Nella conferenza stampa prepartita, Guardiola aveva parlato di come non si aspettasse da parte del suo City una prestazione che ricalcasse quella, dominante, del secondo tempo di Parigi, ma in realtà sarebbe stato un incontro duro, con momenti di sofferenza.

Si può dire che il tecnico catalano sia stato un buon profeta, effettivamente la sua squadra non ha vinto la partita comandando il gioco, come ci ha abituato, addirittura a fine incontro il possesso palla sarà solo del 45%, una verità rarità per una squadra allenata da Guardiola, ma piuttosto tramite una prestazione al limite della perfezione dal punto di vista difensivo.

 

Le scelte di Pochettino

Il tecnico argentino si è visto costretto a rinunciare a Kylian Mbappé, portato in panchina più come spauracchio che come vera opzione. Per sostituirlo la scelta è ricaduta su Mauro Icardi, mentre Ander Herrera andava a sostituire lo squalificato Gana Gueye e Diallo prendeva il posto di Bakker, apparso fuori contesto nella partita d’andata.

Mentre nel primo incontro, Di Maria scendeva spesso nel mezzo spazio destro, per aiutare l’uscita del pallone, la posizione adottata ieri dal Fideo era molto più centrale, cercando la ricezione alle spalle del centrocampo del City, per poi far progredire la manovra.

Verratti ha ricevuto palla dietro la prima linea di pressione avversaria, attirando Fernandinho fuori posizione, mentre Gundogan si occupa di Herrera. Di Maria si sposta in zona centrale, per sfruttare lo spazio creatosi dietro i due centrocampisti del City.

 

Anche Neymar galleggiava negli spazi che si creavano  la difesa ed il centrocampo avversario, cn l’intento di sovraccaricare la zona. Dei suoi 92 tocchi finali, 30, quindi quasi un terzo, avvenivano nella zone 11 e 14, cioè quelle centrali della trequarti offensiva.

L’ampiezza per i parigini, veniva dunque quasi totalmente delegata ai due terzini, Florenzi e Diallo.

La posizione media di Neymar e Di Maria alla fine sarà quasi sovrapponibile (immagine da whoscored).

 

La strategia scelta da Pochettino è stata piuttosto efficace, i suoi uomini sono riusciti frequentemente a trovare le ricezioni dietro il centrocampo avversario, ma, nonostante questo, difficilmente le azioni hanno poi avuto uno sviluppo pericoloso.

Questo è dovuto, certamente, alla serata piuttosto opaca di Di Maria e Neymar, che hanno più volte preso delle scelte sbagliate, il brasiliano ha perso il possesso 22 volte, addirittura 23 palle perse dall’argentino, ma sopratutto si deve dare enorme credito alla partita enorme della retroguardia citizens.

Ben 9 dei 14 tiri tentati dal PSG sono stati bloccati dai giocatori inglesi, addirittura Ederson ha concluso la partita senza effettuare una singola parata, ma segnalandosi più che altro per il suo apporto in fase offensiva.

 

Il City in fase offensiva

Infatti proprio dai piedi del portiere brasiliano è partita l’azione che ha sbloccato il risultato.

Il City ha provocato la pressione alta dei parigini, tramite una ricezione spalle alla porta di Gundogan, che è servito solamente da “parete”, restituendo immediatamente il pallone al suo portiere, pronto a servire, tramite il suo prodigioso calcio lungo, Zinchenko, salito altissimo, conoscendo le doti del compagno (non è la prima volta che il City segna sugli sviluppi di un lancio di Ederson).

Importante è il movimento incontro di Foden, che attira Florenzi fuori posizione, lasciando Zinchenko libero. Il piede miracoloso di Ederson fa il resto.

 

Nonostante il dato del possesso palla sia risultato piuttosto esiguo a fine partita, almeno se consideriamo quello che di solito ci si aspetta da parte di una squadra allenata da Guardiola, il City non ha certo rinunciato a partire da dietro.

Il PSG, che nella partita d’andata aveva preferito difendirsi con un 4-4-2, ad altezza media, in questo caso ha alzato il baricentro, con Di Maria che saliva a livello dei due attaccanti, formando uno stretto 4-3-3.

Il City riusciva ad eludere la pressione, tramite l’utilizzo dei suoi terzini, Zinchenko e Walker. L’ucraino, in particolare ha svolto un ruolo chiave, a fine partita sarà il giocatore con più tocchi palla tra i citizens, 83, e quelo con più passaggi effettuati, 74.

Il 4-3-3 del PSG in pressing. Di Maria esce su Stones, mentre Neymar bocca l’eventuale passaggio all’altro centrale ed è pronto su un passaggio indietro ad Ederson. Herrera sta salendo su Gundogan. Stones però può appoggirsi su Zinchenko (fuori inquadratura), che ha tempo e spazio, perché Florenzi è tenuto basso da Foden. Il City riuscirà ad eludere il pressing parigino.

 

Istanbul here we come

Il Manchester City si può certamente considerare fortunato, l’assenza di Mbappé ha privato gli avversari di una delle sue principali armi offensive, anche perché il sostituto, Icardi, non si è rivelato assolutamente all’altezza, restando ai margini della partita, solo 16 tocchi del pallone e nessuno all’interno dell’are avversaria.

Detto ciò, aver raggiunto la finale è un risultato meritato, il City si è dimostrato la squadra migliore durante i due match, concedendo poco e sfruttando alla perfezione le occasioni per far male agli avversari.

La finale si può considerare un attestato al grandissimo lavoro di Guardiola ed il suo staff. Ad un certo punto la sua squadra era scesa al nono posto in Premier League, il peggior inizio della sua carriera, da lì in poi la squadra ha svoltato, vincendo 37 partiti, pareggiandone 3 e perdendo solamente 3.

Probabilmente questa non è la versione più spumenggiante del City, ma il tecnico catalano è riuscito a trovare quella solidità che era mancata negli anni precedenti.

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