Il primo trofeo stagionale inglese si assegna a Wembley in questa finale di Coppa di Lega tra Manchester City e Tottenham. Un trofeo spesso considerato non di primaria importanza ma che vede, in questo caso, le due squadre più determinate che mai a metterselo in bacheca.

Per il Tottenham, infatti, è una ghiotta occasione per tornare a vincere un trofeo dopo ben 13 anni di digiuno (ultimo titolo proprio una League Cup vinta nel 2008), mentre il City non vuole lasciare per strada il secondo trofeo in 8 giorni dopo l’uscita dalla FA Cup dello scorso weekend per mano del Chelsea.

Le due squadre però non potrebbero arrivare in maniera più differente all’appuntamento: dopo l’esonero di Mourinho arrivato ad inizio settimana, il Tottenham ha puntato sul giovane Mason (soli 29 anni) come traghettatore fino alla fine della stagione mentre Guardiola va alla caccia del suo trentesimo trofeo da allenatore.

Il Tottenham presenta un 4-3-3 con il recupero in extremis del talismano Kane al centro dell’attacco e l’inserimento di figure come Winks in mediana e Lo Celso come trequartista raramente tra i titolari sotto Mourinho nelle ultime settimane.

In casa City, Guardiola conferma l’orientamento preferito nelle partite da dentro o fuori di questa stagione ovvero uno schieramento che non prevede attaccanti di ruolo ma, in questo caso, la giovane stella Foden come falso nove con ai suoi fianchi Mahrez e Sterling. Sarebbe in ogni caso riduttivo inquadrare le scelte del tecnico catalano attraverso un modulo specifico, in quanto gli stessi giocatori scambiano continuamente la posizione e il ruolo, senza quasi mai dare punti di riferimento agli avversari.

Il primo tempo è esclusivamente di marca Citizens. Guardiola e i suoi danno sfoggio di tutte le proprie armi tattiche prendendo subito il comando delle operazioni: il Tottenham, per obbligo e anche per scelta, aspetta compatto dietro la linea del pallone e lascia l’iniziativa agli avversari. In fase difensiva, gli Spurs si schierano sostanzialmente con un 4-5-1 che vede tutti gli undici sobbarcarsi di extra lavoro difensivo per limitare gli spazi e le imbucate tanto temute del City. Foden, con la sua posizione da falso nove, prova ad attirare fuori dall’area i due centrali avversari non certo velocissimi, Dier e Alderweireld. Nascono subito due importanti occasioni sui piedi di Sterling e lo stesso Foden che ci provano a botta sicura a ridosso dell’area piccola ma le miracolose deviazioni dei centrali del Tottenham evitano due gol sicuri.

Anche l’atteggiamento senza palla degli uomini di Guardiola è interessante. Come si nota dall’immagine sottostante, De Bruyne si affianca a Foden nella pressione alta in fase di costruzione dal basso del Tottenham abbandonando momentaneamente la posizione di mezzala avanzata. Sterling invece si abbassa andando a chiudere lo spazio di corsa di Aurier sul lato destro, formando così un più chiaro 4-4-2.

manchester city

La prima frazione prosegue comunque con un dominio territoriale netto del City che ha però il difetto di non riuscire a trasformarlo in gol. Questa discrepanza tra mole di gioco creata e gol segnati è infatti una problematica ancora non risolta nella stagione del Manchester City che sente la mancanza di un finalizzatore su cui poter contare, vista la discontinuità di Gabriel Jesus e i problemi fisici di Aguero.

Dal canto suo il Tottenham prova a spezzare il ritmo soltanto con le volate di Lucas Moura, l’unico degli Spurs che prova a mettere in difficoltà la retroguardia avversaria e riesce con una propria fuga palla al piede, a fare ammonire Laporte, il quale si mostra non sempre sicuro nei tempi di intervento.

Il City continua a giocare a memoria e sembra, ogni volta, aprire una nuova pagina del playbook di Guardiola eseguendola perfettamente sul campo. Quando il gioco si concentra sul lato sinistro del campo, con Cancelo che si accentra in posizione di mezzala aiutato dall’esterno offensivo che si allarga, crea il cosiddetto overload, aprendosi poi il campo con rapidi cambi di gioco per l’esterno opposto Mahrez che va in uno contro uno e mette in difficoltà il terzino avversario tentando più volte la conclusione con il suo classico rientro sul sinistro.

Il secondo tempo, con la partita ancora senza gol nonostante le tante occasioni per il City, sembra aprirsi con maggiore equilibrio in campo. Gli Spurs provano ad alzare, a tratti, il baricentro di 15-20 metri con Lucas Moura e Son ad affiancare Kane sulla linea di pressing. Nascono infatti due buone occasioni per il Tottenham con Lo Celso che impegna per la prima volta il portiere di coppa del City, l’americano Steffen, fino a quel punto praticamente inoperoso.

Intorno al 65’, Mason prova ad aumentare il peso offensivo della sua squadra inserendo Bale per uno stanco Lucas mentre Lo Celso lascia il posto a Sissoko a centrocampo. Guardiola non tocca il suo undici iniziale anche perché la sua squadra alza di nuovo la pressione e crea altre palle gol.

Il Tottenham è bravo a resistere e ad impedire ai giocatori del City di arrivare alla conclusione in area di rigore con tempo e spazio a disposizione e lo fa addensando l’area di giocatori per impedire gli scambi stretti bassi avversari.

Come si vede da questa immagine, sono 6 i giocatori del Tottenham in posizione attiva di difesa all’interno dell’area e questo toglie spesso tempi e spazi di conclusione agli inserimenti del City che attacca l’area solo con 3 giocatori più uno a rimorchio.

manchester city

 

Negli ultimi 10 minuti, il Manchester City inizia ad attaccare con più urgenza e colleziona alcune punizioni nella trequarti offensiva. Da una di queste nasce il gol partita. Vale la pena analizzare la strategia sui calci piazzati utilizzata dal City per avere la meglio degli Spurs:

– 1 Il Tottenham decide di difendere con una zona bloccata con due linee ben chiare di 4 e 3 uomini a difesa della porta di Lloris.

-2 Il City lascia i suoi due migliori colpitori, i centrali Dias e Laporte, staccati con ampio spazio dagli avversari per colpire in corsa mentre gli altri uomini si appostano a ridosso della porta, in particolare sul primo palo per impedire agli avversari di andare a coprire quello spazio.

 

-3 Laporte stacca con perfetto tempismo e precisione avendo alla meglio sull’uomo del Tottenham responsabile di quella zona mentre Hojbjerg si stacca colpevolmente dal palo di competenza con la palla che si infila nello spazio lasciato libero.

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A questo punto il City porta a termine comodamente il match facendo valere il proprio controllo del pallone con scambi veloci che rendono praticamente inutile il tentativo di pressing del Tottenham. Il gol decisivo, arrivato da un calcio di punizione indiretto del City, dimostra come la preparazione può fare la differenza aggiunto al fatto che Guardiola ha potuto dedicare tempo per perfezionare questo tipo di situazioni durante tutta la stagione. Al contrario Mason, chiamato soltanto pochi giorni fa alla guida della squadra, non ha potuto far altro che preparare mentalmente la squadra a questo impegno senza poter incidere più di tanto a livello tattico.

I numeri del match danno l’ulteriore dimostrazione del meritato successo del Manchester City che ha collezionato 21 tiri totali a fronte dei 2 del Tottenham. Ilkay Gundogan ha confermato la sua importanza nello scacchiere Citizens con ben 82 passaggi completati e il 96% di accuratezza. Infine, De Bruyne ha sfoderato l’ennesima solida prestazione con 4 passaggi chiave.

Territorialmente, la parte sinistra dell’attacco City è stata la più utilizzata (44% di attacchi) con Cancelo sempre propositivo mentre dall’altra parte Walker rimaneva più basso a bloccare le iniziative in profondità di Son.

 

 

Già favorito alla vigilia, il Manchester City rispetta i pronostici e apre quindi la serie di titoli stagionali con questa Carabao Cup a cui seguirà, con ogni probabilità, il titolo in Premier League. Ora l’attenzione si sposta chiaramente sull’impegno in semifinale di Champions contro il PSG che rappresenta sicuramente un ostacolo più alto sulla strada di quello che è il vero sacro Graal sognato dalla parte blu di Manchester.

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