Di turning point si parla spesso nel calcio moderno. Una partita tesa, equilibrata e che non riesce a prendere una direzione precisa, può cambiare completamente il suo corso nel giro di un attimo. Sebbene sia un concetto fin troppo abusato e ormai quasi buono per ogni stagione, racconta bene il momento di svolta che la partita tra Olanda e Repubblica Ceca ha avuto a inizio secondo tempo.
Prima Malen al ’52 prova a riscattare un primo tempo evanescente con un’accelerazione devastante che lo porta solo davanti al portiere Vaclik il quale però legge il tentativo di dribbling e lo ferma; poi, sull’azione immediatamente seguente, De Ligt, per recuperare a un suo scivolone sulla pressione di Schick, afferra la palla con la mano da ultimo uomo beccandosi un cartellino rosso.
L’Olanda si è ritrovata quindi dallo sfiorare il gol del vantaggio al rimanere in 10 uomini in una manciata di secondi. Da quel momento è stata costretta a giocare in difesa con la Repubblica Ceca che ha preso forza e coraggio stringendo d’assedio la metà campo avversaria. E il gol, arrivato al 68′, sugli sviluppi di un calcio d’angolo, è sembrata la logica conseguenza di quanto si stava vedendo in campo nel quarto d’ora precedente.
Un vantaggio che ha definitivamente spostato il destino della partita dalla parte dei cechi che hanno trovato il raddoppio con Schick a 10 minuti dalla fine chiudendo la pratica qualificazione. Un gol, quello del raddoppio, che ha mostrato bene lo scoramento della formazione olandese (con Dumfries e Wijnaldum anticipati nettamente da Holes), frastornata dall’inferiorità numerica prima ancora che dallo svantaggio.
Olanda-Repubblica Ceca: uomo su uomo
Prima del già citato turning point di inizio ripresa, però, c’è stata una partita molto diversa nel primo tempo con l’Olanda che ha cominciato provando a fare la partita nella metà campo avversaria. Il 3-5-2 approntato da Frank De Boer prevedeva una costruzione dal basso con i 3 difensori e il supporto della coppia De Roon-De Jong con Van Aanholt e Dumfries chiamati ad alzarsi e Wijnaldum a supportare l’agile coppia d’attacco Malen-Depay. L’avvio dell’azione è risultato molto complicato per il pressing uomo su uomo portato dai cechi che hanno impedito di progredire centralmente con pulizia

Al 3+2 in costruzione dell’Olanda la Repubblica Ceca oppone i 3 attaccanti con Soucek e Barak a uomo su De Jong e De Roon. Van Aanholt è costretto ad abbassarsi, ma così facendo la palla progredisce lentamente
Una soluzione spesso utilizzata è stata così il lancio in avanti per scavalcare la prima pressione ceca e cercare l’attacco alla profondità sia degli attaccanti, sia degli esterni

Blind alza la testa e trova Dumfries che attacca la profondità con una traccia centrale, trovando impreparata la difesa ceca

Il terzino del PSV riesce, sullo slancio, ad anticipare Vaclik in uscita ma non a calciare verso la porta avversaria
Che l’Olanda abbia risalito il campo affidandosi a palloni lunghi, viene confermato anche dalle statistiche: difatti, secondo i dati Fbref, Blind e Stekelemburg sono i due giocatori che hanno tentato il maggior numero di passaggi lunghi (rispettivamente 17 e 35) e che hanno guadagnato più metri dai passaggi (540 e 467).
Ma anche così l’azione non è progredita facilmente e basta guardare le percentuali dei lanci lunghi riusciti proprio dal portiere orange che ha completato solo 9 lanci su 35, cioè il 25% (per fare un confronto: nei gironi non era mai sceso sotto il 50% come efficacia, affidandosi meno al lancio lungo).
Oltre a una pressione alta, come visto, ben portata, la Repubblica Ceca si è dimostrata estremamente organizzata anche nelle situazioni di blocco basso: i centrali difensivi hanno spezzato con coraggio la linea per aggredire le punte olandesi anche sulla trequarti campo. Gli spazi che si potevano creare, però, erano sempre ben coperti da Holes

La Repubblica Ceca si difende con un blocco basso: Malen prova a portare fuori posizione Celustka aprendo spazi agli inserimenti di Wijnaldum

Holes si inserisce allora tra il centrale del lato debole e il terzino per formare una linea a 5 che riesce ad assorbire gli inserimenti olandesi nei 5 canali verticali del campo
In fase offensiva, anche la squadra di Silhavi si è affidata alle corsie laterali per far avanzare la palla: le catene (in particolare quella destra con Masopust e Coufal) hanno funzionato bene con l’obbiettivo di cercare di mettere la palla in mezzo e trovare Schick o un inserimento da dietro

La più grande occasione prima del gol ce l’ha avuta Kaderabek: l’azione parte da Coufal sulla destra, lasciato troppo libero da un Promes appena entrato e non a suo agio nel lavoro di copertura profondo

3 giocatori cechi attaccano l’area di rigore e così Kaderabek arriva indisturbato dal lato debole (ma non sarà così freddo da battere a rete)
Come detto, dal gol del vantaggio la Repubblica Ceca ha tratto un ulteriore linfa che ha portato al raddoppio di Schick (quarto gol in un Europeo che lo sta vedendo sempre più protagonista). E così si guadagna l’accesso ai quarti di finale dove se la vedrà contro la Danimarca in una sfida che comunque proietterà in semifinale un’assoluta underdog.
Pur senza leader tecnici di primo piano (Schick è sicuramente il giocatore più talentuoso) la squadra di Silhavi si sta dimostrando squadra quadrata e ostica da affrontare per tutte (1 solo gol subito tra ieri e la sfida contro l’Inghilterra). La fisicità di Soucek e Holes a centrocampo è stata un fattore determinante con Barak che, alla prima da titolare, ha aggiunto qualità sulla trequarti.
L’Olanda, dopo aver passato a punteggio pieno il girone, si ferma al primo turno a eliminazione diretta: come avevamo già notato nella presentazione degli orange, il rischio di un palleggio piatto e sterile era presente e ieri nel primo tempo si sono palesate queste difficoltà. A ciò bisogna aggiungere la brutta prestazione di Depay, che non ha mai inciso negli ultimi 30 metri, di Wijnaldum che ha fatto registrare solamente 11 passaggi completati, oltre ai gravi errori individuali di De Ligt, espulso, e Stekelemburg, uscito a vuoto sul primo gol avversario.
Se il tabellone era stato propizio alla formazione di De Boer, facendo sognare i tifosi, alla prima difficoltà la barca olandese si è già arenata. Ancora una volta con talento a disposizione e altrettanti rimpianti.
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