L’ordine nel caos: analisi tattica di Atletico-Real Madrid
Come in una sceneggiatura ben scritta, a uno dei possibili crocevia stagionali ci si è arrivati con il terreno ben preparato da settimane convulse e vissute ad altissima velocità che hanno rimescolato, almeno parzialmente, le carte in una Liga che sembrava saldamente dominata dall’Atletico Madrid, che però ha recentemente scoperto come i ritmi di questa interminabile stagione impongano di tirare il fiato ogni tanto.
All’attesissimo derby di Madrid si giungeva dunque con un carico di domande e di aspettative, accresciute in virtù dei tanti rientri dalle indisponibilità dei protagonisti delle due squadre.
Simeone ha quindi potuto mettere in campo una formazione molto vicina a quella migliore (unico assente di peso, Gimenez, sostituito da Felipe) con il rientro di Trippier sulla destra e la coppia d’attacco formata ancora da Suarez e Correa (preferito, ormai stabilmente, a Joao Felix).
Dall’altra parte Zidane ha riabbracciato il fondamentale Benzema, schierandolo immediatamente titolare, supportato da Asensio e Rodrygo (anche lui al rientro) e con la possibilità di tenere in panchina autentici game changer come Valverde e Vinicius: un lusso se si ripensa alle ultime settimane.
L’Atletico aggredisce la partita
L’Atletico, come ritrovando nella partita più importante le forze mancanti nell’ultimo mese, ha iniziato la sfida mettendo in grandissima difficoltà i blancos. Squadra corta, compatta e bravissima a sovraccaricare il lato palla sia per avere superiorità numerica in fase di palleggio, sia per avere superiorità posizionale in fase di riaggressione.
Il pressing, una volta persa palla, è stato portato con tempi e spaziature corrette e ciò ha portato in più d’un occasione a un recupero immediato della sfera. In cattedra è salito capitan Koke che, ancor più del solito ha provveduto a tenere serrate le fila (5 contrasti vinti e 2 intercetti effettuati al termine del match).

Trippier arriva per primo sulla palla, ma il suo tocco di prima viene intercettato da Mendy che prova a far partire l’azione

Koke si trova però in perfetta posizione e riesce ad anticipare un distratto Kroos recuperando la sfera e consentendo una nuova azione all’Atletico
Il gol dei colchoneros è arrivato, invece, a seguito di un’uscita dal basso che ha esaltato la verticalità degli attuali leader della Liga ed esposto i problemi nella copertura degli spazi delle merengues

L’Atletico riesce a far girare palla da sinistra verso destra, il Real Madrid scivola molto approssimativamente sul lato palla

Mendy attacca Trippier, Kroos si alza su Correa e Llorente si può buttare nello spazio lungo linea

Llorente anticipa in maniera secca Nacho e si apre il campo davanti
L’azione del vantaggio viene dunque confezionata dalle giocate di alta scuola di un ex madridista (Llorente, all’ottavo assist del suo campionato) e di un ex blaugrana, Suarez, che ha infilato Courtois con una staffilata di esterno, trademark dell’uruguaiano.
Ha sorpreso la successiva gestione della partita da parte dei padroni di casa. Nelle gare contro Siviglia, Barcellona e Real Sociedad, l’Atletico, dopo aver trovato la rete, si era chiuso difendendo strenuamente il vantaggio. Contro il Real la banda del Cholo ha deciso di soffocare l’avversario asfissiando le fonti di gioco e mordendolo alla collottola. Ma, errore fatale, non è riuscito a scoccare un altro colpo.
Le rotazioni di Zidane
Consapevole che una sconfitta avrebbe pregiudicato una possibile rimonta, Zidane nell’intervallo si è trovato nella scomoda posizione di chi deve invertire la rotta contro un avversario più in forma.
I blancos sono così scesi in campo nella ripresa con un atteggiamento decisamente più spregiudicato. La squadra si è significativamente alzata. A esempio di ciò possiamo prendere Nacho che da centrale difensivo si è trovato spesso coinvolto nelle rotazioni offensive

Naho si alza sulla sinistra occupando la posizione di terzino, mentre dietro rimane il solo Varane

Sul prosieguo dell’azione Nacho si alza ancora di più compensando il movimento di Asensio che si abbassa per prendere palla risultando il giocatore del Real più arretrato
Ma anche nelle situazione di uscita dal basso Nacho è stato coinvolto in prima persona

Come di consueto, l’Atletico prova ad attirare gli avversari verso la linea laterale per chiudere loro le linee di passaggio

Casemiro, che si era aperto sulla destra, riesce a far giungere una palla pulita a Modric forzando il blocco colchoneros che erano in superiorità numerica

Per Modric è facile ribaltare il campo chiamando all’azione Nacho che attacca la fascia in condizioni di superiorità numerica
Questo atteggiamento ha ovviamente procurato scompensi nelle transizioni negative che però l’Atletico, in particolare nei primi 20 minuti della ripresa, non è riuscito a sfruttare.
Questo atteggiamento ha favorito un contesto molto fluido in cui ritmo e colpi di classe hanno scandito i minuti della gara. Alla fine, dopo minuti di assedio più intenso, il Real Madrid è riuscito a pareggiare con un gol di Benzema arrivato al termine di un duetto con Casemiro (iniziato da un tocco mirabolante dello stesso francese).
Prima del match, il pareggio era un risultato che non avrebbe scontentato nessuno. Non il Real che avrebbe visto il distacco inalterato (ma avrebbe fermato un Atletico lanciato); non l’Atletico che avrebbe potuto contare su una partita ancora da recuperare (mercoledì, contro l’Athletic Bilbao).
Al termine del derby sono forse i colchoneros a doversi ritenere beffati. Questo in virtù dell’andamento di una sfida dominata ampiamente e che è sfuggita solamente nel finale.
Dopo più di un mese di difficoltà con una squadra corta per via del covid e i giocatori rimanenti che stavano tirando il fiato, le buone notizie per Simeone giungono dalle prove fenomenali di alcuni pilastri del suo Atletico. Koke, Llorente e Correa sono stati i giocatori più determinati e lucidi nelle due fasi. D’altro canto preoccupa invece il momento di Joao Felix che è entrato un’altra volta senza incidere minimamente (e non è un caso se questo Correa sia preferito).
Zidane può invece sorridere per i colpi dei suoi campioni: il ritorno di Benzema è fondamentale in questo contesto, come quello di Valverde, già decisivo la settimana scorsa per rimontare la Real Sociedad. La squadra è apparsa per lunghi tratti del match in balia degli avversari e anche le scelte di Zidane nel secondo tempo sono apparse cervellotiche allargando le maglie della difesa.
La corsa alla Liga appare quindi ancora da scrivere e apertissima a ogni soluzione: favorito è ovviamente l’Atletico ma, oltre al Real, attenzione anche al Barcellona, vero vincitore dell’ultimo turno, che ha recuperato punti a entrambe.
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