PSG – Manchester City, l’analisi tattica
Mentre nel quarto di finale contro il Bayern, il PSG aveva trovato una squadra pronta ad accettare il rischio di trovarsi a dover difendere in campo aperto contro le sue stelle, alzando a dismisura la linea del pressing, dando vita ad un incontro pirotecnico, la sfida di ieri sera, contro il City, ha ricordato più una partita di scacchi, con mosse e contromosse da parte dei due allenatori.
Il PSG non è solo transizione
Dopo aver ottenuto il vantaggio nelle fasi iniziali dell’incontro, grazie alla bella incornata trovata da Marquinhos sul calcio d’angolo battuto da Angel Di Maria, ci si sarebbe aspettati di vedere il PSG adottare il suo classico atteggiamento classico, cioè rimanere bassi e cercare di innescare in maniera immediata il proprio trio delle meraviglie, una volta riconquistata la palla.
I parigini hanno però dimostrato di essere molto più di questo, non rinunciando alla construzione dal basso, mandando ripetutamente in crisi i meccanismi difensivi della squadra di Guardiola.
Il City alzava Bernardo Silva a fianco di De Bruyne, pressando con un 4-4-2, cercando di indirizzare la costruzione su un lato, mentre Gundogan e Rodri si orientavano su Gueye e Paredes.
Il PSG però, sopratutto a destra, grazie alle ottime qualità in impostazione di Marquinhos, che a fine partita sarà il giocatore con più passaggi della sua squadra, il 97% dei quali completati, eludeva ripetutamente il pressing inglese, trovando Di Maria ed anche Neymar, che aveva completa libertà d’azione, in fase offensiva, nel mezzo spazio destro.

Di Maria si stringe nel mezzo spazio destro e viene trovato da Marquinhos, mandando a vuoto il pressing avversario.
Da lì in poi, la manovra poteva progredire, grazie all’abilità dei due talenti sud americani a girarsi, anche quando pressati, costringendo i Citizens a ripiegare nella propria metà campo.
Questo innescava una serie di problemi a cascata per gli uomini di Guardiola. Infatti Bernardo Silva, si trovava troppo spesso alto sul campo, consentendo agli avversari comode ricezioni alle sue spalle.

Il PSG ha eluso il primo pressing del City, Bernardo è fuori posizione e Verratti può ricevere indisturbato alle sue spalle.
Inoltre, Pochettino, faceva salire i propri terzini alti nelle fasi inziali, creando 2vs1 in fascia, oppure consentendo ai suoi trequartisti di venire a giocare tra le linee, mentre l’ampiezza era garantita da Florenzi e Bakker.

In questo caso Cancelo deve scegliere se stringere su Di Maria o lasciarlo ed occuparsi di Florenzi che sta salendo. Neymar e Verratti intanto cercano la ricezione alle spalle del centrocampo.
La sensibilità di Neymar, Di Maria e Verratti di muoversi negli spazi alle spalle del del centrocampo avversario, aiutati anche dalle corse di Mbappé, che abbassavano la linea difensiva avversaria, hanno messo in notevle difficoltà gli inglesi.
Il PSG ha prodotto 1,45 xG nel primo tempo a fronte dei soli 0,43 prodotti dal City.
Gli accorgimenti di Pep
L’ossessione per il controllo della partita di Guardiola, lo aveva fatto propendere ancora una volta per la rinuncia ad una punta, con De Bruyne a giostrare da falso 9. Inoltre era di vitale importanza impedire le ripartenze avversarie ed il meccanismo scelto per limitarle era quello di stringere Cancelo in fase di possesso, a fianco di Rodri, mentre Walker, restava più bloccato, formando una sorta di 3-2-5 in fase di impostazione.
La paura di farsi trovare scoperti, unita ad una certa tensione per la posta in gioco, hanno prodotto un primo tempo piuttosto scialbo da parte del City.
La palla veniva mossa lentamente ed in maniera piuttosto conservativa ed il PSG ha avuto vita facile a contenere le sortite offensive, schierandosi con un stretto 4-4-2/1, atto a proteggere il centro del campo.

Verratti scende a fare il quarto a sinistra, la linea difensiva è strettissima.
Nell’intevallo Guardiola ha deciso di cambiare le carte in tavola, effettuando alcune modifiche al suo schieramento, che hanno modificato gli equilibri della partita.
A Cancelo prima e Zinchenko poi, entrato dopo 15 minuti a sostituire il terzino portoghese, veniva chiesto di stare alti e larghi e garantire l’ampiezza.

Zinchenko garantisce l’ampiezza, mentre Foden può muoversi nelle zone centrali del campo.
Questo accorgimento consentiva a Foden di muoversi centralmente e permetteva ai Citizens di avere un maggiore controllo, dovuto al fatto di avere più uomini in mezzo al campo.

Nell’immagine in alto i tocchi di Foden nel primo tempo, avvenuti quasi esclusivamente vicino alla linea laterale. In basso invece si può vedere la maggiore centralità del talento inglese. (dati da Whoscored)
Le modifiche tattiche, unite ad un’interpretazione più audace da parte dei calciatori come chiesto da Guardiola durante l’intervallo, hanno permesso agli sky blues di controllare molto meglio la partita.
Il PSG anche prima dell’espulsione di Gana Gueye era risultato completamente inoffensivo, riuscendo ad effettuare un unico tiro durante tutta la seconda frazione.
Conclusioni
Anche se i gol sono stati piuttosto fortuiti, non si può negare che le modifiche volute da Guardiola abbiano sortito gli effetti voluti. La squadra è riuscita a ribaltare un’inerzia della partita che sembrava totalmente a favore del PSG, pur non creando troppi pericoli dalle parti di Keylor Navas.
La qualificazione non è però affatto chiusa, gli uomini di Pochettino hanno dimostrato di non soffrire particolarmente le trasferte, avendo già vinto a Barcellona e a Monaco di Baviera, anche se per la prima volta affronteranno il ritorno partendo da una situazione di svantaggio.
Il City dovrà ripartire dal ripartire dal secondo tempo di ieri sera, cercando di non speculare troppo sul risultato, mai cosa saggia quando dall’altra parte si trovano Neymar e Mbappé, per raggiungere la prima finale di Champions della propria storia.
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