Manchester United – Liverpool: l’analisi tattica della supersfida di Premier
Manchester United e Liverpool si sono affrontate all’Old Trafford in quello che è, per eccellenza, il grande classico di oltremanica. Il Manchester United si è presentato alla sfida dopo la sconfitta per mano del Leicester, soltanto due giorni prima, consegnando quindi definitivamente il titolo al City di Guardiola. Dall’altro lato, il Liverpool è sceso in campo consapevole che la vittoria rappresentava un obbligo per tenere vive le speranze di qualificazione alla prossima Champions League.
Aldilà delle logiche di classifica, questa rivalità rimane sempre accesa e le due squadre schierano il miglior undici a propria disposizione: 4-2-3-1 per i Red Devils con la conferma di Pogba che parte dalla sinistra nel trio con Bruno Fernandes e Rashford, dietro Cavani unica punta, 4-3-3 classico invece per gli uomini di Klopp con Jota preferito ancora una volta a Manè.
La partita si apre subito con un ritmo alto e sostenuto, le squadre non si risparmiano colpi e piuttosto che adattarsi alle mosse dell’avversario pensano a imporre il proprio gioco senza mai speculare. Tra le due è comunque lo United a giocare meglio nella prima mezzora e infatti dopo 10 minuti trova il vantaggio con una conclusione di esterno di Fernandes deviata in porta da Phillips. Complice la linea bassa e statica della difesa del Liverpool che prova ad alzare i due esterni Alexander-Arnold e Robertson soltanto dopo la riconquista della palla, il Manchester sembra sguazzare negli spazi tra le linee e libera la fantasia di Pogba, Fernandes e Rashford.
Pogba dalla sua posizione più laterale si accentra per venire a scambiare con i compagni mentre Fernandes, come sempre libero di svariare e agire nella zona del pallone, è il vero punto di riferimento da cui transitano quasi tutte le azioni offensive dei Red Devils. Sugli esterni il lavoro è affidato ai due laterali difensivi, Shaw e Wan Bissaka. Shaw ama salire palla al piede, appoggiandosi a Pogba o Fernandes, a differenza di Wan Bissaka meno abile tecnicamente che preferisce essere servito in corsa come in occasione del gol del vantaggio. Lo United di Solskjaer si distingue per una buona organizzazione anche senza palla, necessaria per sostenere un modulo principalmente a trazione offensiva e con tanti giocatori a cui piace ricevere palla tra i piedi e spesso restii a corse all’indietro. Lo stesso Pogba si applica in fase difensiva, cercando di limitare le avanzate di Arnold dal suo lato e dando manforte ai due centrocampisti centrali, Fred e McTominay che stazionano nella zona centrale del campo.
Il Liverpool, nel finire del primo tempo, alza finalmente la linea di pressione e riesce a ribaltare il punteggio grazie a due azioni conseguenti a calci piazzati: nella prima occasione è Jota a risolvere in mischia con un colpo di tacco mentre nella seconda Firmino sceglie perfettamente il tempo per incornare un calcio di punizione indiretto calciato da Arnold.
Il secondo tempo inizia come era finito il primo: con un gol degli ospiti, ancora una volta siglato da Firmino che rompe quindi un lungo digiuno spedendo in rete una ribattuta di Henderson. È evidente il calo di tensione degli uomini di Solskjaer che commettono due errori in successione durante la costruzione dell’azione dal basso. Come si può notare dall’immagine, il Liverpool si alza nettamente in pressione intercettando la costruzione molto incerta dei Red Devils, colpevoli di non spazzare il pallone, e si apre così la strada verso la porta di Henderson per il gol del pesante 1-3.
La pressione del Liverpool è particolarmente efficace e maschera così anche le incertezze dei due centrali difensivi Phillips e Williams quando vengono attaccati. Come si vede dall’immagine il Liverpool si trova spesso in superiorità numerica in mezzo con Fabinho intelligente nel fare il “pendolo” e alzarsi in pressione quando Fernandes non rientra ad aiutare i compagni. Fred e McTominay non hanno il tempo di impostare con tranquillità e tutta la manovra dello United ne risente.
Il match prosegue con frequenti capovolgimenti di fronte e l’intensità rimane altissima. Lo United trova la fiammata che lo rimette in partita grazie a uno scambio d’autore Cavani-Rashford con quest’ultimo che esegue un perfetto movimento in profondità e conclude con precisione in rete. Greenwood rimpiazza Fred e Pogba torna nella sua posizione più abituale davanti alla difesa e lo United prova il forcing per pareggiare l’incontro.
Il Liverpool gestisce le energie inserendo i freschi Jones e Manè e tiene comunque la linea alta per non dare spazi allo United che nel finire del match si complica di nuovo la vita perdendo palla in costruzione con Matic e provocando il gol in contropiede di Salah che chiude definitivamente in conti sul 2-4.
Più in generale questo spettacolare match è stato la dimostrazione di come queste due compagini abbiano pensato innanzitutto a sfidarsi a viso aperto, consce della rivalità che questa si sfida si porta dietro, e avendo come unico obiettivo la vittoria attraverso le qualità dei propri interpreti. Qualità mentali che il Liverpool ha mostrato in questo match nonostante un avvio di complicato e, più in generale, una stagione difficile che offre però ancora la possibilità di giocarsi l’accesso alla prossima Champions League.
I numeri raccontano di un match intenso ed equilibrato e a fare la differenza è stata una maggiore determinazione degli ospiti nel cercarsi occasioni e a trasformarle in gol. Firmino e Alexander Arnold sono stati protagonisti indiscussi di questo match: il brasiliano con due gol di tempismo e intuizione mentre l’esterno a tutta fascia inglese è stato il vero propulsore dei Reds creando ben 5 palle gol e tentando la conclusione 6 volte.
Troppi invece gli errori in fase di costruzione dello United, che ha pagato l’assenza del capitano Maguire, il difensore con la più alta percentuale di passaggi completati per i Red Devils, che Solskjaer spera di recuperare per la finale di Europa League contro il Villareal, in programma per la fine di questa stagione.
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