Lazio – Borussia Dortmund, la vittoria delle idee di Inzaghi
Era dalla stagione 2007-08 che la Lazio non giocava una partita nella fase a gironi della Champions League. L’ultima volta che la squadra biancoceleste ha vinto una partita nella competizione europea giocava proprio contro una squadra, il Werder Brema, sempre all’Olimpico. Dopo 13 anni è ancora una tedesca una vittima sacrificale.
La squadra di Simone Inzaghi ha battuto il Borussia Dortmund di Favre, una squadra piena di talenti offensivi giovanissimi ma già con grande esperienza europea, bilanciando perfettamente l’atteggiamento nelle varie fasi del gioco, mantenendo quasi sempre un blocco difensivo basso, che tendeva a controllare gli spazi fra le linee, liberando al contempo molto spazio alle spalle della difesa tedesca.
Così la Lazio è tornata a brillare, in un contesto favorevole per il suo stile di gioco e per i suoi due giocatori più importanti, Immobile e Luis Alberto.
La Lazio subito sulla buona strada
È sembrato chiaro dall’inizio il piano di gara della squadra di Inzaghi, e le cose si sono messe subito bene anche grazie ad alcuni errori individuali dei giocatori del Borussia che erano coinvolti nell’inizio dell’azione.

Sulla palla laterale giocata dal Borussia, gli uomini di Inzaghi pressano bene, in particolare con Fares su Meunier. Il belga forza la giocata su Bellingham, il passaggio viene intercettato da Leiva che di prima aziona la transizione offensiva corta che porterà al solito gol dell’ex.
La partita si è messa subito sui binari giusti per la Lazio, con il Borussia che ha avuto il 65% del possesso palla, ma non ha sviluppato soprattutto nel primo tempo azioni pericolose. La sfera circolava fra i due centrali e i due mediani, con Leiva che si occupava della marcatura di Reus, schierato inizialmente come trequartista nel 3-2-3-2 di Favre.

Immobile e Correa qui non si alzano sui 3 centrali difensivi – sarebbe inutile, sarebbero comunque in inferiorità numerica – bensì chiudono centralmente gli spazi, la palla deve andare per forza verso l’esterno dove la Lazio riusciva a pressare benissimo. Lucas Leiva, uno dei migliori in campo ieri, si occupava della marcatura di Reus.
Una volta ottenuto anche il doppio vantaggio direttamente su calcio d’angolo dopo 23 minuti, Favre non ha trovato la contromossa ideale per cercare di riaprire subito la gara. Con un 2-1 all’intervallo si sarebbe vista magari una partita diversa, ma con 2 gol da recuperare era decisamente una montagna troppo ripida da scalare per il BVB.
Luis Alberto domina
L’uomo fondamentale della Lazio è senza dubbio Luis Alberto, che ieri non avrebbe per nulla sfigurato anche se avesse vestito l’altra maglia, nonostante l’abbondanza di trequarti ed ali e talenti offensivi a disposizione di Favre. Il talento dello spagnolo è un mix di tecnica e tattica. I suoi movimenti sono importantissimi per la squadra, perché si propone spesso come sbocco per la manovra quando Leiva è marcato e quando i centrali difensivi non sanno trovare la verticale, e quando riceve ha sempre la testa alzata, pronto ad andare ad attaccare la profondità con un lancio, o eventualmente far progredire la manovra con il più semplice dei fondamentali: il dribbling e la conduzione. Luis Alberto non è particolarmente veloce, ma quando è in serata diventa imprendibile per le sue movenze.

Qui è Leiva che va in verticale, cambiando gioco su Fares (non inquadrato), c’è anche Correa pronto ad attaccare la profondità, mentre Alberto si posiziona alle spalle di Bellingham
Nel gioco in verticale di Inzaghi Luis Alberto si trova a meraviglia. Potrebbe sembrare una contraddizione, ma il suo modo di velocizzare la manovra è ideale per Immobile, e non è un mistero che dietro l’incredibile stagione del centravanti di Torre Annunziata ci sia lo zampino dello spagnolo.
Nel gol che ha chiuso la partita, arrivato nel momento più difficile per la Lazio, ritroviamo tutta la genialità dell’ex Liverpool. Una palla giocata sul lato esterno del campo che potrebbe sembrare innocua diventa una grande occasione grazie alla giocata deliziosa – di esterno – del 10, che sa che troverà sempre pronto Immobile a sfilacciare le difese avversarie con le sue proverbiali corse in profondità e i suoi scatti difficilissimi da preventivare.
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Le mosse di Favre
La produzione offensiva della squadra tedesca è stata abulica principalmente per l’atteggiamento della Lazio. Nel primo tempo i giocatori di Favre hanno preso la porta 3 volte, ma nessuno di questi tentativi è arrivato da un attaccante, mentre nel secondo tempo su 4 tiri in porta, 3 li ha realizzati Haaland (segnando un gol) che ha approfittato del momento di calo fisico della Lazio e si è ritagliato alcune occasioni importanti.
Favre aveva pensato di rimontarla aumentando ancora di più la quantità di giocatori pieni di talento in campo, affollando la trequarti per creare tante linee di passaggio, spostando Reus sull’esterno (l’ex Gladbach è stato annullato da Leiva), sperando che la difesa posizionale della Lazio prima o poi cadesse.

Guerreiro si abbassa per creare gioco, nel doppio ruolo di esterno ma anche di centrocampista che si muove nell’halfspace sinistro. Reyna e Sancho pronti a ricevere fra le linee. Quando è entrato Reinier, anche il brasiliano è andato in quella posizione di campo.
La Lazio non si è fatta scomporre, dosando bene le scalate dei centrali difensivi, abbassandosi ed annullando la pericolosa profondità che poteva essere concessa ad un killer come Haaland, e alla fine ha portato a casa una vittoria storica.

Tanti uomini che combinano velocemente sulla sinistra, Hoedt attratto dal movimento di Haaland, ma la roccaforte difensiva ha resistito e tutto sommato ha concesso poco.
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