Inter-Juventus, la semifinale d’andata la decide Ronaldo
Non è passato molto tempo da quando l’Inter aveva battuto la Juventus nell’importante scontro diretto in campionato. In quel caso la Juve aveva sofferto l’atteggiamento reattivo della squadra di Conte. Inoltre era stato decisivo il modo in cui la squadra di Conte saltava sistematicamente il pressing avversario e accumulava occasioni da gioco.
Memore della brutta batosta, Pirlo ha disegnato una squadra diversa, un po’ perché costretto dal turn over, un po’ per provare nuove soluzioni di gioco. Così, per evitare di lasciare spazio a Brozovic per dettare il gioco da dietro, l’allenatore juventino ha scelto Kulusevski per seguirlo praticamente a uomo, a prescindere che il croato si posizionasse davanti la difesa, o che effettuasse la consueta salida lavolpiana.

Marcature della Juventus su inizio azione Inter, con particolare enfasi su Kulusevski, che va a uomo su Brozovic. I bianconeri alzano da subito la pressione e provano a costringere l’Inter al lancio lungo, sapendo che l’assenza di Lukaku sarebbe stata decisiva in questo senso

Alternativa di impostazione per l’Inter, con Brozovic che si abbassa e Bastoni che di conseguenza va ad alzarsi come un terzino puro a sinistra, Kulusevski segue anche in questo caso il croato
L’Inter è andata in vantaggio quando le due squadre erano ancora in fase di studio, con la Juventus che aveva cominciato a pressare in maniera più intensa fin dal fischio iniziale, mentre l’Inter era più accorta nel coprire il campo.
Ancora una volta la squadra di Pirlo ha evidenziato i problemi in transizione difensiva, con la squadra di Conte che ha approfittato dell’enorme spazio lasciato dalla Juventus, ed ha attaccato con una transizione offensiva praticamente perfetta, finalizzata da Lautaro, con ampio merito di Barella nell’assist vincente.

La Juventus aveva portato tantissimi uomini in attacco sviluppando un’azione di attacco posizionale promettente. Sanchez qui è stato bravo a tenere palla ed aspettare la sovrapposizione di Barella

Barella servirà poi Lautaro, molto bravo ad anticipare l’avversario. Qui troppo lenta la Juventus a rientrare
È stato importante per la Juventus non mollare gli ormeggi da subito e non lasciare che il risultato influenzasse il piano di gioco. Così per tutto il primo tempo gli uomini di Pirlo hanno continuato ad avere la palla (64% di possesso palla nella prima frazione) e ad attaccare posizionalmente l’Inter, pur rischiando molto in contropiede.
Tuttavia, fino all’ingresso di Morata nel secondo tempo, la Juve sembra avere problemi a riempire l’area di rigore. Con Ronaldo che non da punti di riferimento, e viene molto incontro per toccare la palla, pur non influenzando il gioco della squadra di Pirlo, anzi a volte risultando ridondante ai fini del palleggio.

Qui il portoghese viene incontro alla manovra semplicemente per scambiare palla con Rabiot, ad invadere l’area eventualmente ci sarebbero Kulusevski e McKennie.
L’embrionale gioco di posizione di Pirlo ha però alcuni grossi pro. Fra questi l’ottimo modo in cui la Juve occupa gli spazi in verticale per tutto il campo. Con questo sistema ci sono sempre due uomini in ampiezza, e ci sono tante linee di passaggio centrali, alle spalle del centrocampo avversario.
L’azione del rigore, nasce da un ottimo overlapping di Alex Sandro nell’half space sinistro, alle spalle di Barella, una zona di campo vulnerabile per chi difende a 3 a centrocampo come l’Inter.

Quando si attaccano gli spazi di mezzo si instilla nella mente del difensore un dubbio. In questo caso Darmian ha voluto stringere centralmente, lasciando troppo spazio alle sue spalle a Bernardeschi. Ma era in un erto senso inevitabile.
Episodico è stato il gol del pareggio della Juve, ma di certo non quanto quello del vantaggio, nonché quello decisivo. Se è vero che l’erroraccio è di Bastoni e Handanovic (a mio parere molto di più del portiere, che doveva semplicemente attendere lo scarico del compagno restando in porta), tutto nasce da un’ottima azione in pressione – solitaria – di Kulusevski. Il resto lo fa ovviamente Ronaldo, scaltro e fortunato nel trovare la conclusione giusta.
Nel secondo tempo si invertono però i ruoli, con l’Inter molto più intraprendente e quasi sempre con la palla al piede, la Juventus invece stanca e passiva, che si affida praticamente solo ai contropiedi.
Se nel primo tempo la squadra di Conte aveva tirato una sola volta in porta (in occasione del gol), nel secondo ci riuscirà per 4 volte, generando due big chance. L’assenza di Lukaku ed Hakimi, come alternative di gioco importanti, in effetti si è fatta fin troppo sentire, eppure i nerazzurri pur avendo subito due reti in casa non sembrano partire sconfitti per la gara di ritorno che si giocherà fra una settimana.
La Juventus è pur sempre una squadra in costruzione, ma l’applicazione di alcuni principi di gioco sembra già ottimale. Ovviamente persistono alcuni difetti che rendono la squadra vulnerabile difensivamente (nonostante sia ancora la miglior difesa del campionato), ma questi vengono mascherati dalle grandi individualità e da un’organizzazione di squadra che comincia ad essere di livello.
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