Per descrivere quella che, fino ad ora, è una stagione positiva per l’Atletico Madrid (ma per farla diventare storica servirà tenere duro fino alla fine in Liga) si possono prendere tante istantanee che rappresentano le molte vittorie di quest’anno o sperticarsi in elogi verso quei giocatori che stanno trascinando la banda di Simeone.
In quest’ultimo elenco figurano spesso e volentieri i nomi di Suarez, capocannoniere della squadra con 19 reti e uomo che ha spesso tolto le castagne dal fuoco, di Llorente, protagonista di una crescita verticale a ritmo esponenziale, o i ritrovati Carrasco e Lemar, fino a sottolineare la solidità garantita da Savic o Hermoso.
Come spesso accade, l’elemento che funge da collante silenzioso della squadra, che si preoccupa di far girare tutti gli ingranaggi all’unisono, viene sottovalutato: ed è il caso di Jorge Resurrecion Koke, capiano e leader emotivo dei colchoneros che riveste in campo un ruolo tecnico e tattico fondamentale
La posizione in campo di Koke
Partiamo dal dato sui minuti giocati da Koke: su 36 partite stagionali che l’Atletico ha fatto finora in tutte le competizioni (dato aggiornato al 30/03) ne ha giocate 35, di cui 32 da titolare sommando 2878 minuti; è il terzo giocatore dei colchoneros per minuti giocati, dietro a Oblak e Savic (ed è poco davanti a Llorente che ne ha giocati 2823).
Un dato che balza ancor di più all’occhio perché, nella sua zona, ci sono dei rincalzi di buon livello come Kondogbia e Herrera che hanno trovato poco spazio, oltre che per diversi infortuni che li hanno afflitti, perché Simeone non vuole mai rinunciare al suo capitano.
Nel modulo fluido che l’Atletico ha proposto quest’anno, con la difesa a 3, due esterni a tenere costantemente l’ampiezza, Suarez a occupare lo spazio centrale e gli altri uomini a invadere gli spazi tra le linee, Koke è stato scelto come giocatore davanti alla difesa: e in questa zona geograficamente centrale è diventato il cervello, prendendo in mano il centro operativo della squadra, dettandone i ritmi e gli impulsi

Qui si vede bene Koke che è sia la punta avanzata del rombo di costruzione, sia la punta arretrata della struttura di rifinitura quella arretrata

In alcune partite, Koke ha condiviso lo spazio davanti alla difesa con un altro volante (in questo caso Kondogbia), ma mantenendo sempre una posizione centrale
Centro di gravità permanente
Koke è realmente il centro nevralgico dei colchoneros, il giocatore da cui passano le trame di gioco dell’attuale capolista della Liga spagnola. Prendendo i dati Fbref, possiamo vedere facilmente come sia il giocatore con più passaggi completati della sua squadra (2001) e capeggi anche nelle classifiche di passaggi brevi e medi completati (rispettivamente con 967 e 757 con un’ottima efficacia del 93 e del 90%).
Il gioco di Koke si basa prevalentemente quindi sul corto con una grande lettura dei tempi di gioco che lo porta anche a scegliere un appoggio orizzontale più sicuro per non perdere palla e ricominciare lo sviluppo offensivo da un’altra zona.

Koke si propone come appoggio arretrato in una catena che si crea sulla fascia destra

Nel prosieguo della stessa azione lo troviamo sull’altra corsia per associarsi con la catena di sinistra
Questa capacità di muoversi orizzontalmente in tutto il campo e l’abilità nel connettersi nel breve per oliare il palleggio non devono però far pensare che sia un giocatore che non si prende rischi.
Ogni volta che gli viene data l’opportunità, infatti, tenta la verticalizzazione tra le linee avversarie per trovare un compagno in zona di rifinitura o per innescare l’inserimento di un terzo uomo

Koke, tra le soluzioni di passaggio che ha sceglie quella verso Suarez che trova con un tracciante rasoterra molto preciso

Il pistolero trova di prima Trippier che può attaccare il terzino avversario in condizioni favorevoli

Il centrocampo dell’Alaves si schiaccia da un lato e Koke con facilità trova Correa tra le linee

L’argentino si può girare con facilità e trova Trippier sul lato destro. Dal successivo cross si genererà una traversa colpita da Llorente
Lucchetto difensivo
Oltre a essere colui che fa girare la squadra, la sua posizione fa sì che sia anche un importantissimo perno difensivo. Il sistema dell’Atletico Madrid è piuttosto fluido a seconda delle scalate e delle situazioni che vengono affrontate, ma c’è una costante: le due linee difensive devono sempre essere corte e sovraccaricare il lato palla
In questo senso, Koke è bravissimo ad accorciare proprio dove l’avversario prova a movimentare l’azione togliendo linee di passaggio e intasando gli spazi

Il Siviglia attacca sul lato destro e Koke viene a dare man forte chiudendo ogni possibile spazio ai ricevitori avversari
Ma le sue qualità sono preziose anche nelle fasi di riaggressione, tanto più in una squadra come i colchoneros che da quest’anno prova a essere sempre più proattiva

Il tocco all’indietro di Trippier è facile preda di Mendy che prova a far ripartire subito il Real Madrid

Koke però legge la situazione e anticipa nettamente Kroos
Posizionamento, letture di gioco e velocità di pensiero: Koke eccelle in tutte quelle qualità che non vengono mai registrate in un tabellino troppo generico ed è maestro nel fare, per usare un’espressione del gergo cestistico, tante piccole cose utili. Che sul momento magari non vengono sottolineate, ma che alla fine della partita risultano essere state determinanti per l’andamento della stessa.
Non è un caso se Simeone lo tenga praticamente sempre in campo e non è un caso se i suoi compagni, col linguaggio del corpo, gli riconoscono i gradi di capitano. E in questo finale di stagione che si preannuncia faticoso serviranno tutte le sue qualità.
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