Analisi tattiche, Liga

A Barcellona si godono la prima grande prova di Xavi

On Febbraio 9, 2022
By Marco Roberti | 0 Comments

Quando, al 10′ del primo tempo, la voleé in perfetta coordinazione di Jordi Alba, su assistenza di Dani Alves, si è placidamente infilata sotto l’incrocio dei pali, superando un Oblak immobile e basito, per un attimo il tempo si è fermato emanando fortissime vibe del Barça di guardioliana memoria.

Poi, passata l’esaltazione per il gol meraviglioso, ci si è guardati intorno: tra le tante, giovani, facce nuove in campo mancava quella di Lionel Messi, ormai passato ad altri lidi, come anche quella il signore in cappotto che ora dirige la squadra dalla panchina, dopo averlo fatto in presa per anni dal centro del campo.

Se, ormai a Barcellona lo hanno capito tutti, quella golden age è definitivamente tramontata e una nuova schiera di talenti made in Masia sta nascendo, per buoni tratti della partita uno spettatore poco attento avrebbe potuto non accorgersene.

Per il big match che metteva in palio il quarto posto, Xavi si è presentato con un attacco per 2/3 nuovo di zecca con Gavi, Ferran Torres e Adama Traorè; a destra Dani Alves vince il ballottaggio con Dest e a centrocampo Busquets, Pedri e De Jong tornano a formare quello che è potenzialmente il trio titolare del centrocampo blaugrana.

Simeone risponde con l’ex Suarez, alla prima da avversario al Camp Nou, al centro dell’attacco, supportato da Carrasco e Joao Felix con Hermoso terzino sinistro e Vrsaljko a destra e il trio Lemar, De Paul, Koke in mezzo al campo.

La variante Dani Alves

L’equilibrio inziale si è velocemente spezzato e, da lì in poi, non si è più ricomposto. Il primo acuto lo hanno lanciato i Colchoneros che passano in vantaggio al termine di un minuto abbondante di possesso palla di qualità con grande fluidità posizionale.

La palla arriva a Koke e Suarez si fa vedere alle spalle di Pique mentre Jordi Alba è costretto a una posizione più centrale per la posizione di Carrasco

Barcellona

Koke è bravissimo a trovare di prima una traccia per Suarez che viene perso da Pique, mentre Jordi Alba perde il contatto visivo con Carrasco

Suarez serve di prima al centro per Carrasco che conclude alle spalle di Ter Stegen

Ma i padroni di casa ci mettono pochissimo a rimettere in carreggiata la partita con la meraviglia di Jordi Alba, assistito da Dani Alves. Proprio l’impatto di Dani Alves è stata la chiave di volta dell’incontro: al di là della presenza sul tabellino (un gol e un assist per lui), la sua importanza tattica è stata determinante.

Il 4-3-3 del Barça, infatti, si è da subito presentato come asimmetrico con Jordi Alba a sinistra che occupava l’ampiezza e Gavi ad agire nel mezzo spazio, mentre a destra Pedri agiva nel mezzo spazio e Dani Alves si posizionava in mezzo al campo, quasi ad accompagnare Busquets in regia.

Barcellona

La posizione di Dani Alves, praticamente da regista davanti alla difesa

Ciò ha avuto principalmente due effetti: in primis i blaugrana riuscivano a eludere il pressing dell’Atletico che tentava di tagliare fuori Busquets. I due hanno avuto lo stesso numero di passaggi completati (49, secondo i dati Fbref) con Dani Alves leggermente più preciso (84,5% contro 83,1%) e più verticale (253 metri guadagnati con i suoi passaggi progressivi, contro i 176 di Busquets).

Il secondo effetto è stato quello di isolare Adama Traorè contro Hermoso. La posizione del brasiliano, infatti, costringeva Joao Felix a stringere la propria, o Lemar a lasciare scoperta la sua zona, liberando spazi sull’esterno.

L’Atletico copre le linee di passaggio centrali con tanti uomini, ma concede spazio in ampiezza

Adama Traorè è così favorito nell’isolarsi contro Hermoso e puntarlo (nel prosieguo dell’azione arriverà il gol del 2-1 di Gavi)

Simeone ha provato a chiudere il buco schierando la squadra con un 5-3-2 per coprire meglio l’ampiezza con Carrasco che si è messo sulle tracce di Traorè e Hermoso nel mezzo spazio di sinistra. Ma, ormai, era troppo tardi con il Barcellona avanti 3-1 e che, poco dopo l’inizio della ripresa, riusciva a segnare il gol del 4-1 con Dani Alves al termine di una bella combinazione tra De Jong e Gavi.

La rete di Suarez ha solo apparentemente riaperto l’incontro con un forcing finale dei Colchoneros generoso, furioso, ma molto confusionario, soprattutto dopo l’espulsione di Dani Alves (bruttissimo pestone da dietro su Carrasco). Con questo successo, quindi, il Barcellona scavalca in classifica l’Atletico Madrid. Ma soprattutto si sono ripresi la fiducia della propria gente che, dopo un semestre difficile, intravede la luce in fondo al tunnel.

Una luce rappresentata, come sempre da queste parti, dalla tradizione che parte dalla panchina, con Xavi, per arrivare in campo con tanti giovani, plasmati dalla Masia, che stanno a loro volta plasmando la squadra del futuro. Gavi e Pedri già coesistono e si trovano a meraviglia, Ferran Torres si è integrato e anche De Jong ha ritrovato il sorriso e le giocate dei tempi migliori. Tutte considerazioni facili da fare quando si vince, è vero, ma la sensazione è che a Barcellona stiano per costruire un altro ciclo importante.

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