Leicester – Manchester City, l’analisi tattica
Anche l’ultimo ostacolo, se così si può considerare vista la partita, è stato superato dal Manchester City, guidato da Pep Guardiola, che ha dimostrato, se ancora ce ne fosse di bisogno, di avere praticamente in tasca il titolo di ‘Campioni d’Inghilterra‘ della stagione in vigore.
Citizens che nonostante avessero più di un occhio di riguardo per lo scontro in Champions con il Dortmund di mercoledì, come testimoniano le assenze dall’11 titolare di giocatori del calibro di Cancelo, Bernardo Silva, Sterling e Gundogan, si sono voluti prendere la rivincita sul campo contro le Foxes dopo il brusco 2-5 dell’andata all’Etihad del 27 settembre 2020.
Mentre nella gara di andata erano emersi tutti i limiti difensivi della squadra di Manchester, il ritorno invece è stata l’ennesima prova convincente di come Pep sia riuscito a sistemare il reparto difensivo una volta per tutte, grazie all’acquisto di Dias in estate, e alla completa integrazione di Cancelo, poco utilizzato nella scorsa stagione, nei meccanismi di gioco della squadra; sistemando di fatto così quello che era l’unico punto debole di una squadra che esprime da anni un grandissimo calcio ma che spesso proprio per questo concedeva troppo all’avversario.
Il Leicester d’altro canto forse aveva anche una motivazione più forte ovvero quello di conquistare punti preziosi per l’accesso in Champions League, visto lo scivolone nell’ora di pranzo del Chelsea, e di mettere un po’ di pressione per il 2° posto al Manchester United e che invece non è riuscito minimamente a impensierire l’avversario, forse anche per le importanti assenze ( Soyuncu, Barnes, Maddison entrato solo nel finale e i vari Under, Justin ) .
Fase di possesso del City:
Il 4-2-3-1 iniziale del City, diventava un 3-1-6 dove i tre difensori centrali erano Laporte, Dias e uno tra Walker o Rodri , davanti a loro si trovava Fernandinho , sulle fasce Mahrez da una parte e dall’altra Mendy, De Bruyne e uno tra Rodri e Walker nell’Half Spaces e Aguero e Jesus, che stringeva dentro al campo, ad occupare la posizione centrale.
I 4 dietro ad Aguero e Jesus si scambiano continuamente posizione tra di loro per non dare riferimenti ai propri avversari, cercando di disorientarli e di essere pescati liberi negli Half Spaces.
Il Manchester City, ha gestito il pallino del gioco per l’intera partita ed ha dimostrato la sua maturità non forzando la giocata, studiando l’avversario, attendendo il momento giusto per colpirlo consapevole della propria superiorità e non concedendo praticamente nulla o quasi. Infatti dopo un primo tempo in cui non si era resa pericolosissima se non in qualche circostanza, con tiri dalla distanza, la squadra ospite è scesa in campo nel secondo tempo con una ferocia offensiva e la fame giusta per archiviare di fatto già dai primi minuti la pratica.
Sia il primo che il secondo gol della squadra di Manchester nascono da un filtrante tra difensore centrale ed esterno sinistro del Leicester ( Fofana e Castagne),che fa fuori mezza difesa, architettato da De Bruyne pescato nell’ Half Spaces, con conseguente cross o passaggio da sinistra verso destra, per sfruttare la non ottima fase difensiva di Albrighton.

Il primo gol del Manchester City

Il secondo gol dei Citizens
Come ha giocato il Leicester:
Leicester che si schierava con un 3-4-2-1 in fase di possesso cercando prevalentemente il gioco sulle fasce con Castagne e Albrighton o la profondità dei propri attaccanti Vardy, Iheanacho e Ayoze Perez.
In fase di non possesso attuava un 5-3-2 con l’arretramento di Albrighton sulla linea difensiva e quello di Ayoze Perez sulla linea dei centrocampisti.
Per tutta la partita il Leicester ha avuto un atteggiamento attendista preoccupandosi di più di non subire gol piuttosto che rendersi pericoloso, come testimonia il dato dei 0 tiri effettuati nel corso del 1° tempo. Nel 2° tempo invece il Leicester è riuscito a rendersi più pericoloso, complice l’aumentare delle distanze tra i reparti dovuto alla stanchezza; ma nonostante ciò non è riuscito ugualmente a sfruttare pienamente l’arma del contropiede, visto il pressing ultra-offensivo adottato dagli uomini di Guardiola durante l’intera partita.
Qui il pressing ultra-offensivo del Manchester City, con i due esterni ( Jesus e Mahrez sui difensori centrali, Rodri e De Bruyne sui rispettivi centrocampisti e Aguero a bloccare il passaggio lungo centrale ). L’unica uscita per il Leicester è quella della palla alta sui terzini che prova in questa circostanza con Schmeichel che però non calibra il rilancio nel migliore dei modi e restituisce palla agli avversari.
Nel finale di partita c’è stato spazio anche per qualche trama di gioco da parte dei padroni di casa, alimentata dall’entrata in campo di un giocatore delle qualità di Maddison, che però non giustifica un’opaca prestazione delle Foxes che devono stare attente a non ripetere gli errori commessi nel finale della scorsa stagione che ne hanno di fatto compromesso l’accesso in Champions.
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