Da Sergio Ramos ad Alaba, come cambia il Real Madrid
La foto che ritrae Florentino Perez consegnare la camiseta numero 4 del Real Madrid ad Alaba è diventata da subito emblematica del nuovo corso targato Ancelotti bis: a livello simbolico, infatti, miglior passaggio di consegne non poteva esserci con l’austriaco che va a prendere dalle mani del presidentissimo quella maglia che era stata, fino a poche settimane prima, del Gran Capitan, Sergio Ramos, trasferitosi al PSG.
¡Nuestro nuevo nº4⃣ !
👉 @David_Alaba#WelcomeAlaba pic.twitter.com/G7YQkljOtp— Real Madrid C.F. (@realmadrid) July 21, 2021
Quando le trattative per l’arrivo di Alaba (che da tempo si sapeva non avrebbe rinnovato col Bayern Monaco) erano già a uno stadio avanzato, il futuro di Ramos era ancora in bilico tra permanenza e addio (sarebbe magari interessante sapere se Alaba si aspettasse di giocarci insieme); alla fine i due destini si sono intrecciati nella sliding door madridista restituendoci la seguente, ineludibile, domanda
Riuscirà Alaba a non far rimpiangere Sergio Ramos?
Da un punto di vista tattico, la questione è interessante perché l’ex Bayern è un tassello che si può ben inserire nel gioco dei blancos, visto sotto la gestione di Zidane (e al quale, almeno nelle sue linee guida, non vediamo per quale motivo Ancelotti dovrebbe rinunciare).
Nato come terzino sinistro, nelle ultime due stagioni Alaba ha progressivamente accentrato la sua posizione, passando dal grado intermedio di braccetto di sinistra in una difesa a 3, fino ad arrivare a ricoprire la posizione di centrale sinistro in una difesa a 4 (a Euro2020 il ct Foda lo ha addirittura schierato centrale in una difesa a 3).
Secondo trasfermarkt su 87 partite giocate nelle ultime due stagioni con i bavaresi in ben 66 occasioni è stato schierato come centrale (sia in una difesa a 3, sia in una difesa a 4), mentre solo in 9 partite è stato schierato in quello che era il suo ruolo originario di terzino sinistro.
Una delle cause scatenanti di questo cambio di ruolo è stata l’esplosione di Alphonso Davies con il quale ha costituito parte dell’efficientissima catena mancina che ha portato al Bayern la Champions League 19/20, ma oltre a questo Alaba ha potuto, accentrandosi, valorizzare le sue qualità nella distribuzione del pallone, oltre che fornire alla difesa un elemento veloce per le transizioni negative.
Probabilmente il Real Madrid 21/22 partirà con una difesa a 4, anche se non ci sono certezze sulla definitiva composizione del pacchetto arretrato con Varane che sembra sul piede di partenza. In ogni caso Alaba sarà destinato a ricoprire lo slot di centrosinistra della difesa madridista. Sul lato sinistro troverà Mendy, laterale sicuramente diverso rispetto a Davies, ma con una stessa (se non maggiore) propensione associativa.
In fase di costruzione sarà lecito aspettarsi una situazione molto fluida con tanti palleggiatori che graviteranno sul lato mancino: oltre ai due sopracitati ci sarà Toni Kroos (i due si ritroveranno dopo aver condiviso lo spogliatoio in Germania). Con il tedesco che si apre da braccetto sinistro, è ipotizzabile prevedere rotazioni posizionali con Alaba e Mendy scaglionati dinamicamente sull’esterno e nel mezzo spazio, oltre la prima linea di pressione avversaria.

Kroos si apre sulla sinistra, Nacho avanza sulla fascia tenendo l’ampiezza, mentre Marcelo si propone nel mezzo spazio: una soluzione che potrebbe essere riproposta l’anno prossimo

Fluidità posizionale at its finest: Nacho è molto alto con Mendy a giocare quasi in posizione di ala con un Real Madrid sbilanciatissimo in avanti
In un contesto del genere si esalterebbero anche le sue qualità nel far progredire l’azione, sia attraverso passaggi, sia con conduzioni: secondo i dati Fbref, infatti, vediamo come sia, tra i difensori, uno dei migliori in Europa per corse progressive (6,67 per 90 minuti, l’anno scorso erano addirittura 8,24), corse progressive nell’ultimo terzo di campo (1,18) e per passaggi progressivi (6,13).
Dal punto di vista prettamente difensivo, invece, Alaba può essere accomunato a Ramos in quanto ad aggressività e tendenza ad accorciare in avanti: il Bayern Monaco della gestione Flick sarà ricordato come una delle squadre più spregiudicate degli ultimi anni nel tenere la linea difensiva alta, praticamente fino a centrocampo.
Non stupisce perciò che Alaba sia un difensore che effettua molti tentativi di pressione sugli avversari (11,42 a partita), talvolta anche nella trequarti campo avversaria (1,54, 97° nel rank percentile tra i difensori). Per altro al Real Madrid i centrali difensivi sono facilitati nel rompere la linea per uscire in pressione sugli avversari grazie a Casemiro che garantisce sempre adeguata copertura.

Ramos non ha alcun problema nell’uscire aggressivo su Llorente nell’half space perché sa che dietro troverà la copertura di Casemiro
Bisogna però sottolineare come, in questi due anni giocati prevalentemente da difensore centrale, la sbavature e gli errori non siano mai mancati dalle partite di Alaba che è un giocatore che si esprime al meglio quando la squadra è proattiva, con il pallone o senza, ma che quando bisogna difendersi in un blocco basso può andare in difficoltà.
L’ultimo aspetto è legato agli intangibles che Ramos possiede al massimo livello e che il suo sostituto non sembra avere nella medesima quantità: leadership, carisma, sicurezza infusa nei propri compagni e, di contro, paura negli occhi (e nei polpacci) dell’avversario di turno. Dal canto suo, però, Alaba può garantire una maggior tenuta fisica e comunque tanta esperienza derivata da una carriera giocata ai massimi livelli.
E per tornare alla domanda con cui abbiamo iniziato: il campo ci dirà, anche se sarà fondamentale vedere a fianco di chi giocherà l’austriaco dato che con la possibile partenza di Varane i centrali difensivi a disposizione di Ancelotti sarebbero, oltre ad Alaba, Militao, Nacho e Vallejo; e in tal caso non sarebbe all’altezza.
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