Tottenham e Liverpool si presentano nel nord di Londra con l’ambizione di recuperare posizioni verso i vertici della classifica. I Reds stanno digerendo un brutto periodo che li ha visti perdenti con Burnley e Southampton tra le altre, nonché contro lo United in FA Cup. La squadra di Mourinho, invece, dopo un periodo non felice nella seconda parte del dicembre scorso, si è ripresa ed ha vinto diverse partite e superato i primi due turni di FA Cup. Un confronto molto interessante sulla carta, andiamo a vedere se lo è stato anche sul campo ieri sera

 

Sistemi di gioco

Klopp schiera il classico 4-3-3 ma cambia gli interpreti. In porta Alisson; la linea difensiva, falcidiata dagli infortuni, vede schierati A-Arnold, Matip (poi infortunato e sostituito con Phillips), Henderson e Robertson. A centrocampo Wijnaldum occupa la posizione centrale, con Thiago Alcantara e Milner ai suoi lati. Il tridente d’attacco è il classico Salah-Firmino-Mane.

Mourinho risponde con un 3-4-3 molto dinamico in fase offensiva: con Kane, Son e Bergwijn che si muovono molto per non dare punti di riferimento alla difesa del Liverpool. Hojbjerg e Ndombele giocano come interditori centrali, mentre Aurier e Doherty si posizionano lungo le fasce come tornanti. La difesa a 3 è composta da Rodon, Dier e Davies con Hugo Lloris in porta.

Il Tottenham ha poi cambiato modulo con gli ingressi di Lamela e Winks ad inizio secondo tempo ed ha inizialmente difeso con un 5-3-2 un po’ particolare che andremo a vedere nel corso di questa lettura.

Controllo del gioco ai Reds

Ad inizio partita e per tutto il primo tempo, il possesso di palla è stato ad appannaggio del Liverpool. La squadra di Klopp faceva girare il pallone con poca velocità ed in orizzontale; ciò ha favorito la difesa del Tottenham, il quale restava basso chiudendo le linee di passaggio verso il tridente avversario e marcando a uomo nella zona. Per ovviare a ciò gli attaccanti del Liverpool si muovevano molto senza palla, cercando di scomporre la difesa avversaria.

 

FDNP Tottenham

Come accennato sopra, il Tottenham difendeva con il 5-3-2, con marcature a uomo nelle zona sui centrocampisti e sugli attaccanti avversari. Marcando in questo modo, gli Spurs non seguivano per tutto il campo un determinato giocatore, ma marcavano solamente l’avversario che “invadeva” la propria zona di competenza.

Altra particolarità è stata il posizionamento di Bergwijn. L’olandese si abbassava sulla linea dei centrocampisti, andando a raddoppiare su Robertson, non permettendo al Liverpool di sviluppare azioni offensive pericolose sulla sinistra.

 

Tuttavia, dall’altra parte Son era esiliato dal compito di raddoppio su Alexander-Arnold, lasciando a Doherty e Davies un pericoloso 2 vs 2 con Salah e lo stesso Arnold. Il giovane inglese è rimasto libero nell’occasione del gol (suo) dello 0-2.

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Fase di possesso e transizioni del Tottenham

La squadra di Mourinho costruiva l’azione con il rinvio di Lloris o di Dier. Questo poiché il Liverpool si disponeva molto alto in pressione posizionale, impedendo agli avversari di cominciare l’azione dal basso. Con il rinvio si cercavano Son e Kane oppure i due tornanti che avanzavano la loro posizione. Qualora si fosse riuscito ad imbastire l’azione palla a terra, si cercava Hojbjerg in posizione centrale: il danese si smarcava tra le due linee di pressione del Liverpool.

Hojbjerg si posiziona tra le linee di pressione avversaria.

 

In Fase offensiva, il Tottenham si rendeva pericoloso con rapide azione in verticale oppure sfruttando le transizione offensive ed i conseguenti contropiedi. Il gol di Son (annullato per fuorigioco al 3′) deriva da una rapida ripartenza in contropiede che ha permesso agli Spurs di trovare il vantaggio (poi annullato dal VAR). Kane e Son si scambiavano spesso la posizione, cercando di non dare punti di riferimento alla difesa del Liverpool.

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Il passaggio al 4-2-3-1

A fine primo tempo Kane subisce un colpo e nell’intervallo costretto ad uscire. Entra Lamela, mentre Winks sostituisce Aurier. Il modulo degli Spurs diventa un 4-2-3-1: con Winks e Hojbjerg centrali di centrocampo e la linea di trequarti composta da Lamela, Ndombele e Bergwijn; con il solo Son come terminale offensivo fisso.

Con questo schieramento, Lamela poteva entrare nel centro del campo palla al piede sfruttando il suo sinistro naturale. L’azione del gol di Hojbjerg deriva proprio da questo movimento di Lamela

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Gli altri gol del Liverpool

Tutti i gol del Liverpool derivano da errori grossolani da parte della difesa del Tottenham. Il secondo gol l’abbiamo già osservato in precedenza e come si può notare, Arnold rimane libero di concludere a rete. Il primo gol deriva da una disattenzione iniziale di Aurier, il quale si perde Mané. Successivamente, Dier si lascia sfilare Firmino che finalizza dall’interno dell’area piccola (Lloris non esente da colpe).

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Sul terzo gol, Arnold viene lasciato libero di avanzare sulla fascia, il suo cross apparentemente innocuo viene letto male da Rodon e Mane è stato lesto a battere a rete.

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I giovani

In campo, i giovani erano diversi ed hanno fornito una prestazione importante. Sulla sponda Tottenham da segnalare la buona partita di Bergwijn (classe ’97) e quella di Hojbjerg (non giovanissimo, classe 1995). L’olandese è stato bravo a sacrificarsi in un ruolo più difensivo ed abile anche in fase offensiva; prestazione macchiata dalla sua disattenzione sul secondo gol. Il danese, invece, ha dimostrato come il suo ruolo sia fondamentale all’interno di questo Tottenham e come la squadra si affidi a lui in fase di possesso. Da segnalare anche Rodon (1997), autore di una discreta partita, ma l’errore sul terzo gol è grave.

Nei Reds si è distinto Alexander-Arnold, il classe 1998 non è più una sorpresa ormai. Nel primo tempo il possesso di palla del Liverpool era dirottato sulla sua fascia ed è stato abile ad offrirsi in proiezione offensiva per creare azioni d’attacco interessanti, trovando anche la rete personale e fornendo l’assist del 1-3 finale.

 

La mia opinione

Ho visto un Liverpool inizialmente titubante. Probabilmente è stata una conseguenza del periodo non felice che stava vivendo la squadra del Merseyside. La pressione non è stata molto alta ed aggressiva come al solito; questo poiché il Tottenham cercava di giocare in verticale più che gestire il possesso di palla dal basso. Gli attaccanti hanno effettuato molto movimento senza palla e questo ha giovato allo sviluppo offensivo delle azioni. In difesa, in virtù dell’infortunio di Gomez, serve acquistare un altro centrale in questa sessione di mercato se i Reds vogliono essere competitivi su tutti i fronti.

Il Tottenham ha pagato dazio ai gravi errori difensivi commessi. Il modulo di partenza lasciava molto spazio al Liverpool sulla fascia destra, anche se, a palla recuperata vi erano due opzioni di passaggio immediato (Son e Kane). Un Bale in condizione sarebbe stato un ottimo ricambio anche prima dell’81’, ma probabilmente il gallese non era ancora pronto per subentrare prima.

 

Conclusioni

In classifica, il Liverpool si rilancia a 37 punti e si posiziona a -4 dal City primo, ma con una partita in meno. Tottenham che resta, invece, a 33 punti. La squadra di Klopp affronterà delle partite molto dure nelle prossime settimane: West Ham, Leicester e Lipsia (Ottavi di Champions) in trasferta; mentre Brighton, Man City ed Everton saranno le squadre da affrontare ad Anfield. Il Tottenham è atteso domenica sera a Brighton, mente giovedì prossimo ci sarà il derby contro il nuovo Chelsea di Tuchel.

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