Il primo Clasico della stagione va al Real Madrid che vince una partita non entusiasmante e dai ritmi alti, ma comunque dagli ottimi contenuti tecnici e, ça va sans dire, dall’indiscreto e patinato fascino della sfida che viene vista in tutto il mondo.
All’ennesimo banco di prova di questo tribolato inizio di stagione, Ronald Koeman si accosta prudentemente al match schierando Dest nel tridente insieme a Depay e Ansu Fati, con Gavi (più giovane esordiente in un Clasico nel XI secolo) titolare a centrocampo ed Eric Garcia in difesa per sopperire all’assenza di Araujo. Ancelotti risponde con il medesimo impianto tattico caratterizzato dai recenti ritorni di Toni Kroos in mediana, e di Mendy in difesa (con Alaba spostato sul centro sinistra).
Attaccare la profondità
Alla supersfida arrivavano, è bene metterlo in conto, due squadre con fantasmi di discreta grandezza nell’armadio. Se della situazione e delle problematiche del Real Madrid ne avevamo parlato qui più diffusamente, il Barça finora si è dimostrata una squadra di caratura nettamente inferiore rispetto a quella della stagione passata con in più tanta confusione tattica e poca solidità difensiva.
Il risultato è quindi stata una gara tesa ed equilibrata nella quale le due squadre non si sono scoperte particolarmente consapevoli della posta in gioco. Il Barça ha avuto problemi nel risalire il campo per vie centrali a causa della marcatura a uomo dei centrocampisti del Real Madrid sui propri centrocampisti

Qua si nota bene la disposizione dei centrocampisti del Real a uomo sui centrocampisti del Barcellona

Ansu Fati (inizialmente schierato punta centrale) prova a scendere a prendere palla, ma viene assorbito bene da Modric
L’occasione più grossa per i catalani, sullo 0-0, è arrivata invece da un rilancio di Ter Stegen che ha scavalcato le prime due linee di pressione madridista trovando Depay, sempre molto bravo a prendere posizione contro i difensori

Con tutti gli uomini del Barcellona marcati a uomo, Ter Stegen va diretto a cercare Depay sulla linea di metà campo

L’olandese riesce a girarsi sul diretto marcatore e porta palla verso la porta avversaria

Depay serve Dest che, però, da solo contro Courtois, spara alle stelle
Il Real Madrid ha invece puntato, come spesso è accaduto in queste stagioni, sulle transizioni guidate da Rodrygo, ma soprattutto da Vinicius. Il brasiliano è stato ricercato e trovato con costanza (e ha completato 6 dribbling su 9 secondo i dati Fbref) mettendo alle strette Mingueza, ovviamente in difficoltà

Alaba porta palla e non gli viene messa pressione né dagli attaccanti né dai centrocampisti blaugrana

Così l’austriaco può lanciare per Vinicius non appena questo accenna lo scatto in profondità con Mingueza costretto ad arrancare
Il vantaggio, ottenuto da blancos alla mezz’ora con il primo gol con la nuova camiseta di Alaba, ha favorito il piano gara della squadra di Ancelotti che difatti nei successivi 10 minuti è arrivato ai limiti dell’area di rigore catalana in almeno 3 occasioni.
Nel secondo tempo, i cambi di Koeman hanno cambiato la sostanza, ma non migliorato particolarmente la situazione. L’ingresso di Coutinho ha portato maggior imprevedibilità e un baricentro mediamente più alto, ma il palleggio è rimasto per larghi tratti della gara troppo lento e sterile
Mingueza, Gavi and Dest are doing what they can, but it’s not fair to expect anything from that right side offensively in big games. #ElClasico pic.twitter.com/QvTXRGOb6P
— Between The Posts (@BetweenThePosts) October 24, 2021
Il risultato finale ha così premiato il Real Madrid che si è portato a casa il Clasico grazie al gol di Vasquez che ha chiuso una partita completata dal gol nel finale di Aguero (anche lui al primo centro con la nuova maglia): per Ancelotti una vittoria importante arrivata, questa la nota più positiva, senza i gol di Vinicius e Benzema che stanno monopolizzando fin troppo la classifica marcatori interna.
I blancos sono una squadra che, pur con i suoi limiti, è migliorata senza palla nelle ultime settimane. Questo è stato possibile sia grazie alla ritrovata forma del centrocampo titolare, sia grazie alla crescita di Militao e Alaba che non hanno sbagliato praticamente nulla. In fase di possesso, poi, se la ricerca immediata della verticalità è l’arma preferita per colpire al cuore gli avversari, il Real è riuscito a utilizzare il palleggio come arma difensiva: a questo proposito la maggior parte delle connessioni è avvenuta sulla corsia di sinistra con Alaba, Mendy e soprattutto Toni Kroos (50/54 passaggi completati) fondamentale per una gestione più ragionata della sfera.
Il Barcellona, invece, scivola al nono posto in classifica, ma rimanendo agganciata al treno per il titolo (si trova a -6 dalla Real Sociedad capolista, con una partita in più, e a -5 proprio dal Real Madrid), ma Koeman dovrà trovare al più presto una quadra per non disperdere il potenziale offensivo a disposizione.
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