Milan – Genoa: l’importanza delle palle inattive
Il Milan batte il Genoa 2-1 nell’anticipo dell’ora di pranzo della 31° giornata di Serie A e rompe il tabù di successi a San Siro (l’ultima vittoria casalinga dei rossoneri risale al 7 febbraio scorso, con il rotondo 4-0 contro il Crotone). Vittoria molto sofferta dei rossoneri, che nonostante un buon avvio (legittimato dal gol iniziale di Rebic) risolvono la pratica soltanto nel finale di gara. Merito di un’ottima partita del Genoa, che grazie a un’efficace prestazione difensiva e alla sua perseveranza è riuscita a mantenere in bilico l’esito della sfida fino agli ultimi secondi di gara.
PRIMO TEMPO:
Entrambi i tecnici hanno deciso di adottare i sistemi di gioco consolidati. Davide Ballardini conferma il suo 5-3-2, optando per una coppia d’attacco pesante composta da Destro e Gianluca Scamacca. Dietro invece le scelte sono forzate: sono indisponibili il capitano Criscito per squalifica e gli esterni Zappacosta e Pellegrini per infortunio, sulle fasce giocano Ghiglione e Cassata (in una insolita posizione di esterno sinistro).
Ma è Stefano Pioli che deve fare i conti con la defezione più importante: il totem offensivo Zlatan Ibrahimovic salta l’appuntamento per l’espulsione ricevuta la scorsa giornata, ed è quindi Leao a guidare l’attacco supportato dal solito terzetto Saelemaekers-Calhanoglu-Rebic alle sue spalle.
Fin dal fischio d’inizio i padroni di casa hanno faticato a prendere il ritmo e disordinare la struttura difensiva del Genoa. La squadra di Ballardini ha ormai assimilato perfettamente i principi della fase difensiva voluta dal suo allenatore. I rossoblù si preoccupano in prima battuta di creare densità al centro del campo, con una gabbia composta da cinque uomini: i due attaccanti vanno in pressione sul portatore di palla avversario, e i tre di centrocampo sono rapidi ad accompagnare e accorciare sui mediani quando entrano in possesso. Le punte indirizzano il giro palla verso l’esterno, e a quel punto scatta una pressione più intensa orientata all’uomo per recuperare la palla (aiutandosi con la linea laterale).

La priorità per il Genoa è non concedere imbucate centrali, per questo i 5 uomini tra centrocampo e attacco rimangono stretti. Lo scarico verso l’esterno “triggera” una seconda fase di pressione più intensa

Quando la palla scivola verso l’esterno (in questo caso a Theo Hernandez), il Genoa si accoppia velocemente agli avversari stringendo le marcature. Il Terzino è costretto al retropassaggio
A quel punto il portatore di palla rossonero non avendo soluzioni di passaggio libere tra le linee è costretto al lancio per scavalcare la linea del Genoa, facilitando il compito dei tre difensori liguri (in superiorità numerica e di centimetri rispetto agli attaccanti del Milan).
Come spesso accade in situazioni di partita bloccate, a rompere l’equilibrio è un gol su palla inattiva: sugli sviluppi di una punizione che Theo Hernandez calcia sulla barriera, Rebic è il più reattivo a cogliere il rimbalzo della palla e scaricare un tiro violentissimo nell’angolo alla sinistra di Perin. Il croato conferma una curiosa statistica che lo vede protagonista nel girone di ritorno (16 dei 17 gol segnati in Serie A con il Milan sono arrivati nella seconda parte di torneo).
Il Genoa però non si abbatte, mantenendo anche dopo lo svantaggio la stessa compattezza senza disordinare il proprio schieramento. Nel frattempo, il Milan non riesce a sbloccarsi e cestina alcune occasioni potenziali per il raddoppio, gestendo male le transizioni offensive (sentendo probabilmente la mancanza di Ibrahimovic, il principale punto di riferimento della manovra offensiva).
A dieci minuti dall’intervallo gli ospiti trovano il pareggio, direttamente da corner: Zajic crossa al centro e Destro anticipa Tomori. La disattenzione del centrale ex Chelsea è grave, ma merito è anche del Genoa che manipola la difesa milanista lasciando Destro in isolamento con il marcatore, con un buon margine di spazio da sfruttare.

Tutto il Genoa si muove di proposito verso il primo palo, lasciando spazio a Destro di poter giocare il duello 1v1 senza altri disturbi: anticipato Tomori, il gioco è fatto.
Nonostante il forcing nei minuti finali dei rossoneri, il risultato all’intervallo rimane in parità.
SECONDO TEMPO
La ripresa riparte senza cambi. Il Milan prova ad accelerare la trasmissione di palla per cercare di generare scompensi nello schieramento del Genoa, in particolare con la posizione di Calhanoglu che abbassa il suo raggio d’azione per offrire una soluzione in più passaggio. Dal canto suo, il Genoa appena riconquistato il possesso cerca subito la profondità, affidandosi alla fisicità di Scamacca e alle qualità spalle alla porta di Destro per risalire velocemente il campo.

Con Kalulu aperto in fascia, Saelemaekers stringe la posizione vicino a Calhanoglu, mettendo in difficoltà la cerniera mediana del Genoa che non copre entrambi i corridoi di passaggio. Il belga riceve con uno stop orientato e lancia in avanti Leao, che con un controllo difettoso permette il recupero del difensore.
All’ora di gioco arrivano i primi cambi: Biraschi e Pjaca per il Genoa, mentre nel Milan oltre a Dalot e Diaz torna in campo Mario Mandzukic dopo diverse settimane di assenza (per cerca di sfruttare i cross che arrivano con maggior frequenza in area genoana).
Dopo cinque minuti, Pioli coglie i frutti dei cambi: ancora da calcio d’angolo, è proprio il neoentrato Mandzukic a provocare involontariamente l’autogol di schiena di Scamacca. È il gol del 2-1, che chiude definitivamente la gara.

Un po’ come fatto prima dal Genoa, anche il Milan attacca unitariamente una zona coi suoi saltatori: Mandzukic non arriva sul pallone, ma mette fuori tempo Scamacca che regala il gol del vantaggio
Nei minuti finali il Milan cerca di rallentare il ritmo di gioco mantenendo il possesso (aiutato anche dall’ingresso di Tonali), mentre Ballardini si gioca la carta Pandev per cucire la manovra sulla trequarti. Il macedone entra subito bene in partita e il Genoa si procura una doppia occasione per pareggiare, ma i tiri a botta sicura di Masiello e Behrami vengono miracolosamente salvati sulla linea di porta da Kjaer e Tomori. È l’ultima occasione per pareggiare la partita per i Grifoni: il risultato finale non cambia più, finisce 2-1 per il Milan.
CONSIDERAZIONI FINALI
In una partita che ha visto le squadre annullarsi a vicenda e in cui le difese hanno avuto nel complesso la meglio sugli attacchi, l’eccezionalità del dato di tre gol realizzati tutti dagli sviluppi da calcio piazzato è la dimostrazione dell’importanza di curare anche i minimi dettagli sullo studio delle palle inattive.
Con questa vittoria (la terza nelle ultime quattro partite) il Milan consolida il secondo posto dietro l’Inter, mantenendosi pienamente in corsa per un posto che garantirebbe l’accesso alla prossima edizione della Champions League.
Per il Genoa invece il trend recente comincia a diventare preoccupante: due sconfitte consecutive (seppur contro due big come Juventus e Milan), e solo un successo nelle ultime nove uscite. Con un cuscinetto ancora rassicurante di sette punti dal terzultimo posto, il Grifone dovrà comunque ritrovare gli stimoli per affrontare questo finale di stagione.
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