Flessibilità, ampie rotazioni e falsi nove. Così, con un lampo del caro vecchio Pep, il Chelsea ha preso 3 gol nel primo tempo e ha perso l’ennesimo scontro diretto. Con tre gol prima dell’intervallo il Manchester City ha lanciato un messaggio a tutta la Premier League.

La squadra di Lampard è entrata nel nuovo anno in pessima forma, con una sola vittoria nelle ultime sei partite, e sempre più dubbi sui propri principi di gioco. Il Chelsea è sceso in campo con un 4-3-3 che si affidava molto al dinamismo di Mason Mount.

Il Manchester City (che aveva saltato la sfida con l’Everton per Covid), è arrivato alla sfida con numeri difensivi impressionanti ma con qualche dubbio sui principi offensivi di Guardiola, che invece sono sempre stati prioritari nei pensieri del tecnico catalano.

Manipolare il pressing

Il Chelsea ha grossi problemi nell’applicare pressing, anche contro squadre che non hanno un piano complicato e ben definito per risalire il campo da dietro. Il 4-1-4-1 in fase di non possesso della squadra di Lampard è quasi sempre disorganizzato per spazi e per tempismo, così nonostante Kanté di solito risolva la maggior parte dei problemi da solo, è stato impossibile venire a capo del problema contro il Manchester City.

Guardiola ha manipolato e fatto saltare totalmente i piani di pressione di Lampard in maniera, come sempre, innovativa. Entrambi i centrali difensivi (Dias e Stones) occupavano lo stesso lato del campo, in particolare Dias vicino a Steffen (quindi dentro l’area) e Stones alla sua destra, mentre Zinchenko restava arretrato, sul lato sinistro del campo. Joao Cancelo fungeva da falso terzino stringendo dentro il campo, cercando di posizionarsi e di ricevere alle spalle di Mason Mount. Rodri, invece, come di consueto agiva da mediano.

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La struttura posizionale con cui il Manchester City impostava le azioni da dietro.

Come notiamo anche nella lavagna tattica sopra, è stato fondamentale il posizionamento di Rodri, quasi sempre in verticale rispetto a Steffen, mentre Bernardo Silva (non inquadrato nell’immagine) cercava sempre di posizionarsi in verticale rispetto al mediano ex-Atletico Madrid. Erano loro due gli sbocchi principali per la verticalità della squadra di Guardiola, che ama comandare i ritmi della gara con la palla fra i piedi, e verticalizzare quando trova spazio fra le linee di pressione.

 

Come vediamo negli splendidi grafici di Calcio Datato, le combinazioni fra Silva e i due giocatori che giocavano in mediana (se così vogliamo definire Rodri e Cancelo) sono state le più ricercate, in particolare con il portoghese ex Monaco che passava la palla verso i due compagni,  quasi sempre spalle alla porta, dopo averla ricevuta, e dopo aver attivato la pressione a vuoto dei suoi avversari.

Il Chelsea è così andato in crisi, concedendo molti uno vs. uno tra il terzino e l’esterno avversario, preoccupato com’era di difendere il centro del campo.

La struttura offensiva del Manchester City

Come spesso accade quando si parla di squadre di Guardiola, è difficile dare numeri allo schieramento di una sua squadra. Nel primo tempo abbiamo rivisto i momenti e la fluidità offensiva che hanno reso ogni team del catalano un must watch per tutti gli appassionati di calcio.

Sul lato destro del campo Cancelo e Bernardo giocavano scambiando la posizione continuamente: se uno veniva incontro alla manovra, l’altro cercava di posizionarsi fra le linee per ricevere in una zona più alta del campo, con Sterling che dava sempre ampiezza vicino alla linea del fallo laterale, per tenere largo e impegnato Chilwell.

A sinistra il City ha creato più occasioni, e ha messo in difficoltà continuamente lo schieramento difensivo del Chelsea. Sia Zinchenko che Foden occupavano una zona laterale del campo in fase di costruzione, con De Bruyne che si muoveva spesso non dando punti di riferimento, per dare linee di passaggio ai compagni e fare tanti passaggi a muro, mentre Gundogan si buttava nello spazio creato dal movimento del belga.

Primo gol del Manchester City: sovraccarico di gioco sul lato sinistro del campo, mentre Gundogan attacca lo spazio creatosi fra i due centrali del Chelsea.

Le rotazioni sul lato sinistro del campo sono state decisive anche per il secondo gol della partita. Qui Gundogan è stato però fondamentale nella costruzione dell’azione e non nella finalizzazione. Il tedesco si è mosso fino alla mediana per dare una linea di passaggio libera a Steffen, dopodiché ha azionato l’azione sulla sinistra appoggiando la palla a Zinchenko. I movimenti di De Bruyne e Foden, poi, hanno fatto il resto.

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La corsa in diagonale di Foden è fondamentale per mettere in crisi i centrali del Chelsea.

Il terzo gol, quello che chiude la gara già al 34′, nasce in maniera anche imbarazzante dagli sviluppi di un calcio di punizione battuto male dal Chelsea, e da una transizione difensiva disastrosa.

Kanté sarà pure Kanté, ma è impossibile difendere a campo aperto in queste condizioni contro Sterling. Non sarà l’inglese poi a concludere l’azione, ma a creare i presupposti per lo 0-3 

Il blando secondo tempo è il simbolo del Chelsea

Nel secondo tempo il Chelsea mette in mostra anche i grossi problemi offensivi, le contraddizioni di una squadra con una rosa potenzialmente stellare, ma con problemi nello sviluppo di azioni importanti, e in difficoltà nel mettere a proprio agio il parco di giocatori di assoluto livello.

La squadra di Lampard è quinta in classifica per non-penalty Expected Goals p90 in Premier League, dietro a Liverpool, Aston Villa, Leeds United e Manchester City, e quarta per Reti realizzate (senza rigori) p90, eppure non da mai la sensazione di avere dei fluidi principi di gioco.

Nella gara contro il City in particolare lo scaglionamento dei centrocampisti è sembrato errato, o tutti in linea, o troppo lontani fra di loro per creare la possibilità di far progredire la manovra in maniera fluida.

La crisi di Werner (che non segna da 12 partite di fila), i problemi fisici di Ziyech e il grosso punto interrogativo sulla posizione di Havertz (che per ora si siede semplicemente in panchina) fa tutto il resto.

Conclusioni

Considerata la predisposizione del board del Chelsea a cambiare spesso e volentieri allenatore, Lampard dovrà ritrovare presto la propria squadra, e le prossime gare (fra FA Cup e Premier) saranno decisive per il suo futuro.

Dopo mesi di interrogativi su dove fosse finito il vero City, invece abbiamo visto questa versione vintage della squadra di Guardiola, che sembra quasi giocare meglio quando non ha una punta di ruolo. Le rotazioni continue hanno squarciato la difesa avversaria in modi che non si vedevano da tempo, e con la classifica così corta e due partite da recuperare, i Citizens sono tornati in lizza per il titolo.

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