La Premier League si sa, offre diversi grandi match, praticamente ogni settimana: sabato è andato in scena uno splendido Liverpool – Chelsea, una partita ricca di giocatori di livello assoluto, sia in maglia Reds che in maglia Blues.

L’incontro è terminato 1 a 1: andiamo insieme ad analizzare quanto è accaduto, gli schieramenti e i momenti salienti della gara.

LE PREMESSE

Liverpool e Chelsea arrivavano a questo match con 6 punti in campionato, grazie alle due vittorie ottenute in altrettante gare di PL.

Klopp poteva contare praticamente su tutti i suoi uomini migliori, tranne Milner: facile dunque ipotizzare lo schieramento iniziale, ovvero il classico 433 con Alisson in porta, difesa a 4 composta da Alexander-Arnold, Matip, Van Dijk, Robertson; a centrocampo Fabinho coadiuvato dal giovane Elliott e Henderson; tridente Salah, Manè, Firmino.

Dall’altra parte Tuchel fronteggiava un’unica assenza, quella di Pulisic: il tecnico tedesco per la difficile trasferta ha potuto dunque scegliere per 10/11 i suoi “titolari” ovvero Mendy in porta, difesa a 3 con Rudiger, Christensen e Azpilicueta; a centrocampo, Kantè e Jorginho con ai lati Alonso e James; davanti, Havertz e Mount a supporto del nuovo arrivato, Romelu Lukaku.

Conoscendo il modo di giocare delle due squadre, era possibile ipotizzare il trend della partita: gli uomini di Klopp, soprattutto in casa, tengono un ritmo di gioco quasi impossibile da reggere per qualsiasi avversario, sia in attacco sia quando cercano di recuperare palla.

Tuchel, conscio della forza dei suoi ragazzi, in particolare della grande solidità difensiva che ha trovato con la difesa a 3 e la coppia Kantè-Jorginho a centrocampo, ha risposto con una preparazione dell’incontro molto accorta in fase di non possesso, in particolare a non lasciare spazio alle spalle della difesa per i tagli di Salah e Manè.

Andiamo a vedere ora i momenti salienti della partita.

LA PARTITA

Nei primi minuti, come facilmente ipotizzabile, il Liverpool mette alle corde i campioni d’europa:

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La pressione senza palla degli uomini di Klopp.

Nonostante ciò, il Chelsea difende bene soprattutto negli ultimi 30 metri: la prima importante occasione per il Liverpool, infatti, arriva in contropiede.

La squadra di Klopp non perde tempo, appena recuperata palla cerca subito in verticale Salah, creando i presupposti per il 3 vs 3:

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Il 3 vs 3 che si crea con un semplice passaggio in verticale di 20 metri.

In questo caso da segnalare la bella giocata di Salah, che fa una cosa tanto semplice quanto poco scontata: sponda per Alexander-Arnold il quale, rispetto all’egiziano che era spalle alla porta, ha campo per condurre palla e lanciare (splendido gesto tecnico) a rete Henderson, che dopo 50 metri di corsa si ritrova davanti al portiere.

Il capitano sbaglierà clamorosamente, mettendo sul fondo con il sinistro, ma la conduzione del contropiede è stata da manuale del calcio: 3 passaggi in verticale, cercando di non rallentare mai il “trend” dell’azione e con molti uomini ad accompagnare i portatori di palla.

Ancora oggi , nonostante la costante ricerca del possesso di palla sin dai primi metri di campo, il contropiede rimane un arma fondamentale per vincere le partite.

Da notare infine come, dopo pochi secondi di azione, il Chelsea si fosse già risistemato perfettamente, ma ciò non ha impedito ai padroni di casa di arrivare in porta:

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L’ordine in campo degli uomini Blues e lo splendido lancio di Alexander-Arnold per Henderson.

Il Chelsea fatica nei primi 20 minuti, ma lo schieramento di Tuchel è molto compatto e difficile da scardinare, come si nota da questa immagine:

La distanza fra i reparti breve permette di recuperare palla nella metà campo avversaria.

Per sbloccare la gara serve un episodio: sugli sviluppi di un calcio d’angolo, Havertz sorprende tutti sul primo palo e fa uno a 1 zero con una specie di “pallonetto” a scavalcare Alisson.

Nonostante sia un calcio da fermo, è importante notare come il trequartista tedesco colpisca il pallone nell’unica zona non coperta dai difensori in maglia rossa disposti “a zona”, ovvero 2 metri “fuori” dal primo palo:

Havertz colpisce di testa fuori dal primo palo, nell’unico punto non coperto dalla difesa a zona.

Dopo il gol subito i padroni di casa accusano il colpo per una decina di minuti, subendo un paio di contropiedi molto pericolosi: in un’occasione è un tentativo di anticipo errato da parte di Matip a permettere a Lukaku di condurre un pericoloso 3vs3, concluso con un tiro di Mount appena largo sul fondo:

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L’uscita errata di Matip e il lavoro con il corpo di Lukaku.

In questo caso l’errore di Matip nasce dalla ricerca quasi ossessiva della pressione sull’avversario, tipica delle squadre di Kloppo, cercando di indurlo all’errore: contro un avversario come Lukaku però bisogna anche leggere la situazione ed evitare di offrire l’appoggio al belga il quale, sfruttando la sua potenza, è in grado di lasciarti sul posto e far saltare tutti i tuoi piani difensivi.

Verso la fine del primo tempo, quando ormai per i Blues sembra cosa fatta chiudere il primo tempo in vantaggio (inoltre il Liverpool perde Firmino per infortunio, entro Jota), è di nuovo un corner a sconvolgere l’andamento della partita: dopo una grande mischia in area piccola, James salva in tap-in di Manè a porta vuota, aiutandosi con il braccio.

Grazie all’ausilio del VAR, l’arbitro concede il penalty e mostra il cartellino rosso all’esterno inglese: dal dischetto Salah fa uno a uno e ribalta la situazione a pochi instanti dalla pausa.

Non c’è molto da dire su questa situazione confusa che ha portato al rigore, se non segnalare il grave difetto di comunicazione tra Mendy e Marcos Alonso sul pallone vagante in area piccola:

L’errore di Mendy e Alonso.

Senza questo errore, l’azione sarebbe terminata in un nulla di fatto.

Nel secondo tempo, Tuchel ridisegna la squadra: fuori Havertz e Kantè, dentro Thiago Silva e Kovacic; Azpilicueta scala a destra lasciando il posto nella linea a 3 a Silva, Mount si abbassa a formare una specie di centrocampo a 3 con Jorginho e Kovacic.

Inevitabilmente, la squadra ospite si schiaccia negli ultimi 30 metri, cercando di chiudere ogni linea di passaggio agli uomini in maglia rossa:

Il nuovo assetto del Chelsea per difendersi in 10.

Dall’altra parte Klopp, che ha disposizione una rosa molto forte, non ha però grandi armi per cambiare la gara durante lo svolgimento della stessa, visto anche l’infortunio di Firmino (Jota era l’unico attaccante in panchina).

Nel secondo tempo dunque il Liverpool si affida soprattutto al tiro da lontano, impensierendo Mendy in un paio di occasioni ma senza in realtà mai metterlo in difficoltà.

Nemmeno la spinta costante dei terzini combinata con i tagli degli esterni riesce a spezzare le resistenze della rocciosa difesa ospite:

I tentativi di aprire scavalcare la difesa avversaria del Liverpool.

In questo caso si nota bene come la palla di Alexander-Arnold sia molto pericolosa ma in realtà l’opzione migliore sembrerebbe Elliott largo: questa scelta viene giustificata dalla densità di centrali avversari in area unita alla mancanza di un giocatore veramente forte sulle palle alte.

Questo mismatch in area ha costretto gli uomini di Klopp a lunghi tratti di possesso palla da un lato all’altro del campo alla ricerca di un varco “palla a terra”, senza successo.

Dopo l’80esimo minuto arriveranno anche delle occasioni in contropiede per il Chelsea: nonostante i pochi uomini a supporto dell’azione, la qualità dei giocatori in maglia blu ha creato comunque un paio di pericoli per la porta di Alisson.

Lukaku, lasciato spesso solo a lottare con due giganti come Matip e Van Dijk, ha tenuto fisicamente ma è stato molto limitato dalla mancanza di supporto dei compagni, spesso lontani e poco inclini a seguire l’azione (oltre che stanchi, vista l’inferiorità numerica).

Quando però gli viene concesso l’appoggio, il belga è bravissimo a gestire palla e servire con qualità i pochi compagni che hanno ancora energie per condurre il contropiede:

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Lukaku fa quello che gli riesce meglio: difende palla e manda in porta un compagno a rimorchio.

In questo caso Van Dijk viene usato quasi come “perno” da Lukaku che tiene fisicamente, aspetta Kovacic e lo manda in porta: forse questo tipo di schema, visti i risultati, indipendentemente dal momento della gara, andrebbe ripetuto più volte, invece che chiedere al belga di attaccare continuamente la profondità anche a palla lontana…

La partita termina 1 a 1.

STATISTICHE

Nell’analisi delle statistiche purtroppo sconta l’inferiorità numerica che il Chelsea ha patito per oltre 45 minuti: i dati su possesso palla, tiri e xG sono ovviamente a favore dei padroni di casa e dunque poco indicativi.

Interessante notare invece, rimanendo nel tema delle statistiche di squadra, come nonostante le difficoltà il Chelsea abbia compiuto solo 6 falli! Un numero bassissimo a riprova della grande prestazione in fase di non possesso degli uomini di Tuchel.

A livello individuale, fra i padroni di casa spicca la performance di Alexander-Arnold, molto attivo in fase offensiva con oltre 1350 metri di passaggi completati, di cui 558 “in avanti” e quasi l’80% di precisione, generando un xA (expected assist) di 0.4; da segnalare inoltre i suoi 108 tocchi di palla totali (1° dato di squadra) uniti ad oltre 330 metri palla al piede (2° dato di squadra, dietro solo a Matip) di cui 210 “in avanti”.

Questi dati ci confermano la bontà della sua prestazione e l’importanza del ruolo dei terzini nelle squadre di Klopp (anche se Robertson è stato meno attivo in questa partita).

Tra le fila dei Blues, ottimi dati per tutti i difensori (tiri bloccati, intercetti, contrasti vinti), sia in termini assoluti che in termini di % di efficacia.

Analizzando invece le prestazioni offensive, Lukaku ha generato un xA del 0.5 (1° dato fra i giocatori scesi in campo ambo i lati), a conferma della bontà del suo lavoro o in campo aperto (vedi azione del primo tempo, quando manda a vuoto Matip) o viceversa quando spalle alla porta fa sponda per un compagno a rimorchio (vedi azione del secondo tempo, quando usa Van Dijk come “perno”).

CONCLUSIONI

La partita è stata molto intensa, sia nel primo che nel secondo tempo, quando entrambe le squadre hanno tenuto un ritmo davvero elevato: questo ha favorito la nascita di rapidi azioni in verticale, molto più frequenti rispetto alle partite di Serie A, spesso più “lente” e più “bloccate” (non sempre, ovviamente!).

In questo clima, unito al ritorno del pubblico ad Anfield, si esaltano gli uomini in maglia Reds, i quali però non hanno particolarmente giovato dell’uomo in più: la rocciosa difesa Blues è davvero forte, soprattutto quando ha la possibilità di difendersi negli ultimi 30 metri di campo.

Seppur il Liverpool abbia ovviamente avuto più occasioni (xG totale a fine gara 2.7), in realtà la sensazione è stata che il Chelsea abbia faticato, ma non sia mai andato in affanno, grazie all’esperienza dei suoi campioni in campo.

In casa Liverpool rimane un po’ di rammarico per l’occasione sciupata ma, senza ombra di dubbio, anche quest’anno la squadra di Klopp sarà un osso duro per tutti, soprattutto in CL (dove tornerà a sfruttare il fattore campo).

Ad oggi, resta davvero difficile pronosticare quale delle due squadre sia la più “forte”: forse il Chelsea perché ha una rosa più numerosa? Vedremo

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