Stavo cominciando a sistemare la newsletter che arriverà come di consueto nel fine settimana, quando una notizia ha folgorato tutto e tutti: Diego Armando Maradona è morto.
Se n’è andato da 60 anni per via di un arresto cardiorespiratorio. Secondo diverse fonti lottava fra la vita e la morte già da diverse settimane, e alla fine non ce l’ha fatta.
È una notizia shockante perché, nonostante tutti fossimo a conoscenza delle problematiche di salute del Pibe de Oro, nessuno di noi era pronto ad affrontarla in questo momento. Come ho letto da qualche parte infatti… Non ho mai pensato di vedere invecchiare Diego Armando Maradona, però non pensavo neanche che potesse morire.
Perché in fondo la leggenda straordinaria di Maradona, che tutti gli appassionati di calcio conoscono, ha imperniato la sua figura di immortalità. I successi di Napoli ovviamente sono incisi nella memoria, nei muri, nel sangue e nell’anima di Napoli, il suo Mondiale nel 1986 è la storia che ogni bambino argentino vuole sentire dal padre o dal nonno prima di andare a letto.
La storia del gol del secolo e della Mano de dios, la gara contro il Belgio, la finale contro la Germania Ovest. Lo Stadio Azteca con questa luce accecante che rende la maglia della Argentina quasi eterea.
Diego Armando Maradona è – non è stato – ma è il calcio. Questo suo addio al mondo terreno, seppur doloroso, non scalfisce il ricordo che ogni appassionato ha di lui. La sua creatività, il suo ingegno, la sua genialità, hanno alimentato le fantasie e l’amore per il calcio di milioni di bambini…
Le sue vittorie saranno per sempre irraggiungibili
Le sue tremende cadute invece dovranno servire da monito per chi a questo sport vuole approcciarsi nella maniera più sana.
Non si può non parlare di Diego Armando Maradona senza quantomeno accennare ai suoi problemi con la droga, ai suoi rapporti con la criminalità. Lo farò io qui, per prepararvi a quello che vi aspetta nei prossimi giorni, ai commenti di chi non segue il calcio e vede Maradona semplicemente come un cattivo esempio e nulla più.
Sentirete e leggerete nelle prossime ore persone che si lamenteranno delle bacheche social piene di foto di Diego e dei lunghi post che ricorderanno il Diez.
Bene, ogni volta che vi accadrà ricordate loro che nessuno, nessuno, in questo mondo è totalmente libero dalle tentazioni che una strada oscura può creare. Maradona ha rovinato la parte finale della sua carriera per delle scelte sbagliate, che hanno rovinato il resto della sua vita e anche l’immagine che molti hanno di lui.
Ricordate loro che quando lo ha fatto, si è rialzato, è caduto di nuovo, esattamente come ad ogni essere umano potrebbe succedere. Giudicare gli altri e tagliarli dalla faccia della terra per degli errori di debolezza che hanno commesso non è il modo giusto per approcciare la questione.
Possiamo solo imparare dagli errori di Diego Armando Maradona, possiamo prendere delle lezioni per il nostro futuro, e possiamo continuare ad adorarlo per il calciatore che era, ma anche per l’uomo che era.
Un uomo partito dalle periferie più povere di Buenos Aires che non ha mai dimenticato quei sobborghi veramente dimenticati da Dio, e che li ha portati dentro di sé durante ogni viaggio, durante ogni singolo secondo di ogni singolo minuto dei 90, o dei 120, in cui era semplicemente il protagonista indiscusso.
Un uomo che nel suo modo di essere sempre dalla parte del popolo, sempre a difendere il debole, a rappresentarlo contro ogni ingiustizia, sarà inimitabile.
Era quasi inevitabile che Maradona se ne andasse quando a Buenos Aires erano le 13. Lui che mai ci ha nascosto ogni aspetto del suo essere, se n’è andato alla luce del giorno.
Grazie Diego, per essere stato te stesso fino alla fine.
Per averci regalato il calcio.
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