Opinioni, Player Analysis

La smisurata crescita di Stephane Singo

On Febbraio 17, 2022
By Marco De Santis | 0 Comments

Sotto la guida di Ivan Jurić, il laterale granata sta diventando uno dei migliori interpreti nel ruolo in Serie A.

L’indomani della sfida contro l’Inter nel girone di andata 2020/21, nonostante una prestazione finalmente convincente il Torino occupava il penultimo posto in classifica, con la peggior difesa del campionato e il rischio che il Genoa, a pari punti, potesse fare risultato a Udine e staccarsi dai bassifondi in cui i granata, con cinque sconfitte in otto partite, sembravano fatalmente invischiati. Qualche segnale di miglioramento rispetto alle uscite precedenti si era visto se è vero che la squadra, ridisegnata con un 3-5-2 speculare ai nerazzurri a causa delle assenze per Covid e infortuni, era rimasta in vantaggio per più di un’ora grazie a un’interpretazione intensa con cui aveva giocato un buon calcio e punito le disattenzioni avversarie; l’ultima mezzora aveva però confermato tutta la sua fragilità quando la feroce reazione dei padroni di casa aveva ribaltato inerzia e punteggio, lasciando ai granata la magra consolazione dei complimenti agli sconfitti. In un quadro di incertezze e preoccupazioni, tra le note positive nella bella figura rimediata a San Siro era spiccata la prestazione di Wilfried Stephane Singo, abile a conquistare il rigore da cui era scaturito il temporaneo 0-2 e in generale autore di una prova brillante, sovrastante nei confronti del diretto rivale Ashley Young. Sulla scia di quanto già intravisto nelle uscite precedenti, Singo si candidava ad essere una delle poche ragioni di speranza per il prosieguo di una stagione cominciata male e destinata a proseguire peggio – il Torino avrebbe collezionato tre punti nelle successive sei gare, fino alla vittoria esterna contro il Parma in cui lo stesso Singo sarebbe andato a segno dopo otto minuti.

Esplosivo, giocatore di gamba, protagonista non casuale: dopo la trasferta di Milano Singo raccoglieva unanimi consensi e si confermava come il volto nuovo di cui seguire evoluzione, miglioramenti e parabola di crescita oltre le apparenze di un calciatore al momento definito dalle importanti caratteristiche strutturali. Partito dall’inizio una volta nelle precedenti sette partite e subentrato in quattro occasioni, dopo la prova di San Siro Singo diventava, da alternativa a Mërgim Vojvoda – il titolare acquistato in estate – la prima scelta sulla fascia destra da occupare in prevalenza come esterno in una linea di centrocampo a cinque, soprattutto dopo l’avvicendamento alla guida tecnica tra Marco Giampaolo e Davide Nicola. Intrappolato nello stereotipo del calciatore dal fisico esuberante e dalle spiccate doti atletiche, Singo chiudeva il 2020/21 con un gol e un assist, una precisione nei passaggi dell’80%, un intercetto e un tackle di media a partita, 1,9 dribbling riusciti e il 60% di duelli vinti, con un 65% alla voce duelli aerei. Le sue sortite offensive rappresentavano una variazione su un tema accorto e disciplinato in cui Nicola, complici le urgenze di classifica, chiedeva spesso agli esterni di restare bloccati in aiuto ai centrali di difesa; azioni come quella improvvisata la stagione precedente contro la Roma, dove l’esterno aveva sprigionato dal nulla un concentrato di rapidità, tecnica e lucidità nella conclusione, offrivano quindi una soluzione solo eventuale, affidata a sensazione e istinto, piuttosto che una scelta precisa e ragionata come opzione in un sistema.

In questa stagione, Singo è stato impiegato con stabilità come esterno destro in un centrocampo a quattro. Con un anno di esperienza alle spalle, il suo rendimento è cresciuto e il suo apporto costante lo rende uno dei profili più interessanti del nostro campionato. Nel contesto tattico di Ivan Jurić, dove il Torino esercita un pressing molto alto, con marcature a uomo disposte in modo aggressivo e funzionali alla rottura iniziale della costruzione avversaria, il laterale ivoriano può esaltarsi nelle corse in profondità e nei recuperi, costituire un’efficace barriera anche convergendo dentro il campo per intercettare le linee di passaggio, ed è chiamato perciò a migliorare nei contrasti e nei duelli aerei all’interno di un’attenzione difensiva ancora incostante.

In un calcio in cui il presidio degli spazi diventa fondamentale e il controllo del pallone secondario, la prevalenza nei duelli individuali, l’esercizio ossessivo del pressing pressing e il disturbo preventivo delle iniziative avversarie rappresentano per Singo uno scenario che lo obbliga ad una maggiore consapevolezza nello spazio e che non può prescindere dalle qualità tecniche necessarie a renderlo un fattore di differenza nello scacchiere granata.

Nell’ultima sfida contro la Fiorentina, Singo si alza per disturbare l’inizio dell’azione dei viola costringendo Biraghi all’errore nel rinvio.

I progressi tecnici, anche in conduzione, sono arrivati nella precisione dei passaggi rispetto all’anno scorso, passata dall 87 al 89% nella propria metà campo e dal 66 al 70% in quella avversaria; anche sui lanci lunghi, arrivati al 50% di successo contro il 40 dello scorso campionato, la discreta tecnica di base si sta ben combinando con un aumento di fiducia che porta l’esterno a cercare di più questa soluzione, oppure a cavarsela se costretto dalle circostanze. In un contesto dai principi di gioco immediati, portati all’estremo da una cura dei dettagli maniacale, per chi è chiamato ad accelerazioni, recuperi e aggressioni continue le capacità di rifinitura si rivelano decisive nel momento in cui, bucate le linee difensive, l’azione oscilla tra un semplice tentativo offensivo e una chiara occasione da gol.

Superato il giro di boa della stagione, nel Torino Singo è terzo per gol segnati e assist (3 e 3), settimo per xG (1,6) e quinto per xA (1,3), quarto per numero di contrasti (1,7 a partita), secondo per dribbling riusciti (1,2 ), terzo per dribbling tentati (3,04) e quinto per tiri effettuati (1,3); è al secondo posto per palle perse (2,1) e vince in media 1 duello aereo per novanta minuti, perdendone invece 1,2. In Serie A è rispettivamente al venticinquesimo e al diciottesimo posto per falli fatti e subiti (1,4 e 1,8), al ventinovesimo per intercetti (0,7) e trentesimo per contrasti persi (1,7) a partita.

Le heat map 2020/21 e 2021/22 a confronto

Le esigenti richieste di Jurić in fase di pressione, rottura e transizione, volte a compensarne i limiti nell’attitudine difensiva e a sfruttarne la pericolosità nella metà campo avversaria, spingono spesso Singo oltre la trequarti come attaccante aggiunto, difficile da contrastare o anche solo limitare nelle discese verso la riga di fondo. Oltre alla maggiore spinta sulla fascia, questa soluzione aumenta anche il peso degli inserimenti da incursore o da finalizzatore pronto a tagliare dentro il campo per aggiungere quantità in un contesto dalla produzione scarna e perciò bisognoso di maggiore efficacia. Le connessioni con Vojvoda, a presidio della corsia di sinistra con una minore attitudine offensiva ma con più qualità nel fraseggio, permettono al Torino di ragionare in ampiezza e di stringere da esterno a esterno, come accaduto in fotocopia con Fiorentina e Sampdoria, nel solco dei dettami di stampo gasperiniano. Nell’azione che porta al gol contro i blucerchiati, Singo è già in attesa dentro l’area di rigore come riferimento per il cross e sovrasta, quasi da fermo, un ostacolo coriaceo come Morten Thorsby, incapace di contenerlo.

Grazie ai progressi a livello tattico, nell’applicazione e nella correzione delle sbavature, Singo è diventato un punto fermo del Torino. La costanza di rendimento in questa stagione ha permesso di esaltarne la complessità del profilo oltre la somma dei singoli punti di forza o la riduzione alle peculiarità più evidenti. La predominanza delle sue doti atletiche sulle altre caratteristiche rimane senz’altro appariscente, anche se il loro inserimento in un sistema codificato come quello di Jurić le incardina in un contesto che le sfrutti secondo meccanismi precisi e nel quale fisicità e corsa siano legate a doppio filo all’interpretazione tattica e alla scelta dei movimenti in campo. Sotto la guida dell’allenatore croato, da sempre attento all’importanza del gioco sulle fasce laterali, Singo potrà proseguire nel suo percorso di crescita che già in questo momento lo colloca tra gli esterni più forti del nostro campionato.

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