Analisi tattiche

Atalanta-Liverpool: gli spunti tattici dalla sfida di Bergamo

On Novembre 4, 2020
By Benedetto Greco | 0 Comments

C’erano grandi aspettative per Atalanta-Liverpool. I Reds arrivavano da buoni risultati, ma qualche problema a livello tattico, l’Atalanta viveva (e vive) un momento altanelante, fatto di vittorie roboanti e sconfitte altrettanto clamorose, in particolare in Champions si presentava con una buona classifica.

Il campo ci ha detto tutt’altro. Il Liverpool è tornato al 4-3-3, con Firmino in panchina, e Diogo Jota letteralmente al centro di tutto. I Campioni d’Inghilterra hanno messo in crisi il complesso sistema di marcature uomo a uomo dell’Atalanta, per farlo Klopp ha messo in campo una squadra giovane (Williams e Jones titolari) e molto dinamica.

Le solite coppie che vediamo in campo quando gioca l’Atalanta. Gomez su Henderson, Pasalic su Wijnaldum, Muriel su Gomez, Zapata su Williams. Alisson partecipa attivamente alla manovra, ma è la posizione di Arnold che ha dato problemi a Gasp. Così basso, per essere marcato a uomo doveva essere seguito dal quinto di centrocampo, che avrebbe però lasciato troppo spazio alle sue spalle.

Per superare la pressione dell’Atalanta e metterla in crisi Klopp ha utilizzato principalmente i suoi terzini. Arnold e Robertson sono i giocatori che hanno toccato più volte la palla dopo Curtis Jones, e l’hanno fatto in posizioni differenti del campo.

Il terzino scozzese ha influenzato il gioco soprattutto nei corridoi interni, giocando quasi da mezzala, facendo così stringere la posizione di Hateboer e generando uno scompenso chiaro nel sistema di marcature della Dea.

atalanta-liverpool

Qui vediamo una delle chiavi del primo tempo di Atalanta-Liverpool. Robertson che riceve praticamente al centro del campo, con Arnold che è l’unico gicoatore che occupa l’ampiezza a destra, i giocatori offensivi del Liverpool creano superiorità centrale.

Alexander Arnold invece ha praticamente diretto l’orchestra dalla sua posizione esterna, ricevendo quasi sempre con molto spazio a disposizione nel lato in cui doveva scalare Moljica, il nuovo acquisto dell’Atalanta che con più difficoltà di tutti sta provando ad inserirsi nel complesso sistema di Gasperini.

Alla fine Arnold è stato il giocatore che ha fatto guadagnare più metri alla squadra con i passaggi (669) ed ha completato pure un assist vincente.

4 - PRIMO GOL - Atalanta-Liverpool

Il primo gol di Atalanta-Liverpool

Come vediamo nella lavagna tattica sopra, Salah si allarga portando con sé il marcatore (Djimsiti), si crea un mismatch in velocità fra Jota e Palomino, che il portoghese ovviamente vince. TAA ha spazio e tempo per la giocata in profondità.

Ritornano quindi anche all’interno di Atalanta-Liverpool un paio di temi che ciclicamente fanno parte del discorso tattico:

  • L’Atalanta va in difficoltà quando deve affrontare delle squadre che non soffrono molto le marcature a uomo, perché sono semplicemente tecnicamente superiori nei singoli.
    Salah, ad esempio, ha sviluppato uno stile di gioco che lo porta ad essere difficile da affrontare anche spalle alla porta. Nonostante la statura l’egiziano si è adattato subito ai raddoppi continui che subisce ogni settimana, ed ha imparato anche ad esaltarsi in queste situazioni;
  • Affrontare il Liverpool con una difesa così aggressiva sull’uomo, cercando di mantenere al contempo una linea difensiva alta, può tramutarsi in un suicidio. E ne sa qualcosa la Roma di Eusebio Di Francesco.

Il secondo gol di Atalanta-Liverpool

Il secondo gol del match è nato dagli sviluppi di un calcio d’angolo, ancora una volta a palla scoperta Gomez ha troppo tempo per alzare la testa e lanciare. L’Atalanta si ritrova schiacciata indietro, stranamente confusa sul come difendersi in avanti. Una situazione che genererà anche il terzo gol, quello in cui Salah riceve in transizione dopo un calcio d’angolo, ed ha tutto lo spazio per colpire in velocità, senza che nessun avversario abbia preparato una marcatura preventiva degna.

6 - QUARTO GOL - Atalanta-Liverpool

Il quarto gol di Atalanta-Liverpool

La quarta marcatura, invece, è un segno di come Diogo Jota si stia adattando anche al ruolo di falso centravanti, in cui per tanto tempo ha primeggiato Firmino.

La partita del portoghese è stata impressionante non solo quantitativamente (3 gol e 1 assist, appunto), ma anche qualitativamente. Ogni scelta che ha fatto in tutte le fasi di gioco è stata funzionale alla squadra, ha inciso muovendosi da trequartista – come nel caso del gol sopra -, da ala pura, cercando spazio alle spalle del terzino, ma anche da punta.

Quella che sembrava – forse era – una seconda scelta, dopo il fallimento dell’operazione Werner, andato poi al Chelsea, è diventata una soluzione importante per Klopp.

Cosa resta di questo Atalanta-Liverpool?

Per il Liverpool è 4-3-3 anche in fase difensiva. Gomez è al centro del gioco della Dea, ma è difficile fargli arrivare palla così.

Il risultato è stato imbarazzante per la Dea, in realtà le lucide parole di Gasperini a fine gara hanno riassunto tutto, e ci danno già qualche indicazione su quello che sarà il futuro della squadra (soprattutto in Champions League).

 

Il tecnico piemontese ha parlato di un calo di intensità della squadra, ma soprattutto del modo in cui si preparano certe partite, come questa. Sembra trasparire dalla sua interpretazione un cambiamento nella strategia della gara che si giocherà ad Anfield il 25 novembre. Vedremo un’Atalanta più accorta difensivamente, più bassa, che sceglie i momenti della gara in cui andare a pressare alto?

 

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