Chissà cosa è passato nella testa di Antoine Griezmann non appena l’arbitro ha fischiato il termine del primo tempo di Barcellona-Betis: pochi secondi prima il Betis Siviglia aveva trovato un insperato pareggio al termine di una veloce e precisa ripartenza condotta sull’asse Canales-Tello-Sanabria. Circa un quarto d’ora prima, invece, le petit diable aveva fallito il calcio di rigore del possibile 2-0 che avrebbe messo la gara su una china più che favorevole ai blaugrana. Chissà cosa avrà pensato: probabilmente che, nonostante la sua buona partita, in caso di parità tutti si sarebbero ricordati del suo errore, nei 45 minuti che senza Messi in campo sarebbero dovuti essere i suoi, con un Barça dominante costretto però al pareggio.
Fortuna che dopo poco più di 3 minuti proprio Messi, nel frattempo subentrato, lo ha messo con un velo straordinario libero di battere nella rete vuota concedendogli un respiro di sollievo e il meritato perdono dalle forche caudine della critica. Un vantaggio legittimato e accresciuto in seguito (anche grazie all’espulsione di Mandi nell’occasione del rigore del 3-1), un vantaggio che ha rispecchiato anche la superiorità e il dominio blaugrana sin dall’inizio della partita
Barcellona-Betis, il piano gara del Barça
Koeman a sorpresa tiene in panchina Leo Messi per far posto a Griezmann e Ansu Fati al centro e a Pedri e Dembele sulle corsie esterne in attacco. I quattro moschettieri davanti (nota a margine: senza Griezmann ci sono 59 nei restanti 3) hanno sì libertà d’azione, ma si spartiscono con intelligenza le zone di influenza: Dembele rimane largo a destra a tentare l’isolamento contro Alex Moreno, Ansu Fati attacca la profondità, Pedri entra dentro al campo, e Griezmann fa da raccordo tra centrocampo e attacco. Il francese ha toccato molti palloni e soprattutto è stato al centro delle verticali trame di gioco catalane che sono riuscite a svilupparsi per bene grazie alla velocità e alla tecnica degli altri componenti del reparto.

Qui c’è una possibile transizione per il Barcellona con De Jong che porta palla e Griezmann che si fa vedere

Qui salta di netto sul primo controllo il diretto marcatore e si apre lo spazio per la giocata

E infine sfrutta benissimo l’attacco alla profondità di Ansu Fati che arriverà per primo sulla palla
Anche sul primo gol di Dembele c’è il tocco di Griezmann: è abile a farsi trovare da De Jong alle spalle del centrocampo betico e ha tempo e spazio per allargare su Dembele che supera Alex Moreno nell’uno contro uno per poi concludere in rete con un violento sinistro (terzo gol stagionale per lui, il primo in campionato).
Le rotazioni sulle fasce del Betis
Dal canto suo il Betis arrivava sulla scia di alcuni risultati altalenanti, ma consapevole del proprio gioco e dei propri mezzi tecnici. Pur senza Fekir, infortunato, Pellegrini può disporre della qualità di Canales, Tello e Joaquin e affida le chiavi dell’attacco a Sanabria (centravanti titolare in questo primo scorcio di stagione). E gli andalusi, pur schiacciati da una circolazione del pallone avversaria avvolgente e difficile da fermare, sono riusciti a mantenere la partita aperta e vibrante. Lo hanno fatto sfruttando rotazioni molto ben organizzate sulle fasce, in particolare quella sinistra dove Alex Moreno e Tello potevano sfruttare il sovraccarico di Canales.

Alex Moreno serve Canales, arrivato a sovraccaricare quel lato, e si apre insieme a Tello

Lenglet continua a seguire Canales, Tello è guardato a vista da Sergi Roberto, ma Dembele non assorbe la sovrapposizione interna di Alex Moreno

Il tocco di prima di Tello libera il compagno al cross
Queste sono situazioni che si sono ripetute nel corso della partita e non casualmente da là sono arrivati i due gol dei biancoverdi.
L’ingresso di Messi
L’ingresso di Messi ha fatto definitivamente saltare il banco (qualcuno aveva qualche dubbio). Il gol in avvio di frazione ha spianato la strada in discesa al Barcellona che ha preso ancor più fiducia e ha cominciato anche a divertirsi. Soprattutto dopo il terzo gol (e l’uomo in più) si sono visti anche eccessi di leziosismo con Trincao, subentrato che in particolare ha cercato in un paio di occasioni la giocata più spettacolare che quella più pratica. Il gol di Moron ha riaperto la gara per un breve momento, prima di essere chiusa dalla doppietta di Messi e dal gol finale di Pedri (primo centro in Liga). E i blaugrana si prendono così una vittoria che in campionato mancava addirittura dal 01 ottobre.
La squadra ha creato e finalizzato tanto, senza dubbio. Ben 5 gol all’attivo, 4,44 xG gol creati e la dimostrazione di una squadra che può andare velocemente in verticale, ma che sa anche palleggiare nello stretto rallentando il ritmo. Da sottolineare le buone prove di De Jong e Busquets: quando i catalani sono rimasti più compatti il loro posizionamento ha fatto la differenza nell’eliminare il gioco tra le linee avversarie; anche se i problemi sulle transizioni permangono. Alla sosta il Barcellona ci arriva forse con qualche risposta e qualche spunto in più rispetto a un mese fa.
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