizzato con il gol del vantaggio di Gabriel Jesus sugli sviluppi di un calcio d’angolo. Il brasiliano è stato abile a controllare e girare in rete una palla vagante in area di rigore grazie anche ad una deviazione di un giocatore del Chelsea. Dopo il gol, il City ha legittimato una vittoria ampiamente meritata costruendo diverse palle gol non trasformate che avrebbero reso il punteggio più largo. Il Chelsea, nonostante i logici tentativi di avanzare il baricentro dopo il gol subito, non riusciva a pungere e chiudeva addirittura senza effettuare alcun tentativo verso la porta di Ederson.

Il City, con maggiori spazi da aggredire, rimaneva alto e liberava le avanzate poderose di Cancelo, una costante spina nel fianco del Chelsea, che si sovrapponeva a Grealish e sfruttava lo spazio alle spalle del terzino del Chelsea. In posizione offensiva, il terzino portoghese si divideva lo spazio proprio con il fantasista inglese: quando Cancelo tagliava verso il centro del campo, Grealish rimaneva largo e viceversa.

Fondamentale anche il lavoro di Rodri, mediano tuttofare del City di Guardiola, che, come nella lavagna tattica successiva, prendeva possesso della zona di campo subito dopo la prima linea di pressing del City, per la riconquista immediata della palla e soffocare i tentativi di ripartenza centrali del Chelsea.

La prestazione di alto livello del Manchester City di Guardiola ha quindi segnato una partita non eccessivamente spettacolare ma che si fondava su dettagli tattici e strategici di alto livello come già accaduto in passato quando queste due squadre si sono affrontate. I numeri del match raccontano ulteriormente quanto visto sul campo con una squadra, il City, che ha approcciato e gestito il match come pianificato mentre il Chelsea non ha trovato, per questa volta, le contromosse necessarie per entrare nel match.

Anche dalle posizioni medie tenute in campo dalle due squadre si può notare la differenza con il Chelsea quasi esclusivamente ridotto nella propria metà campo, incapace di creare pericoli vicino all’area avversaria. Il City ha mantenuto un atteggiamento propositivo per tutta la gara, contando sulle capacità tecniche e gestionali di un gruppo, ancora forse secondo a nessuno, a livello europeo, sotto questo aspetto. Interessante notare inoltre come le due aree più occupate dal City siano state le zone esterne offensive, in particolare quella sinistra. Guardiola aveva individuato le zone alle spalle dei terzini avversari come quelle da sfruttare ed è stato lì che i suoi hanno creato la maggior parte dei problemi, evitando di congestionare la parte centrale del campo dove il Chelsea solitamente risulta molto solido e organizzato.

 

 

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